Non sappiamo se, così come dichiara Enzo Martorella, il quasi (forse) exAssessore all’Agricoltura ed alla Forestazione, sia proprio vero che 17 operai forestali della Comunità Montana siano insufficienti a mantenere pulita almeno una parte della sentieristica elbana, noi crediamo che sfruttando meglio le buone professionalità che ci sono, ed anche eliminando il periodo estivo in cui sono giustamente impegnati nella prevenzione antincendio, si potrebbe sicuramente fare molto di più del pochissimo finora fatto. Infatti, se prima dell’istituzione del Parco Nazionale la Comunità Montana qualche sentiero lo ripuliva, dopo è praticamente intervenuta solo su qualche pista forestale e cessa. L’assessore Martorella afferma che “ i percorsi compresi nel Demanio a carico della Comunità Montana non sono mai stati trascurati nonostante la scarsa disponibilità di personale”, ci dispiace ma non è vero: i sentieri all’interno del Demanio Forestale della Regione Toscana di Perone-Monte Capanne sono stati ripuliti (quando non riaperti di sana pianta) e mantenuti e segnalati quasi esclusivamente dal Parco Nazionale che spesso è dovuto intervenire anche per ripulire il piazzale e l’area picnic di Monte Perone. Anche la sentieristica del demanio forestale di San Martino, dopo i grandi lavori appaltati qualche anno fa, è stata abbandonata, tanto che le proteste di cittadini, escursionisti, bikers e comitati si sprecano, perfino il grande cartello che indicava il Demanio Forestale sulla strada militare è ormai solo un vuoto scheletro di legno (vedi foto allegata). Siamo contenti che la Regione abbia concesso finalmente finanziamenti per la sentieristica perché già anni fa l’allora Presidente Tanelli scrisse alla Regione per sollecitare un intervento sul Demanio del massiccio di Monte Capanne, visto che il Parco Nazionale si stava accollando tutti gli oneri ed i lavori per la riapertura della rete sentieristica del Demanio Regionale - in cura alla Comunità Montana - completamente devastata da migliaia di alberi caduti. Per far questo il Parco Nazionale spostò ingenti risorse dalla manutenzione ordinaria degli altri sentieri, una scelta obbligata ma che stiamo pagando ancora oggi con ritardi e disservizi. Ora sarebbe bene che la Comunità Montana dicesse al Parco quali sentieri e percorsi intende ripulire, magari per non fare tutti e due progetti che comprendono gli stessi itinerari. Comunque, mentre i sentieri venivano trascurati, si producevano libri e cartine che indirizzavano i trekkers verso percorsi ormai abbandonati (clamoroso il caso del sentiero 64) o invasi dalla vegetazione e quasi introvabili, ed è soprattutto da questi percorsi, raggiunti utilizzando indicazioni che dovrebbero essere certe, che vengono le maggiori proteste dei turisti che, naturalmente, se la prendono col Parco. Forse l’Assessore farebbe bene ad aggiornare anche quelle pubblicazioni del suo Ente o almeno a mettere un’avvertenza: attenzione ai sentieri descritti in questo bel libro o in questa cartina: li pubblichiamo, ve li consigliamo, ma non li ripuliamo perché facciamo solo il Demanio.
cartello foresta demaniale di san martino