Sentieri che sembrano una jungla, abbandonati a una vegetazione selvaggia. Turisti che rischiano di perdersi alla ricerca di una segnaletica sentieristica che non troveranno mai. Piazzole panoramiche a margine delle quali un pannello ricorda all’incredulo turista di trovarsi all’interno del perimetro del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Tutto intorno un bagno pubblico a cielo aperto: rifiuti, immondizia, fetore. Quel pannello recante il logo del Parco che sa di beffa. Pochi metri più in là una scarpata, la recinzione che garantiva la sicurezza dell’area di sosta è divelta. Non solo rifiuti e cassonetti maleodoranti. Capo Sant’Andrea, la località del versante occidentale ribattezzata oramai da anni «l’isola nell’isola» per merito della bellezza dei propri scorci, è anche questo. Gli imprenditori riuniti nel Consorzio Albergatori Capo Sant’Andrea lanciano l’allarme e a distanza di una settimana dal loro ultimo “Sos” sottolineano: «Non solo il comune di Marciana è inadempiente, la colpa è anche del Parco Nazionale. «I sentieri versano in una condizione vergognosa – fa presente Maurizio Testa, titolare dell’Hotel Ilio. Non vengono mai puliti. A nostre spese, in questi anni, abbiamo provveduto alla loro cura. Ma possiamo occuparci solo dei sentieri principali, dovrebbe essere il Parco a pulirli». Una situazione aggravata dallo stato di degrado in cui è sprofondata la piazzola che sovrasta la frazione di Sant’Andrea. «Il cartello dell’ente Parco è presente – spiega Testa – ma quel posto non riceve cure da tempo». Per non parlare delle frotte di turisti e studenti che prendono d’assalto le millenarie scogliere della zona armati di martelli e scalpelli, se non di veri e propri martelli pneumatici nelle peggiori delle ipotesi, per procurarsi materiale di studio o, persino, souvenir della frazione occidentale. «Uno scempio – taglia corto Testa – sul quale il Parco non ha mai vigilato». L’ente Parco? «Latitante – secondo Cristiano Anselmi, proprietario dell’Hotel Cernia. E’ un’istituzione formale, nella sostanza non esiste. I nostri turisti in bassa stagione chiedono ambiente e trekking e non siamo in grado di offrire che il solito sentiero che provvediamo a pulire di tasca nostra. Il resto dei sentieri è abbandonato, in preda alle erbacce». Destagionalizzazione. Uno slogan di cui si fa un gran parlare… niente di più. La formula mare e spiagge considerata superata. Il risultato? Incuria, lassismo, degrado. «I turisti vengono in vacanza da noi credendo che esista un Parco Nazionale capace di tutelare il nostro territorio, ne rimangono delusi quando scoprono lo stato di abbandono che imperversa». Davide Barsalini, titolare dell’Hotel Barsalini, non ha dubbi: «Il Parco c’è solo sulla carta». E per Sauro Garbati dell’Hotel Sant’Andrea il «Parco non sta svolgendo le funzioni per cui è stato costituito». Non una polemica politica, non l’ennesima presa di posizione sull’infinita bagarre in corso tra Regione Toscana e ministero dell’Ambiente. Quella del Consorzio Albergatori Capo Sant’Andrea è la volontà di denunciare una situazione ritenuta ormai inaccettabile, da superarsi al più presto possibile. «Sono anni che ci impegniamo a curare l’immagine di Sant’Andrea – conclude Testa. E’ ora che anche le istituzione facciano la loro parte».
S.Andrea Marciana