Torna indietro

Osservazioni sui progetti di Porto Turistico a San Giovanni

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 25 agosto 2004

Osservazioni sulle domande di concessione per realizzare un porto turistico a San Giovanni nel comune di Portoferraio della SALES del 28/5/2004, della ESAOM-CESA del 28/5/2004, della Marina di San Giovanni del 26/5/2004 Facendo seguito alle osservazioni già presentate relative alla domanda della società TESECO il 17/2/04 ai sensi del DPR 509 del 2/12/97 di concessione per le aree demaniali e per il mare territoriale in località San Giovanni nel comune di Portoferraio, accompagnata dal progetto per realizzare strutture per il diporto nautico redatto in base al Piano di coordinamento dei porti e degli approdi turistici (PREPAT) di cui alla LRT 9/8/1979 n.36, e al piano di localizzazione delle aree portuali del Comune di Portoferraio, con riferimento alle domande concorrenti di concessione presentate dalle società SALES, ESAOM-CESA e MARINA DI SAN GIOVANNI si osserva quanto segue: PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA E FONTI NORMATIVE Le norme prodotte in materia dal Comune, dalla Regione e dallo Stato, sebbene non siano cronologicamente coordinate, non sono in contrasto tra loro, e pertanto vanno interpretate sulla base delle norme attuative del titolo V della parte II della Costituzione che trasferiscono le competenze sul demanio marittimo agli enti locali e ai fini del procedimento amministrativo. In questo quadro la fonte normativa principale è quella comunale e in subordine la regionale e la nazionale. PIANO COMUNALE Il “Piano comunale di localizzazione delle aree portuali del Comune di Portoferraio” prevede che: “Dovrà essere preventivamente approvato dall’Amministrazione Comunale un progetto unitario sia delle aree a terra che delle opere a mare per valutare complessivamente l’intervento.” “Per la parte concernente le opere marittime o comunque legate alla portualità si procederà a norma di quanto previsto dalla legge regionale toscana 11 agosto 1997, n.68 e al DPR 2 dicembre 1997, n.509.” L’articolo 14 del piano comunale prevede che la localizzazione e perimetrazione delle aree a terra individuate dal piano siano prescrittivi mentre i confini riportati a mare nelle tavole siano indicativi. Le indicazioni contenute nelle tavole indicano che l’area a mare occupata dal porto sia compresa entro il fosso del Condotto e il Mulino in un semicerchio di circa 400 metri di diametro. Il progetto presentato dalla MARINA DI SAN GIOVANNI, pur proponendo, attraverso soluzioni tecniche condivisibili, un minore impatto ambientale rispetto alle altre proposte, occupa un’area a mare doppia rispetto a quella prevista dal piano comunale; inoltre la proiezione a terra delle opere a mare si estende lateralmente per circa 150 metri oltre il punto di attacco a terra previsto dal piano comunale, che seppure indicativo, non può essere travisato in questo modo. Infatti è evidente che il piano comunale salvaguarda la vista panoramica di Portoferraio dal Podere San Marco (a est di San Giovanni) e viceversa. Il Podere San Marco, identificato come parco territoriale dagli strumenti urbanistici per il suo contesto ambientale e storico assolutamente unico, offre in assoluto il migliore punto di vista del panorama della città di Portoferraio che la realizzazione in esame la comprometterebbe irrimediabilmente. Il progetto della MARINA DI SAN GIOVANNI occupa come dimostrato un’area a mare completamente diversa da quella indicata dal piano comunale e prevede un numero di posti barca superiore a quanto indicato dal Piano dei Porti ed approdi Turistici della Regione Toscana ed è in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti che impongono la tutela del parco territoriale di San Marco che verrebbe irrimediabilmente compromesso. I progetti proposti dalla SALES, dalla ESAOM-CESA e dalla MARINA DI SAN GIOVANNI prevedono di utilizzare il terreno di proprietà comunale a ovest dell’abitato di san Giovanni per i parcheggi a servizio del porto turistico Un’area pubblica non può essere utilizzata per interessi privati come sarebbero quelli derivanti dal soddisfacimento degli standards urbanistici, previsti per legge, necessari per il rilascio della concessione per la realizzazione del porto/approdo turistico. Per la viabilità i progetti proposti dalla SALES, dalla ESAOM-CESA propongono una strada