Gli olivi sono attaccati ogni anno da un insetto che si chiama mosca dell' olivo, un parassita che depone le larve dentro le olive, e che, senza un adeguato trattamento delle piante, può compromettere la qualità della produzione. Fino a qualche anno fa, gli interventi, consistevano in un trattamento chimico con prodotti a base di dimetoato, un pesticida che viene assorbito dalla buccia dell' oliva. Oggi, invece, sono in commercio delle trappole ecologiche con cui l' attacco della mosca viene combattuto in modo più efficace e nel rispetto della natura: il sistema consiste in un sacchetto trattato con la deltametrina contenente sali di ammonio che rappresentano una forte attrattiva per le mosche. A completare la trappola una capsula di feromoni che attraggono e trattengono sia i maschi adulti che le femmine. In questo modo si hanno olive sane dal punto di vista biologico e dotate di alto valore commerciale perchè non contengono residui chimici: un risultato importante per i consumatori e per l' ambiente. Il successo di questo tipo di trappola è però correlato ad un uso capillare sul territorio, che evita di concentrare su un' unica area ormoni che potrebbero attirarvi un accesso di mosche superiore a quello gestibile dalle trappole. Per questo la Comunità Montana dell' Elba e Capraia grazie all' interessamento del presidente Luca Simoni e dell' assessore all' agricoltura Enzo Martorella ha stanziato un contributo a fondo perduto del 50% sul costo d’acquisto della trappola a favore di chi utilizzerà questa tecnica ecologica. Una soluzione alternativa ai tradizionali metodi di lotta chimica contro la mosca olearia, che non può mancare in per un territorio a vocazione ambientale come quello dell’Elba e Capraia.
mosca olearia