Mi trovo costretto a rispondere ad un articolo di Legambiente Arcipelago Toscano, contenente affermazioni, a dir poco sconcertanti, che mi riguardano direttamente. Vengo accusato da questi signori non solo “di leggerezza” ma anche “di scarsa conoscenza” della reale situazione di Pianosa. Ma veniamo ai fatti. Qualche giorno fa è uscito sulla stampa locale un mio articolo, con il quale mettevo in evidenza alcuni problemi, che si erano venuti a creare, in seguito alla decisione del Comune di Campo nell’Elba e del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano di ridurre il numero di visitatori a Pianosa da 450 a 250. In sostanza, in tale articolo, affermavo come non si possa, in piena stagione, fare cambiamenti che vanno in contrasto sia con le aspettative di sempre più numerosi turisti che si sono visti negare la possibilità di visitare l’isola sia con i legittimi interessi di imprese locali e dei loro dipendenti, che sulla base dei 450 permessi concessi inizialmente, hanno effettuato ingenti investimenti e programmato su tali dimensioni di afflusso le escursioni all’Isola d Pianosa. E’ stata questa una leggerezza da parte mia? O forse non vi è stata “leggerezza” in chi ha inizialmente programmato le visite in Pianosa, senza peraltro predisporre le adeguate e necessarie condizioni di accoglienza ed in chi, non come me, aveva “conoscenza della reale situazione dell’isola”, che non avrebbe potuto sopportare attualmente un numero così elevato di visitatori? Signori di Legambiente, un vostro famoso rappresentante, il signor Umberto Mazzantini, non fa forse parte dei consulenti esterni del Parco Nazionale, quale voce da sempre ascoltata, fra una “finta dimissione” e l’altra, dal tanto da voi bistrattato ( si fa per dire) commissario? Non cercate di mettermi in mezzo a polemiche che non mi riguardano nel modo più assoluto. Ma una cosa e certa e cioè che le regole, che tutti sono tenuti a rispettare, prima di farle e poi modificarle, andrebbero ben ponderate per non creare danni e per rispettare anche chi lavora e cerca di fare un turismo diverso, non solo a parole, ma con i fatti.
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