adiacente il Fosso del Condotto e l’incrocio a raso sulla provinciale a fianco al fosso a poche decine di metri dall’incrocio per San Giovanni e il Bucine adiacente la chiesina della Madonna del Soccorso. Analoghi rischi presenta la rotatoria proposta dalla MARINA DI SAN GIOVANNI troppo adiacente al dosso del fosso del Condotto. La soluzione di introdurre un altro incrocio a raso lungo la S.P. per Porto Azzurro, determina un insopportabile impatto ambientale, con l’abbattimento di numerose piante di alto fusto. L’amministrazione comunale non può che valutare negativamente i progetti proposti dalla SALES, dalla ESAOM-CESA e dalla MARINA DI SAN GIOVANNI in esame con riferimento al “Piano comunale di localizzazione delle aree portuali del Comune di Portoferraio, per quanto riguarda l’utilizzo dell’area comunale per i parcheggi e per la soluzione della viabilità. IL PIANO REGIONALE Le direttive del “Piano regionale di coordinamento dei porti e approdi turistici della Toscana” prevedono che nel caso di nuove previsioni di porti o approdi turistici la relazione programmatica debba contenere uno specifico progetto di fattibilità relativo all’opera che costituisce una verifica di ammissibilità dell’intervento che tra l’altro deve contenere: -la definizione di massima della situazione meteo-marina che caratterizza il tratto di costa interessato dal progetto; -la definizione dei profili delle opere a mare conseguenti la relazione meteo-marina relativa; -la relazione geologica di dettaglio relativa alle eventuali aperture di darsene interne; -la verifica ambientale e urbanistica del grado di impatto determinato dalle nuove opere e degli effetti indotti nonché delle reali possibilità di soddisfare gli standard previsti dalle direttive con particolare riferimento alla viabilità e alle opere di parcheggio; -la previsione di massima dei costi e delle modalità di reperimento delle risorse finanziarie; -qualora gli impianti vengano realizzati tramite opere foranee la normativa di attuazione relativa al progetto di massima dovrà indicare la quantità, la qualità e la provenienza dei materiali di cava necessari per la realizzazione delle dighe. I progetti presentati non prendono in esame come richiesto gli effetti indotti e pertanto non consentono di valutare, come richiesto, l’ammissibilità dell’opera. In particolare non sono evidenziati i seguenti aspetti: - effetti urbanistici Nessuno dei progetti evidenzia gli effetti che verrebbero prodotti sul tessuto urbanizzato esistente dall’incremento delle già forti esigenze di viabilità e di parcheggi e le misure per contenerne l’impatto anche in relazione alla scelta di attestazione delle dighe; - spiaggia nessuno dei progetti presentati valuta la possibilità di continuare la fruizione della spiaggia di San Giovanni ad uso balneare che probabilmente sarebbe compromessa dalla realizzazione di un porto turistico; - materiali di cava nessuno dei progetti specifica quale siano le cave di provenienza del materiale di cava e la compatibilità con il relativo piano di estrazione; in particolare il progetto ESAOM-CESA prevede la formazione di isole collegate tra loro con pontili galleggianti, senza altre specifiche indicazioni. - navigazione Per quanto riguarda le opere a mare nessuno dei progetti dimostra la compatibilità della realizzazione prevista con i flussi e le aree di manovra dei traghetti delle navi da crociera e con gli altri flussi di navigazione; - effetti meteomarini per quanto riguarda gli studi meteo-marino nessuno dei progetti considera l’impatto delle opere sui tratti costieri adiacenti soggetti ad erosione ad est e a insabbiamento a ovest della diga attualmente esistente. - rilievo dei luoghi Mancano in tutti i progetti le indicazioni sull’effettuazione e sulla data dei rilievi batimetrici presi come riferimento del progetto. Questo aspetto è fondamentale per la valutazione degli aspetti quantitativi dei dragaggi e sulla valutazione economica dell’iniziativa al fine di evidenziare i benefici economici derivanti dall’intervento; - dragaggi I progetti, SALES, ESAOM-CESA prevedono di riutilizzare se idoneo il materiale proveniente dai dragaggi ma non prendono in considerazione la possibilità (per altro confermata da recenti studi) di presenza di nichel e cromo che renderebbero il materiale inidoneo identificando un luogo di conferimento e i relativi costi. Il progetto della MARINA DI SAN GIOVANNI