Lettera quasi semiseria ai consiglieri della maggioranza Rio Democratico Cari compagni di Rio Democratico, anche se può apparire superfluo vale la pena ricordarvi che, per noi di Rinascita riese, è condizione indispensabile documentarci prima di criticare il vostro modo di amministrare la cosa pubblica, e , soprattutto, che non intendiamo cadere nella trappola delle vostre recenti grossolane provocazioni, rivolte chiaramente a sviare l’attenzione degli abitanti di Rio e dei suoi abituali frequentatori dalla discussione in atto sui lavori di Nisporto. Fatta questa premessa, veniamo all’argomento. Abbiamo formulato interrogazioni al Sindaco circa il progetto di messa in sicurezza idrogeologica del bacino di NISPORTO, limitando, al momento, la nostra attenzione a quanto si è già realizzato col primo lotto dei lavori. Ci sono pervenute risposte, in proposito, ma si tratta purtroppo di risposte, del Sindaco e del progettista, che in luogo di essere esaustive della questione hanno prodotto l’effetto contrario, tant’è che abbiamo deciso di realizzare un dossier sui molti interrogativi che emergono a seguito di quelle informazioni stesse. Giova, pertanto, fare un sommario riassunto delle conoscenze in nostro possesso. Il Sindaco ha presentato un progetto di risanamento e messa in sicurezza dei bacini di Nisporto, Bagnaia, Nisportino, Ortano, Rio Elba, che, grazie alla approvazione di ben sei Enti competenti in materia, ha ottenuto un finanziamento complessivo di oltre 5.000.000 di euro. Solo per Nisporto la cifra messa a disposizione ammonta a euro 2.450.000, per finanziare un progetto di risanamento, faraonico nelle sue articolazioni, che non rispetta, se non marginalmente, le caratteristiche del fondo valle dove le acque meteoriche si raccolgono, per defluire, con scorrimento lineare, verso il mare. In luogo di quello che da sempre è stato l’alveo naturale del fondo valle è stata prevista la realizzazione di “un canale chiuso di grandi dimensioni, dai campi da tennis fino all’inizio dell’abitato”. Questo è il cardine del progetto in via di esecuzione, che in quanto tale, noi di Rinascita Riese, non condividiamo affatto. Risanare il bacino idrogeologico di Nisporto, l’unico all’Elba che abbia subito uno scempio tanto rilevante sull’asta fluviale di fondo, come riconosce lo stesso progettista, significa per noi ripristinare il tracciato naturale del fondo valle dell’intero bacino. Non riusciamo a credere che possa essere intervenuta una qualsiasi autorizzazione comunale o del Demanio utile per intubare, deviare, far scomparire rilevanti tratti dell’alveo fluviale. Dichiara il Sindaco, nella sua risposta, che nei limiti del possibile va rispettato lo stato di fatto attuale e che debbano essere evitati interventi su “invarianti antropiche” nel frattempo intervenute, nell’ottica di un ripristino compatibile. E noi ci domandiamo: compatibile per chi? Per chi ha fatto abusi oppure per chi si appresta a farne? Sono domande, domande ampiamente legittime, che sono in tanti a porsele. Ci viene spiegato, in risposta alle nostre interrogazioni, che tale orientamento è stato suggerito “in tempi non sospetti” dalla stessa Regione Toscana, come metodo per impostare il progetto di messa in sicurezza idraulica del bacino di Nisporto. Ebbene stentiamo a credere che la Regione Toscana abbia potuto impartire direttive attuative di questo tipo. Se ciò fosse veramente accaduto, ci troveremmo in presenza di un condono piramidale di tali proporzioni da far impallidire anche l’ex ministro Tremonti. Ne conseguirebbe che chi ha fatto sparire un tratto di alveo fluviale, non solo non ne sarebbe sanzionato ma addirittura avrebbe, in regalo. la proprietà demaniale dell’alveo scomparso, sostituito da una canalizzazione realizzata su proprietà confinanti, previa sottoscrizione di accordi bonari o con minaccia di esproprio. Sono cose del resto già avvenute con la realizzazione dei primi seicento metri di canale a cielo aperto. In merito abbiamo chiesto, allora, al Presidente della Giunta Regionale Toscana di confermare, o meno, quanto afferma il Sindaco nella risposta alle nostre interrogazioni. Quando riceveremo le documentazioni che abbiamo richiesto al Comune, al Demanio, al Corpo forestale dello Stato, al presidente della Giunta Regionale Toscana, alla Protezione Civile, sarà nostra cura inviare a tali Enti il dossier che stiamo realizzando, chiedendo delucidazioni sui criteri che, effettivamente, presiedono alla approvazione del progetto di messa in sicurezza del bacino idrografico di Nisporto. Qui termina il nostro discorso, che abbiamo definito semiserio, ma che in realtà investe un argomento di particolare serietà, perché sono in ballo soldi pubblici, e tanti, e soprattutto perché è in ballo la salvaguardia di un ambientale naturale che non può essere stravolto nelle sue caratteristiche originarie all’insegna di un malinteso sviluppo edilizio, giustificato con la solita formula del “sostenibile”. La sostenibilità, per non essere formula vuota e pretestuosa, deve davvero salvaguardare l’ambiente naturale e impedire i “formicai”, come quelli che purtroppo ci è dato ammirare in località Padreterno a Rio. Nisporto è già gravato da una pesante situazione edilizia, non c’è motivo di architettare complicati piani di risanamento idrogeologico per potenziarla ulteriormente. La natura offre chiare indicazioni di intervento. Cerchiamo di esserne rispettosi. Rio nell’Elba, 25 agosto 2004
Rio Elba Spiaggia di Nisporto