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TrinitATS

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 08 settembre 2004

Scusate il ritardo ma eravamo impegnati altrove. Non pensavamo di meritare un “A sciambere” tutto nostro: Alex e Sergio sono stati molto carini con noi! Ma proprio perché li vogliamo bene, rispondiamo adesso se no il “tarlo” che li tormenta aumenta. Concedeteci di rispondere però alla “vostra” maniera, con un modesto “A sciambere” sulla Trinità nostra, sperando di non passare per blasfemi agli occhi di qualcuno (lungi da noi una simile intenzione, siamo modesti credenti – non sappiamo se cattivi o buoni -). Prima di entrare nel nocciolo della questione, una premessa storica ai pochi lettori che hanno la pazienza di seguirci ci sembra però doverosa: il teologo responsabile nello sviluppo della terminologia della Trinità fu Tertulliano (160 d.C. – 220 d.C.). Egli inventò la parola Trinità (dal latino trinitas), che diventò da allora un aspetto caratteristico della teologia cristiana. Per quanto siano state esplorate altre alternative, l’influenza di Tertulliano fu tale che questa espressione divenne normativa nella chiesa occidentale; egli esplicò il concetto di Trinità dalla parola greca hypostatis: sostegno, agglomerato. Con questo termine egli volle dimostrare che Il Padre, Figlio e Spirito Santo erano un agglomerato di persone che si fondavano in unica cosa, divenendo un fondamento, un sostegno della fede. Fatto la doverosa (e speriamo corretta) premessa teologica, veniamo a noi. Il caposaldo della nostra azione è costituito appunto dalla Trinità: intendiamo dire che in noi esiste una sola azione in tre persone: Antonio, Tommaso e Stefano (ATS) sono quindi coesi in un'unica entità. Questo, certamente, potrebbe rappresentare un mistero profondo, tuttavia per il lettore attento è chiaro che dai modesti scritti che compiono Antonio, Tommaso e Stefano, essi sono una stessa cosa ma, contemporaneamente, è una distinzione immensamente ricca, proprio per il diverso bagaglio interiore.......ecc. ecc........ci fermiamo qui se no non ci capiamo bene nemmeno noi................... Tornando terra terra, chiudiamo dicendo che non intendiamo creare partiti, non intendiamo creare movimenti (visto l’attuale situazione elbana, non ce n’è davvero bisogno: ce ne sono già troppi!), in poche parole noi siamo “randagi” (come un “nonno” di nostra comune conoscenza) a cui piace molto più ascoltare che parlare, dicendo quelle poche cose - che forse siamo capaci di dire - in maniera semplice, sobria, a volte anche ironica, proprio perché non ci prendiamo mai troppo sul serio come fanno tanti politici locali, che invece dovrebbero prendere “sul serio” i problemi quotidiani che assillano la gente comune, come più volte denunciato. Con stima ed affetto


trinità dipinto

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