non tiene conto del progressivo insabbiamento delle costa di San Giovanni che renderebbe inutilizzabile una parte del porto se non venisse periodicamente effettuato un dragaggio che comporterebbe i problemi sopra descritti. Inoltre gli studi geologici non prendono in considerazione l’effetto dell’escavazione di intrusione salina nella falda idrica; - assetto idrogeologico I progetti, SALES, ESAOM-CESA prevedono di realizzare una banchina lungo il fronte mare ma non prendono in considerazione gli effetti che la banchina, più alta della strada lungomare avrebbe sul deflusso delle acque. Inoltre non considerano l’esistenza del Fosso del Melo, il trasporto solido generato dal Fosso del Condotto in corrispondenza della cava di Colle Reciso e progetta di intubare e deviare ad angolo retto il Fosso di Fonte Murata che periodicamente esonda nell’abitato di San Giovanni che è soggetto alle misure tutelari delle aree a rischio elevato di esondazione. Il deflusso dei fossi verrebbe certamente ostacolato dagli interventi che prevedono la loro deviazione in area costiera soggetta ad una amplificazione dell’onda marina. L’intervento previsto non può che aumentare la già elevata frequenza delle esondazioni, incrementando il fattore di rischio idrogeologico, generando richieste di risarcimento dei danni provocati al realizzatore dell’opera e alle amministrazioni che le hanno approvate, e il relativo contenzioso; I progetti SALES ed ESAOM-CESA (ma in parte anche quello MARINA DI SAN GIOVANNI) non tengono conto che il Comitato Tecnico di Bacino “Toscana Costa” della Regione Toscana ha individuato, nell’ambito dell’applicazione della legge n. 167 del 3/8/1998, le aree a pericolosità di inondazione elevata e molto elevata, tra queste anche l’intera zona di San Giovanni che viene ricompressa nella G“Pianura di Portoferraio: area a pericolosità idraulica molto elevata estesa a gran parte della pianura connessa con le esondazioni del fosso della Madonnina, del fosso della Concia, del fosso del Bucine e del fosso del Melo. Le situazioni a rischio più elevato si localizzano in corrispondenza degli insediamenti antropici a bordi NW ed E della pianura”G Si fa presente che nella cartografia allegata alla Del.G.R. del 2002 “Aree soggette a misure cautelari” la zona oggetto di richiesta di concessione risulta in piena zona blu (vedi cartografia) e che, già prima del nubifragio del 4/9/2002 che ha pesantemente interessato l’intera zona di San Giovanni, la stessa area era censita e cartografata tra quelle a forte rischio e comprese fra quelle soggette a misure cautelari. Si fa inoltre rilevare che la Delibera n. 1054 del 30/9/002 della Giunta Regionale recita: “Art. 1 - nelle aree di cui alla cartografia allegata, anche qualora le stesse ricadano all’interno di aree vincolate ai sensi della L. 677/96 o vincolate ai sensi del DL. 180/98 convertito con L. 267/98, sono consentiti esclusivamente gli interventi relativi alla mitigazione del rischio idraulico-idrogeologico. Sono altresì consentiti gli interventi di manutenzione su edifici nonché di restauro senza aumenti del carico urbanistico così come definito dalla L.R. 52/99 e, limitatamente alle sistemazioni del terreno quali piazzali ecc., previo parere favorevole dell’Autorità idraulica ai sensi dell’art. 89 comma I punto c) ultimo periodo D.L. 112/98”. Quindi non si considera l’esistenza e la conclamata pericolosità idraulica del Fosso del Melo e del Fosso del Condotto, non vengono indicate opere di regimazione delle acque e di mitigazione del rischio idraulico, al contrario si propongono soluzioni che ostacolerebbero il deflusso naturale dei fossi, con il probabile effetto di aumentare la già elevata pericolosità idraulica ed incrementando il rischio idrogeologico. - risorse idriche I progetti SALES, ESAOM-CESA e MARINA DI SAN GIOVANNI non si pongono il problema di reperire le risorse idriche necessarie per i servizi portuali e questo in contrasto con il vigente Regolamento Urbanistico - acque reflue I progetto TESECO, SALES, ESAOM-CESA e MARINA DI SAN GIOVANNI non considerano l’effetto degli scarichi delle acque reflue a mare o nella condotta comprensoriale prodotte dalla popolazione residente su 350 imbarcazioni; e non prevedono adeguate misure contro l’inquinamento provocato dalle acque di primo lavaggio dei piazzali (compresi quello di parcheggio) - Bonifica del Piazzale di San Giovanni Il Piano