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Controcopertina: Il caos di Portoferraio

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 27 agosto 2004

Portoferraio è una piccola città, con tutti i benefici e i problemi che tale condizione comporta, soprattutto una cittadina così strutturata,allungata verso una penisola dove confluiscono molti centri nevralgici di vari settori: economici, turistici, amministrativi. Non è più tollerabile la situazione del traffico,dei rumori e dei parcheggi, che contribuisce a rendere la vita stressante per chi vi abita, per chi ci lavora e ai turisti che magari hanno scelto l’Elba pensando alla pace e al relax che un’isola può offrire (e in effetti offre) e,invece, si ritrovano imbottigliati nel traffico d’agosto che allunga i tempi, stressa i nervi già agitati dal vento appiccicoso di scirocco e non permette di godere degli squarci di paesaggi suggestivi e unici che si possono ammirare dalle scalinate del centro storico. Non è sopportabile buttare via due ore per fare la spesa in un supermercato, girare come un rondone per trovare parcheggio nei pressi delle spiagge, impiegare tre quarti d’ora dal Bivio Boni al centro, come di recente è capitato a molti, che magari hanno rischiato di perdere la nave o fare tardi al lavoro. Il rumore di sottofondo, poi, è quello dei motorini, dei clacson e delle autoambulanze e quando una persona finalmente riesce a raggiungere il centro e scende dalla macchina, ha già dovuto affrontare una serie notevole di situazioni stressanti. Questo d’estate, d’accordo, ma la situazione non migliora poi moltissimo nei mesi invernali, per chi deve fermarsi a fare compere in via Carducci o via Manganaro, che sono diventate delle vie commerciali molto frequentate e dove però si transita ad una velocità troppo elevata, tanto che diventa rischioso per anziani e bambini attraversare la strada anche sulle strisce. E vogliamo parlare della difficoltà di trovare un parcheggio all’ospedale o fermare la macchina per portare o riprendere i bambini a scuola o all’asilo di San Rocco? Allora viene in mente lo spazio sprecato occupato dall’ampio giardino rinsecchito e recintato del piazzale dell’ospedale, che non serve a nessuno, non è bello da guardare, anzi, provoca un senso di desolazione, non è utilizzato dai malati come invece, ad esempio, accade in altri ospedali toscani. Con ciò, lungi dall’idea di proporre l’estirpazione delle piante, molto in voga nella passata amministrazione, ma almeno che siano piantate in modo razionale, che facciano un po’ d’ombra in quella landa desolata e, soprattutto, collocate in maniera tale che possa essere recuperato altro spazio per il parcheggio che servirebbe per l’ospedale, per via Carducci e per le scuole elementari e materne dove confluiscono ogni giorno centinaia di genitori che si trovano costretti a parcheggiare in doppia fila, creando ulteriore caos davanti le scuole e nelle zone limitrofe. Certo, la situazione non è facile da risolvere, soprattutto per i vigili urbani sotto organico, ma prima di parlare di costosi parcheggi sotterranei di cui, peraltro, si riconosce l’utilità, e che andrebbero costruiti in zone non già così congestionate e al collasso come piazza Virgilio, dove se ne ipotizza la realizzazione e il cui sottosuolo è formato da gallerie che risalgono alla passata attività industriale, si potrebbe pensare a recuperare aree male utilizzate, come il già citato parcheggio dell’ospedale e la zona dietro il cosiddetto capannone A.T.L., la cui area, se utilizzata in modo attento e oculato, potrebbe avere una potenzialità non indifferente per la città. Quanto ai rumori, poi, magari qualche multa ai motorini smarmittati forse servirebbe da deterrente e aiuterebbe tutti a dormire sonni un po’ più tranquilli, così come sarebbe opportuno abbandonare, se non proprio indispensabile, la cara abitudine che tutti abbiamo del “giretto” in Calata con la macchina. I colori delle case, osservati passeggiando dalla banchina, sono tutta un’altra cosa e si apprezzano meglio.


portoferraio fichi

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