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Controcopertina: Coluccia: governo unitario elbano, un centrosinistra riformista

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 08 settembre 2004

La crisi politica recente alla Comunità Montana richiama alcune riflessioni. 1) Nel centrosinistra elbano pesano maggiormente, in questa fase, le componenti della sinistra radicale o sinistra “sostanziale” come lo definiscono il tandem Rossi/Mazzantini (correntone ds, rifondazione comunista, verdi e lega ambiente, comunisti italiani, comitati, ecc.), che cercano di dare un indirizzo politico appunto di tipo radicale o da sinistra “vera” non virtuale (sempre come dice Rossi) all’azione del centrosinistra elbano. Non a caso la soluzione prospettata per dare una dirigenza alla Comunità Montana vede a) la candidatura del massimo rappresentante del correntone Danilo Alessi; b) un programma presentato che riecheggia tutti i contenuti ed i temi che per anni questa sinistra radicale ha prospettato all’Elba: comune unico (o comunità montana super dotata da eventuali trasferimenti di funzioni comunali), piano regolatore unico costruito da un ufficio di piano della comunità montana; c) una giunta che è più espressione di uno schieramento di sinistra radicale o centrosinistra ristretto, come direbbe qualcuno (sempre il tandem Rossi/Mazzantini), che peraltro esprime in predominanza i comuni dove il centrosinistra è all’opposizione, in contrapposizione al centrosinistra espanso, ritenuto dalla sinistra “sostanziale” non affidabile, che poi è quello che ha vinto le elezioni all’Elba. 2) La crisi della comunità montana porta quindi a responsabilità politiche ben precise e riconducibili a quest’area radicale della sinistra (che detiene la maggioranza congressuale anche nei DS e nell’organismo di zona) che subito dopo le elezioni e continuando ancor oggi, si è impegnata in una battaglia per dimostrare che in nome di una sinistra vera e sostanziale, il centrosinistra ha perso all’Elba, perché le forze e le liste che hanno vinto nei comuni di Capoliveri, Campo Elba e Marciana, non sono di centrosinistra (quello vero/sostanziale e cioè senza il centro). Poi, però, non si capisce perché se ne cercano i voti ed il sostegno nell’assemblea della comunità montana per far passare i programmi e le giunte della “sinistra vera/sostanziale”. In questa fase turbolenta della politica elbana pesa senz’altro il non aver perseguito con coerenza e costanza (vedo qui delle titubanze e resistenze nella margherita e nei ds elbani) l’alleanza, attraverso la federazione, delle forze che si sono riconosciute nella lista vincitrice alle europee anche all’elba, uniti per l’ulivo. Forze di sinistra e moderate che esprimono una linea unitaria e di governabilità realistica dei processi di cambiamento, senza radicalismi, senza forzature né imposizioni. Sarebbe stata una compensazione alle spinte più radicali presenti nel centrosinistra elbano ed una maggiore stabilità e praticabilità per le politiche di governo unitario e comprensoriali. 3) Credo che la sfida che il centrosinistra deve vincere all’Elba è di promuovere, attraverso un progetto unitario di governo, un salto di qualità nell’affrontare gli annosi e mai risolti problemi elbani. La strada da seguire è quella di un programma che rappresenti l’insieme delle forze espressosi nel centrosinistra“espanso” (cioè quelle che hanno giustamente un piede di centro ed uno di sinistra), vincitore ripeto nelle recenti elezioni amministrative, quindi non solo quelle radical/sostanziali, ma anche quelle del centro moderato, che hanno scelto di collocarsi nelle liste di centrosinistra, “anche se con un solo piede”, lavorando semmai perché arrivi la restante parte del corpo e dell’anima e non tagliandoglielo. Quindi la strada non dovrà essere quella di un programma calato dall’alto, se non imposto a colpi di maggioranze di sinistre “vere/sostanziali” in nome di una visione da sinistra “vera/sostanziale” che non sappia misurarsi con le compatibilità di governo, territoriali, sociali, economiche ed istituzionali, queste si, vere/sostanziali. Ho sempre sostenuto che chi propone il Comune unico pensando di azzerare le realtà comunali, che devono essere intese come soggettività politiche, culturali ed istituzionali, cerca una strada breve e definitiva, pensandola liberata dall’eccessiva complessità economico/sociale ed istituzionale del microcosmo Elba, che rischia d’alimentare resistenze, contrapposizioni e paure legate a quegli interessi di tipo moderato, che ritengono di non vedersi tutelati e legittimati da una strada di questo tipo e che invece sono una componente fondamentale per il centrosinistra espanso sia in termini d’alleanze sia di contenuti e stabilità di governo. 