Provinciale di gestione delle bonifiche dei siti inquinati Luglio 2003 elaborato sulla base della Legge Regionale n. 25/98 Adottato dal Consiglio Provinciale con delibera n° 247 del 18.12.2003 include Portoferraio tra i siti che necessitano di bonifica (Sito n. 12 Codice Provinciale LI051 denominazione Ex CESA-ESAOM Comune Portoferraio Classifica Piano Regionale Bonifiche Br. Ter.) Tanto che il Cantiere ESAOM CESA S.p.A. Portoferraio Livorno ha ricevuto finanziamenti (Costo investimento 2.433.500.000, Contributo ammesso 608.375.000) per la bonifica dei siti inquinati in base al Regolamento CEE 2081/93 Ob.5/b mis.6.2b. Gli scavi effettuati in località Casaccia dall’Esaom per l’ampliamento del Cantiere navale hanno portato ad un cumulo di 30.000 mc. di fanghi contenenti sostanze classificate tossiche e nocive. Una parte (20.000 mc.) è stata stoccata a San Giovanni, andando a costituire un grande piazzale sul mare. Lo smaltimento dei fanghi è avvenuto sulla base dei risultati di una Conferenza dei Servizi tenutasi il 16/11/1998 che indica come prioritario il recupero ambientale del Sito di San Giovanni. La stessa delibera del Comune di Portoferraio che autorizza lo smaltimento dei fanghi recita: “Premesso che a seguito di scavi, effettuati dalla Soc. ESAOM CESA s.p.a., relativi a lavori di ampliamento di un cantiere navale fu effettuata in loc. Casaccian l’asportazione, dal fondale e dal litorale marino, di materiali fangosi provenienti, con ogni probabilità dagli insediamenti pregressi delle attività siderurgiche e di cokeria esistenti sull’area per molti decenni; Considerato che il riporto di tali materiali, successivamente miscelato ad inerti di demolizioni edili, ha costituito un cumulo stoccato in loc. Casaccia, del volume di circa 30.000 mc., dei quali una parte è stata successivamente trasportata in loc. San Giovanni in un’area della precitata soc.” Quindi, prima di ogni previsione di utilizzo, o stoccaggio di materiali, del piazzale di San Giovanni occorre effettuare precedentemente la bonifica dello stesso dai materiali inquinanti stoccati provvisoriamente, così come previsto dalle risultanze della Conferenza dei Servizi del 16/11/1998. - Ambiente e salvaguardia degli acquiferi San Giovanni è un’area importante dal punto di vista faunistico, interessata da migrazioni e stazionamento di uccelli acquatici e da un delicato equilibrio che ha dato vita alle attività termali ed è la naturale continuità ed il polmone di salvaguardia della Zona Umida dello Schiopparello-Le Prade compresa nel Sito di Interesse Regionale B07 IT5150101, al quale è esteso l’obbligo di adozione delle necessarie misure di conservazione che è riferito ai siti della rete Natura 2000, aree che gli ambientalisti chiedono da sempre di includere nel Parco Nazionale. San Giovanni è un’area a “pericolosità idraulica molto elevata” e con acquiferi di grande importanza ed altamente vulnerabili, tanto da essere ricca di pozzi la cui acqua viene usata anche per uso domestico, così come ben evidenziano le cartografie allegate al Piano del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Un porto turistico e le altre opere e strutture a terra per rendere economicamente sostenibile la realizzazione di una tale e costosa opera (parcheggi, strutture di servizio, magari un bel villaggio per i diportisti…) stravolgerebbero e distruggerebbero irrimediabilmente tutto questo, mettendo in pericolo la stessa risorsa idrica in una zona che viene definita: “vulnerabile alla maggior parte degli inquinanti in varie condizioni di rilascio nell’ambiente, impatto sull’acquifero praticamente immediato”. DPR 509/1997 E DM 14/4/1998 Il Decreto del Presidente della Repubblica 2 dicembre 1997, n. 509, reca la disciplina del procedimento di concessioni di beni del demanio marittimo per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto. Il Decreto interministeriale del 14 aprile 1998 del Ministro dei trasporti e della navigazione, del Ministro dell'ambiente e del Ministro dei lavori pubblici, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 98 del 29-04-1998, in applicazione dell’art. 10, comma 5 del suddetto DPR 509/1997, approva i requisiti per la redazione dei progetti da allegare ad istanze di concessione demaniale marittima per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto; in particolare l’Allegato I stabilisce i “requisiti del progetto preliminare”. “Il progetto