Anche Nicola Ageno, ultimo tra i sei arrestati nell'inchiesta portoferraiese su "affari e urbanistica" ha lasciato il carcere della Sughere. Al trentaseienne architetto, figlio dell'ex Sidaco Portoferraiese è stato, come ai coindagati per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio, concesso di restare agli arresti domiciliari (presso il suo studio-appartamento di Via Guerrazzi, poichè nell'abitazione di famiglia, a Capo Bianco, si trova già ristretto da quasi due mesi il padre l'ez-sindaco portoferraiese Giovanni Ageno. Anche nel caso del tecnico il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari nella giornata di Venerdì 13 agosto dopo che Nicola Ageno, progettista "di fiducia" del Gruppo Nocentini per il quale aveva seguito la contestata partita dell'ex-Pacaelmo, aveva trascorso settantaquattro giorni alle Sughere, dove era stato visitato appena qualche ora prima dalla madre, che poi lo ha accolto nell'area portuale del capoluogo elbano unitamente ad alcuni amici. Le motivazioni con le quali il G.I.P. livornese ha deciso per l'attenuazione del regime di custodia sono in pratica le stesse richiamate nei casi di Nocentini, Fratti e Maltinti, e centrate sulla impossibilità della eventuale reiterazione dei reati per i quali i sei si sarebbero associati.
Pacaelmo ridotta