4) Questa strada, del governo unitario ed elbano, che ritengo fondamentale, deve vedere come protagonisti i Comuni, i consigli comunali per la condivisione delle scelte di governo, giacché rappresentanti eletti dell’insieme degli interessi territoriali; i Sindaci com’espressione alta del ruolo di governo e programmatico sul territorio. Queste figure sono elette direttamente in base a programmi ed a quelle forze che hanno deciso di aderire al programma e sostenerlo ed è quindi corretto vedere in essi i protagonisti del governo. Qualsiasi processo d’unificazione e/o trasferimento di competenze dal comune ad altro ente deve trovare un’effettiva condivisione di queste forze pena il fallimento (per questo mi sento di condividere la proposta di candidatura alla presidenza della Comunità Montana di un Sindaco, nell’occasione, Catalina Schezzini). Pensare di escluderli, in base alle connotazioni politiche è istituzionalmente sbagliato. In questo quadro sono fondamentali strumenti come la Conferenza dei Sindaci Elbani per ottenere quella coordinazione comprensoriale e condivisione d’indirizzi ed obiettivi sui vari problemi elbani (trasporti, viabilità e portualità, sanità scuola assistenza sociale ecc.) e per esprimere una forza unitaria di rappresentanza elbana. Questa deve essere la vera sede del “governo unitario elbano”. Una politica di collaborazione istituzionale anche fra schieramenti e maggioranze diverse, ma che sui problemi elbani e sulla necessaria soluzione trova la forza e la volontà di collaborare. 5) Sul piano istituzionale c’è l’effettiva possibilità di raggiungere l’obiettivo del coordinamento dei piani strutturali dei comuni attraverso gli strumenti che prevede la legge regionale n. 95/95, sia nella procedura d’elaborazione, sia nei contenuti; basta vedere gli: art. 6(Piano d’indirizzo territoriale), art.10 (potere sostitutivo della Regione), art.16 (piano territoriale di coordinamento Provinciale), art.24 (piano strutturale comunale), art.28 (regolamento urbanistico comunale), art.25 e 36 (procedure per la formazione del piano). Con questa legge i comuni non possono fare del territorio ciò che vogliono dando sfogo ad appetiti smisurati “locali”. Il controllo e la competenza regionale su questa materia è abbastanza forte. La strada avviata dal Sindaco di Portoferraio con i Comuni elbani, la Regione e la Provincia, mi sembra la più realistica, perché condivisa e praticabile, perché rispettosa dell’autonomia e delle competenze dei vari enti (comuni, provincia e regione). 6) Il raggiungimento degli altri obiettivi collegati ad una maggiore efficienza ed economicità dei servizi (sanitari, rifiuti e scarichi in generali, approvvigionamento e distribuzione acqua) si potrà raggiungere attraverso gestioni autonome, tecniche e professionalizzate, liberate dalle ingerenze politiche. 7) Il centrosinistra può consolidare il proprio successo ed espanderlo, se dimostra in modo realistico e praticabile di avviare processi nuovi di governo unitario del territorio elbano e questo, non mi stancherò mai di ripeterlo, mantenendo quell’ampia unità che si è costituita intorno alle liste di centrosinistra (più o meno estese e di questo a qualcuno della sinistra vera/sostanziale dovrebbe essere chiesto il conto) che hanno vinto nei comuni di Rio Nell’Elba, Capoliveri, Portoferraio, Campo nell’Elba, Marciana. 8) Mi sembra che le opzioni politiche siano diverse su cosa debba essere il centrosinistra all’Elba, o meglio quale sia il centrosinistra più affidabile per governarla e per assicurarle il conseguimento d’obiettivi più avanzati. 9) Personalmente ritengo più affidabile un centrosinistra allargato (espanso), ma guidato da un’area di forze della sinistra e del centro con un’impostazione e cultura di governo e riformista. E’ un dibattito che dovrà interessare tutte le forze politiche della sinistra e del centro. Mi auguro che i DS elbani, ai quali appartengo, dimostrino d’essere, come hanno dimostrato in molte occasioni di là delle resistenze e degli ostacoli trovati anche al loro interno, la forza che nella coalizione si dimostri la più coerente e tenace nel perseguire l’obiettivo della federazione dell’ulivo e dell’unità programmatica dell’insieme delle forze del centrosinistra. Il prossimo Congresso DS dovrà definire questi problemi di strategia politica, non solo di contenuti.


San Bartolommeo Pomonte

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