preliminare stabilisce i profili e le caratteristiche più significative degli elaborati dei successivi livelli di progettazione, in funzione delle dimensioni economiche e della tipologia delle opere. Nei successivi paragrafi sono proposti schemi tipo dei singoli elaborati costituenti il progetto preliminare, che dovrà essere redatto in armonia con i correnti standard di settore, con particolare riferimento a quelli prodotti dall'Associazione internazionale permanente dei congressi di navigazione e a eventuali ulteriori standard adottati su scala regionale.” “Il progetto preliminare e' composto dai seguenti elaborati: a) relazione generale; b) relazione tecnica; c) studio di inserimento ambientale e paesaggistico; d) planimetria generale e schemi grafici, anche con riferimento ad elementi di pianificazione (eventuali piani paesaggistici, territoriali ed ambientali sia a carattere generale che settoriale); e) calcolo sommario della spesa; f) piano economico-finanziario preliminare.” Il decreto fissa anche l’articolazione di ciascuno di questi elaborati Nessuno dei progetti preliminari presentati sembra rispettare i requisiti e il contenuto richiesto dal DM 14/4/1998 che definisce i parametri tecnici specifici cui occorre attenersi ai fini della redazione del progetto preliminare e del progetto definitivo di strutture dedicate alla nautica da diporto; In particolare il progetto SALES pur richiamando il DPR 509/1997 non tiene conto di nessuno dei requisiti richiesti dal citato DM 14/4/1998 Anche i progetti ESAOM-CESA e MARINA DI SAN GIOVANNI, non rispondono a molti dei requisiti fondamentali previsti dal citato DM 14/4/1998 La relazione generale di tutti i progetti non documenta come richiesto lo studio di inserimento ambientale e paesaggistico, tenendo conto dell’impatto visivo, con riferimento alle conseguenze della costruzione del porto dal punto di vista della visione dal basso (perturbazione del panorama naturale goduto dalla spiaggia e dal mare). MARINA DI SAN GIOVANNI presentano l’impatto visivo dall’alto ma la prospettiva presentata nel progetto MARINA DI SAN GIOVANNI non sembra corrispondere con le planimetrie. Tutti i progetti presentati hanno un forte impatto visivo dal punto di vista della spiaggia di San Giovanni verso Portoferraio e viceversa dovuto all’altezza della diga foranea ( 2 metri quella SALES ed ESAOM –CESA) o alla estensione della diga (400 metri) che si estende oltre le prescrizione del piano comunale per quanto riguarda la MARINA DI SAN GIOVANNI. Gli studi geologici presentati, come già precedentemente dimostrato, sono assolutamente carenti per quanto riguarda la fattibilità dell'intervento, documentata attraverso lo studio di inserimento ambientale e paesaggistico, l'esito dello studio geologico, geotecnico, idrologico, idraulico, idraulicomarittimo e sismico di prima approssimazione delle aree interessate e l'esito degli accertamenti in ordine agli eventuali vincoli di natura archeologica, paesistica, ambientale o di qualsiasi altra natura esistenti sulle aree interessate. Infatti per gli aspetti idrologici i progetti non tengono conto dell’effetto della costruzione di banchine rilevate rispetto alla quota del lungomare di San Giovanni in area identificata a elevato rischio di esondazione e della presenza del fosso del Condotto, il fosso di fonte murata e il fosso del melo. Inoltre i progetti non tengono conto dell’insabbiamento della costa dovuta al trasporto solido del fosso del condotto che arriva alla cava di colle reciso. Il pozzo indicato dalla SALES è di difficile identificazione mancando gli estremi della concessione al prelievo dell’acqua. Mancano in tutti i progetti le indicazioni necessarie per garantire l'accessibilita', l'utilizzo e la manutenzione delle opere degli impianti e dei servizi esistenti, nonché il monitoraggio e la manutenzione della costa influenzata dall'intervento. Le relazioni tecniche sono carente soprattutto per quanto riguarda: - le considerazioni sulla rifrazione del moto ondoso, con l'ausilio di apposita modellistica matematica; - considerazioni sulle variazioni del livello medio mare; - considerazioni sul regime della dinamica litoranea locale (trasversale e longitudinale) in assenza e in presenza della progettata opera, con l'ausilio di apposita modellistica matematica per la predizione dell'evoluzione temporale della costa interessata dall'opera, a meno di particolari