Il 9 agosto, in pieno giorno, due subacquei muniti di fucile ed equipaggiati con proibitissimi autorespiratori e "bibombole", hanno pescato a lungo in mezzo ai bagnanti a Cala Volo di Notte nell'Isola di Giannutri. I due bracconieri indisturbati hanno fatto strage di pesci in piena Area Marina Protetta, nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, dove è vietata qualsiasi tipo di pesca. LEGAMBIENTE ha già segnalato subito il fatto alla lontana Capitaneria di Porto di Porto Santo Stefano, al Corpo Forestale dello Stato ed all'Ente Parco, ma questo è solo l'ultimo episodio di continui abusi. Infatti, nel mare di Giannutri sta succedendo anche di peggio: i molti gusci allungati e di colore bruno dei Datteri di mare (vedi foto) che si trovano in acqua, in particolare nel Golfo dello Spalmatoio, sono la prova evidente che nella piccola isola calcarea dell'Arcipelago Toscano, ad all'interno del mare protetto dal Parco Nazionale, sta continuando indisturbata un altro tipo di pesca proibita, dannosissima ma molto redditizia: quella ai datteri di mare (Lithophaga lithophaga), molluschi bivalvi perforatori che colonizzano le rocce calcaree fino a 35 metri di profondità. La loro cattura provoca la distruzione delle scogliere: i datteri vengono raccolti spaccando e sminuzzando la roccia con picconi e scalpelli, così viene rimossa completamente la copertura biologica dei substrati duri superficiali, e si desertificano i fondali. La pesca del dattero è vietata dal 1988, successivamente ne è stata bandita anche la commercializzazione e ogni forma di importazione. Dunque chi pesca e commercia datteri è di sicuro fuori legge. Ogni consumatore di datteri contribuisce a questo scempio: per un piatto di linguine ai datteri si distrugge un quadrato di fondale di 33 centimetri di lato. Ogni anno in Italia vengono raccolte illegalmente tra le 80 e le 180 tonnellate di datteri, equivalenti a 4-9 ettari di fondali desertificati. Se questo è intollerabile ovunque, è doppiamente criminale in un'isola che è Zona di Protezione Speciale, Sito di Interesse Comunitario, Sito di Importanza Regionale e, a terra ed a mare, dovrebbe essere protetta dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Ma invece Giannutri sembra una sorta di porto franco dove si sconfina tranquillamente in acque vietate e si ancora anche a pochi metri dalle coste. Una situazione insostenibile e non più accettabile. Occorre garantire una sorveglianza certa e continua a mare ed a terra. Il Ministero dell'Ambiente deve finalmente cominciare ad assumersi le responsabilità che derivano dall’aver deciso che Giannutri è un luogo meritevole di tutela e protezione e che, proprio per questo, è stato inserito nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
datteri giannutri