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Verdi: per la Lucchini un passo avanti ed uno indietro

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 01 settembre 2004

Un passo avanti ed uno indietro, questo il risultato dell’ultimo incontro del sindaco Anselmi con i sindacati. Le prime avvisaglie della frenata si sono viste già nelle dichiarazioni dei sindacati all’indomani della denuncia alla Lucchini. L’ipotesi della necessità del ritiro delle autorizzazioni alle emissioni ed il conseguente intervento della magistratura, con l’alto segnale di volontà politica verso la riqualificazione ambientale che avrebbe, è ancora un tabù. Si definisce sì “irresponsabile la semplice conservazione delle condizioni attuali” ma si aspetta ancora la verifica dei processi di ambientalizzazione. E fino quando? Quanto vale la vita anche di un solo bambino costretto a giocare in casa con le finestre chiuse, per non parlare degli studi sui tumori ancora chiusi nei cassetti? I Verdi non chiedono la sospensione delle autorizzazioni per essere anti-industrialisti o anti-operaisti. E' vera malafede contrapporre il movimento ecologista con quello operaio, o più in generale l'ecologia con il lavoro. Chiediamo con forza il ritiro delle autorizzazioni perché siamo convinti che solo la magistratura abbia l’autorità di contrastare le politiche dell’azienda ed impostarne la riqualificazione, tanto più oggi che la sua crisi finanziaria e l’ipotesi della sua vendita costringe a porre paletti precisi ed invalicabili. E ci chiediamo: come possono i sindacati parlare di difesa dell’occupazione continuando a non vedere la possibilità di un intervento diretto della magistratura su una attività produttiva nociva ai loro stessi operai ed a chi sta fuori dalla fabbrica? Quanti scioperi sindacali sono stati fatti contro l’inquinamento? Quanti incontri con l’azienda per vertenze che riguardano l’inquinamento industriale? Pensare all’ambiente ed alla salute anche di chi non è direttamente operaio significa costringere la fabbrica a modernizzarsi ed aiutarla a restare su un mercato sempre più attento non solo alla qualità dell’acciaio ma anche a quella delle sue modalità di produzione. I Verdi rivolgono, dunque, un grande invito al movimento operaio: quello a rompere la subalternità al ricatto salute contro lavoro e ad occuparsi, finalmente, anche della qualità ecologica, umana e sociale del lavoro e delle sue condizioni. Piombino è un caso nazionale e per questo come Verdi stiamo predisponendo la Legge nazionale per la nostra città, al fine di preparare le condizioni per una reale alternativa alla siderurgia con tecnologie pulite e legate alle energie rinnovabili. Invitiamo i sindacati ed il movimento operaio a partecipare a questo processo di elaborazione, per essere pronti, avere le idee, i progetti, le risorse, con o senza l’acciaio.


piombino acciaierie

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