accertate condizioni morfologiche, sedimentologiche, meteomarine e strutturali per le quali la proposta opera non esercita rilevanti effetti sull'equilibrio dinamico dei seguenti costieri antistanti; - considerazioni sugli eventuali fenomeni di insabbiamento della imboccatura e dell’area portuale e sulla necessità dei dragaggi anche per il progetto MARINA DI SAN GIOVANNI che prevede di realizzare pontili in un’area soggetta a sedimentazione. Lo studio di inserimento ambientale e paesaggistico è assente nel progetto SALES e comunque carente nei progetti ESAOM-CESA e SALES perché manca di: - verifica di compatibilita' con le prescrizioni di eventuali piani paesaggistici, anche in relazione all'acquisizione dei necessari pareri amministrativi, - studio sui prevedibili effetti della realizzazione dei lavori e dell'esercizio dell'opera sulle componenti ambientali (con particolare riferimento all'ecosistema costiero, a integrazione di quanto gia' esplicitato in sede di studio idraulico-marittimo e alla luce delle linee guida formulate dalla Consulta della difesa del mare dagli inquinamenti); - relazione esplicativa della scelta del sito e delle possibili alternative localizzative e tipologiche. - impatto visivo, con riferimento alle conseguenze della costruzione del porto dal punto di vista della visione dal basso (perturbazione del panorama naturale goduto dalla spiaggia e dal mare) e dall'alto (panorama dagli eventuali rilievi circostanti il futuro insediamento); - interferenza con la spiaggia nel senso sia della impossibilita' o meno di utilizzare l'eventuale spiaggia esistente ai fini balneari, sia di ripercussioni sulla dinamica litoranea dell'intera falcata costiera di influenza; - interferenza con i corsi d’acqua - accesso da terra o viabilità, ovvero la facilita' di ingresso via terra e la vicinanza alle principali arterie di comunicazione; - accesso da mare o navigabilità, intendendo con tale termine la sicurezza delle manovre di ingresso, di evoluzione interna e di ormeggio; protezione dagli agenti meteomarini, in termini di sicurezza dell'ormeggio riguardo all'azione del moto ondoso e del vento; - durabilità delle strutture e quindi oneri di manutenzione legati ai processi di danneggiamento e degrado delle opere nel tempo. - utilizzazione delle risorse naturali; - produzione di rifiuti; - inquinamento e disturbi ambientali; - rischio di incidenti; - impatto sul patrimonio naturale e storico, tenuto conto della destinazione delle zone che possono essere danneggiate (in particolare zone turistiche, urbane o agricole). - la qualità e la capacita' di rigenerazione delle risorse naturali della zona; la capacita' di carico dell'ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone: a) zone costiere b) zone montuose e forestali; c) zone nelle quali gli standard di qualità ambientale della legislazione comunitaria sono già superati; d) zone a forte densità demografica; e) paesaggi importanti dal punto di vista storico, culturale e archeologico; f) aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle acque pubbliche; g) effetti dell'opera sulle limitrofe aree naturali protette. Gli schemi grafici non contengono i seguenti documenti: - planimetria dei parcheggi auto - sistemazioni a terra (piazzali, edifici, servizi). - planimetria con zonizzazione delle funzioni; - accessibilità portuale e viabilità interna ed esterna; - navigabilità, con indicazione delle rotte di ingresso e delle evoluzioni interne); Il piano economico-finanziario preliminare di tutti i progetti non evidenzia il programma di finanziamento, costruzione e gestione della infrastruttura portuale, finalizzato a evidenziare la congruenza tra i preventivati costi da sostenere (inclusivi degli oneri per il monitoraggio e la manutenzione) e il richiesto periodo temporale di concessione per l'ammortamento economico degli stessi. PAESAGGIO Il Codice dei beni culturali e del paesaggio, approvato con decreto legislativo n. 41 del 2004 determina all’Articolo 142 stabilisce che le aree tutelate per legge fino all’approvazione del piano paesaggistico di cui all’articolo 156, sono comunque sottoposte alle disposizioni di tutela per il loro interesse paesaggistico. Sono compresi tra le aree tutelate per legge: a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare; b) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227; c) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente