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Tornano in libertà Regano e Maltinti

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 28 agosto 2004

Il tribunale del riesame di Firenze ha revocato gli arresti domiciliari all' imprenditore Marco Regano, cognato di Tiziano Nocentini, ed all’ ex dirigente dell’ufficio tecnico Sandra Maltinti, accusati insieme all' ex sindaco di Portoferraio Giovanni Ageno, al figlio di questi, Nicola, all' ex assessore Alberto Fratti, di partecipazione ad associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio nell' indagine della procura di Livorno sugli illeciti a Portoferraio. Restano invece ai domiciliari gli altri indagati, tra i quali il più giovane degli Ageno che si è visto invece respingere un istanza simile a quella presentata da Mantinti e Regano. Regano e Maltinti tornano liberi, l’imprenditore, scarcerato dalle Sughere il 16 giugno scorso, avrà una volta la settimana l' obbligo di firma, l’architetto, uscita dal carcere di Sollicciano l’11 agosto, ha l' obbligo di dimora a Empoli, dove già risiede. Regano e Maltinti sono i primi due tra gli accusati a riacquistare la libertà dopo oltre due mesi trascorsi agli arresti prima in carcere e poi ai domiciliari. Nell' ordinanza con la quale il Gip Sandra Lombardi motivò l' esecuzione della custodia cautelare si parlava esplicitamente di benefici elettorali a vantaggio dell' ex sindaco in cambio di favori per gli imprenditori. A Regano, in questa indagine molto complessa condotta dal sostituto procuratore Roberto Pennisi e che vede sotto inchiesta una decina di persone tra politici, imprenditori e dirigenti comunali portoferraiesi, è contestato solo il reato di partecipazione all' associazione a delinquere. In particolare, secondo gli inquirenti, gli arrestati avrebbero commesso reati con riferimento allo strumento urbanistico, approvato dall' amministrazione comunale di Portoferraio. Secondo l' accusa le altre persone arrestate «avrebbero costituito un' associazione a delinquere finalizzata alla commissione di vari reati: abuso in atti d' ufficio, falso in atto pubblico, peculato, concussione, corruzione e violenza privata; tutti in violazione dell' articolo 86 del testo unico delle leggi per la composizione e l' elezione degli organi delle amministrazioni comunali».


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