Con la richiesta di 10 rinvii a giudizio si è chiusa l’inchiesta condotta dalla Procura di Genova sui presunti illeciti all’isola d’Elba che ha coinvolto tra gli altri Vincenzo Gallitto, prefetto di Livorno, il suo ex vice Giuseppe Pesce, ora prefetto di Isernia, e l’ex capo dei Gip di Livorno, Germano Lamberti. Le accuse sono a vario titolo quelle di corruzione, corruzione in atti giudiziari, concorso in peculato e abuso d’ufficio. La richiesta di giudizio, contenuta in 82 pagine, è firmata dai magistrati genovesi, il procuratore aggiunto Mario Molisani e il pm Palola Talleri. Tra i dieci imputati figurano inoltre gli imprenditori edili di Pistoia, Franco Giusti e Fiorello Filippi, il sindaco di Marciana, Luigi Logi, e il dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Marciana, Gabriele Mazzarri. Al centro dell’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza di Livorno, avviata nella città toscana e poi passata a Genova per competenza essendo coinvolto un magistrato toscano, due futuri complessi edilizi di Procchio, nel comune di Marciana e di Cavo, nel comune di Rio Marina, in cui erano interessati gli imprenditori pistoiesi e l’ingegnere Uberto Coppetelli, a sua volta indagato, morto alcuni mesi fa. Ad accusare il magistrato ci sarebbero alcune intercettazioni telefoniche. In una il gip, secondo l’accusa, avrebbe suggerito all’ingegnere quali atti presentare per ovviare ad una richiesta di sequestro dell’area in costruzione a rocchio presentata allo stesso Lamberti dal pm Giaconi e poi rigettata dal giudice arrestato. Inoltre il gip si sarebbe attivato personalmente se a Livorno ci fosse un’inchiesta in corso su di loro. Le intercettazioni riportate nella misura cautelare si riferiscono anche ad una conversazione tra i due prefetti: in una telefonata Galletto chiede a Pesce se “era tutto a posto”. La risposta del prefetto di Isernia è: “No per niente, quello (il Giusti), non capisce niente, ed è pure pericoloso”. Le indagini hanno coinvolto anche i due prefetti Vincenzo Gallitto e Giuseppe pesce, il primo accusato, insieme a Luca Lamberti, figlio del giudice, di concorso in peculato. Secondo l’accusa Galletto mise a disposizione del giovane due autodi servizio della Prefettura (con autista) per accompagnarlo da Livorno a Piombino e, una volta sbarcato all’Elba, in giro per l’isola. Pesce invece è accusato, tra l’altro, di avere ottenuto a prezzi di favore dagli imprenditori indagati alcuni appartamenti nel complesso residenziale “Costa dei barbari” a Cavo.
procchio azione dimostrativa