codice. I progetti presentati non tengono conto delle tutele previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e le realizzazioni previste non sono compatibili con le necessarie azioni di tutela. Infatti per tutti i progetti: - le dighe frangiflutti previste, in minore o maggior misura a seconda dei progetti, impediscono la visibilità del panorama di Portoferraio dalla marina di San Giovanni e viceversa, un panorama che è stato riprodotto dai più famosi pittori macchiaioli; - l’intervento incide sulla presenza di rilevanze storiche e archeologiche segnalati nei piani comunali quali l’edificio ottocentesco del Mulino, la villa e la cappella seicentesca di San Marco e il relativo podere e l’area archeologica romana delle Grotte; Inoltre la proiezione sulla costa dell’estensione spaziale a mare del progetto MARINA DI SAN GIOVANNI incide su aree destinate a tutela. I PROGETTI PRELIMINARI tutti i progetti presentati dimostrano carenze riguardo al rispetto delle norme comunali, regionali e statali vigenti: In particolare volendo elencare per ogni progetto solo le maggiori evidenze il progetto SALES: - non tiene conto dei requisiti richiesti dal DM 14/4/1998 che regola l’applicazione del DPR 509/1997; - prevede una viabilità con un incrocio a raso sulla provinciale di notevole impatto ambientale; - prevede per i parcheggi l’utilizzo di un’area comunale che sarebbe più opportuno destinare a parcheggi e servizi per l’abitato di San Giovanni e per l’accesso a Portoferraio dal mare; - prevede il banchinamento della spiaggia di San Giovanni che non è compatibile con la presenza dei fossi e con la pericolosità idraulica elevata e il rischio di esondazione della zona; - crea un forte impatto visivo da terra e dal mare (peraltro non idoneamente documentato) assolutamente intollerabile; - la documentazione relativa alla possibilità di utilizzo dei materiali derivanti dai dragaggi è inconsistente. - manca una documentazione aggiornata dello stato dei luoghi per quanto riguarda la batimetria attuale. Il progetto ESAOM-CESA: - prevede una viabilità con un incrocio a raso sulla provinciale di notevole impatto ambientale; - prevede per i parcheggi l’utilizzo di un’area comunale che sarebbe più opportuno destinare a parcheggi e servizi per l’abitato di San Giovanni e per l’accesso a Portoferraio dal mare; - prevede il banchinamento della spiaggia di San Giovanni e la costruzione di strane isole artificiali che non sono compatibili con la presenza dei fossi e con la pericolosità idraulica elevata e il rischio di esondazione della zona; - la documentazione relativa alla possibilità di utilizzo dei materiali derivanti dai dragaggi è inconsistente. - Il progetto proposto, con la costruzione di isole e penisole artificiali collegate tra loro, costituirebbe un completo snaturamente dei luoghi, del panorama, della linea di costa e del fondale marino - manca una documentazione aggiornata dello stato dei luoghi per quanto riguarda la batimetria attuale. Il progetto MARINA DI SAN GIOVANNI: - pur prevedendo strutture con minore impatto sull'ambiente marino, prevede una estensione spaziale a mare non compatibile con le prescrizioni comunali - crea un impatto visivo da terra e dal mare non idoneamente documentato; - prevede per i parcheggi l’utilizzo di un’area comunale che sarebbe più opportuno destinare a parcheggi e servizi per l’abitato di San Giovanni e per l’accesso a Portoferraio dal mare; - non prevede il trasporto solido del fosso del Condotto dalla cava di Colle Reciso che provocherà l’insabbiamento del porto e la necessità di dragaggio; - manca una documentazione aggiornata dello stato dei luoghi per quanto riguarda la batimetria attuale. - prevede uno scalo di alaggio, che per un approdo turistico è destinato solamente alla sicurezza delle imbarcazioni, all’esterno dell’area del bacino protetto distante oltre ottocento metri dalle imbarcazioni che in caso di necessità ne dovrebbero usufruire. Per questi motivi LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano invita le SS.VV. a respingere le richieste presentate dalla società, SALES, ESAOM-CESA e MARINA DI SAN GIOVANNI di concessione per le aree demaniali e per il mare territoriale in località San Giovanni nel comune di Portoferraio e, nel caso venissero integrate degli elementi mancanti, a sottoporle ad un nuovo procedimento amministrativo in base al DPR 509/1997.