Intervengo ancora una volta perché chiamato in causa. Lo faccio brevemente per chiarire che per Danilo Alessi ho stima e affetto non ruggine. Io, come tutti i riesi, se ho qualcosa contro qualcuno glielo dico di brutto, e nel muso. Non uso sistemi subdoli. Questi li lascio alle mammolette che infestano, purtroppo, insieme ad altri fiori, anche la sinistra elbana. Venendo al pezzo di Elba 2000 chiarisco, e confesso, che avevamo la presunzione di spiegare un'ovvietà: come un errore di linea politica produca degli effetti negativi per anni e forse per decenni. Nel caso specifico, fra i danni prodotti dalla sbornia ambientalista nei ds, almeno secondo noi, vi è anche il pericolo che i cavalli di razza rimangano al palo e corrano i brocchi. Quindi, un pezzo che sollevava un problema di linea politica e ,comunque, a favore dei cavalli di razza e contro i brocchi: a favore dell' Alessi e di quelli come lui e che, quindi, non aveva bisogno di ruggine per esser scritto. Per Danilo, poi, io ho qualche ragione in più. E' un amico d'infanzia con il quale non ho mai giocato a tappini, ma a pallone e a ping pong, si ; anche se lui ha giocato poco, avendo iniziato con la politica che era un bimbo. Comunque era bravissimo e tenace come era a scuola. Danilo, oltre l'intelligenza, possiede una vitalità allarmante e agli addormentati che gli stanno intorno, appare minaccioso come lo sarebbe un falco in un pollaio di capponi. L'ultima volta che è stato presidente della Comunità Montana mise tutti a lavorare con il risultato di fare incazzare quelli del "parassitaro avanzato", che lo fecero fuori. Credo che diventerà presindente della Comunità Montana, ma con una maggioranza molto risicata. Secondo me, dovrà esercitare tutto il suo intuito di abile totano per muoversi in questa specie di tinozza di fluidi infidi, accerchiato come sarà, non solo da giudole in erezione, pesci preti, bavose e ghiozzetti vari, ma anche da vecchi squali , magari sdentati, ma sempre pericolosi. Dovrei auguragli di andarsene a nuotare in altre acque, magari in quelle bionde del Tevere. Nulla neanche contro la signora Mazzei con la quale, noi di Elba 2000, ci siamo trovati oggettivamente a fianco nella scandalosa vicenda di Motecarlo. Elba 2000 sollevò il problema con due pezzi, il primo dal titolo "La sveltina della vantina" (Elbareport 26.06.03). La signora Mazzei, che aveva già aperto una pratica di accesso agli atti fin dal 21.06, si è infilata in questa scia e lo ha fatto insieme ai carabinieri. Donna coraggiosa. Io, invece, sono nato in un paese dove nelle barberie si cantava la storia di Sante Caserio e le donne alla vista dei carabinieri chiedevano le finestre. Come in Aspromonte, mi dicono. Poi, Rossi definisce quella che secondo lui sarebbe l'oscillazione di Elba 2000 da destra a sinistra: " oscillazione fra Goebbels e Sendero Luminoso". Vada per Sendero... ma Goebbels ... che ci azzecca con il Monello? Va be.. Spero solo che si tratti un' immagine venuta male. Ultimo punto sul quale siamo intervenuti altre volte. Sergio Rossi dice di avere una regola: pensa subito di avere sbagliato quando gli da ragione uno che lui ritiene un imbecille. In questo caso gli imbecilli saremmo noi di Elba 2000. Secondo noi, naturalmente in termini generali, perché nel caso nostro potrebbe aver ragione lui, pensare di avere sbagliato quando ci da ragione un'imbecille, (o meglio uno che noi riteniamo tale), è un sintomo preoccupante. Perché questo porta, inevitabilmente, a cambiare opinione anche quando ci da torto uno che riteniamo intelligente. Porta, cioè, a pensare che ci siano delle persone che hanno sempre ragione e altre che hanno sempre torto. Porta ad avere bisogno di una testa guida per essere sicuri di ciò che pensiamo. La ragione e il torto, secondo il Monello, non hanno bisogno di teste guida. Non hanno bisogno di capi, di rais, di duci e neanche, e soprattutto di fuhurer, come direbbe Ghebbels. Appunto. Giovanni Muti In effetti forse abbiamo sbagliato a dire che Elba2000 oscilla tra Goebbels e Sendero Luminoso: l'oscillazione è più ampia si va da Caserio cioe dall'anarchia e con essa dal massimo internazionalismo possibile al più gretto dei campanilismi: da "nostra patria è il mondo intero" a "l'Elba agli elbani" che è la destra più totale. Particolarmente subdola (nello stile del mentore e pressochè unico adepto) è il passaggio riservato a Maria Grazia Mazzei che avrebbe fatto comunella coi Carabinieri, mentre lui il Vate del Forte Inglese si sente più vicino alle donne riesi che chiudevano le finestre al passaggio dei Carabinieri. Non è nuova: è una vita che sentiamo i rivoluzionari da salotto anarchicheggiare (salvo poi correre a reggere code e manti a Fuochi e/o Ageni di turno) e appropriarsi di lotte e culture d'altri tempi per ricucinarle in salsa odierna. Quegli sbattimenti di imposte (fieri e sacrosanti) datano mezzo secolo e più, nel frattempo questo paese è progredito (anche e soprattutto per l'impegno delle donne e degli uomini della sinistra), e i Carabinieri non sono più i guardiani dello stato fascista e neppure della classe dominante in un Italia divisa in blocchi ideologici che venne dopo. Rappresentano oggi un valore senza colori e parti come la legalità. Maria Grazia Mazzei sta dalla parte della legalità, noi pure, e chi chiude oggi (anche metaforicamente) le imposte al passaggio della legalità non è certo progressista e di sinistra. L'esempio calabro non ci pare proponga modelli replicabili. La ricostruzione della crisi della prima Giunta Alessi più che risibile è poi una autentica cazzata. Alessi fu impallinato dal PSI craxiano in fregola di costruire un asse di spartizione del potere con la DC di Pierino Landi, e perchè Alessi faceva ombra, così come i craxiani distrussero l'assessorato alla cultura di Portoferraio sostituendo Alessi con uno che si presentava in consiglio con la Gazzetta dello Sport. E' però insopportabile che si scriva: "L'ultima volta che è stato presidente della Comunità Montana mise tutti a lavorare con il risultato di fare incazzare quelli del "parassitaro avanzato", che lo fecero fuori". Insopportabile perchè stavolta non è la solita generica gratuita offesa (senza ovviamente fare nomi) a chi fa il dipendente pubblico. Stavolta il Signor Giovanni Muti ha commesso un grave errore: ha accusato di parassitismo e di pelandronismo uno staff di persone molto ristretto nei numeri come era quello della Comunità Montana di allora. Ci dica chi brigò allora, e chi era il parassita tra Mario Ferrari, Roberto Raspolli, Luigi Nobili, Bruno Abrate, Enzo Soppelsa, Domenico Giove, Luciano Paolini, Massimo Anguillesi, Gian Lorenzo Serena, Anna Chianese o tra i Murzi, i Ceccherelli, i Tarantola, le Badaracchi e gli Albertolli etc., o se per caso i parassiti avanzati che silurarono Alessi erano proprio i "sinistri": Daniela Calafuri, Corrado Bendinelli, Sergio Rossi (toh! eravamo comandati in C.M. allora) Mauro Filippini, Mariella Cinci, Romano Montauti e ri-etc. Ci dica chi erano i tramanti parassiti, oppure si vergogni e si taccia.
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