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Sugli abbandoni degli animali

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 10 agosto 2004

"Chi condanna a morte un amico merita una condanna a vita". Questa scritta è comparsa nei giorni scorsi su un quotidiano nazionale (La Repubblica, 28 luglio '04) a commentare l'illustrazione di un guinzaglio in forma di cappio. La crudezza del messaggio, sicuramente valutato con distacco dai cosidetti benpensanti che popolano ogni parte della terra, rappresenta invero una odiosa realta'. Il crescente numero di abbandoni di cani (persino cuccioli) sulle strade dell' Isola è la punta emergente di una situazione ormai insostenibile che affianca alla crudele pratica dell' abbandono i problemi conseguenti del randagismo, quelli meno gravi ma ugualmente rilevanti dalla totale mancanza di un'area attrezzata per l'attività motoria dei cani (nonostante l'obbligo per i comuni descirtto dalla Legge sui - diritti degli animali -), e quelli gravissimi della totale mancanza di un canile comunale o comprensoriale, nonostante una Legge dello Stato, la - 281 del ' 91 - ne imponga ai Comuni, all'art. 4, l'obbligo di realizzazione. Ne discende, purtroppo, l'evidente totale indifferenza degli Enti Locali che descrive, come segnalava recentemente il Consiglio Regionale dell'ENPA, "un inconcepibile ritardo nell'assolvimento dei compiti istituzionali". Siamo ormai nel pieno della stagione turistica e, mentre rinnoviamo l'invito alle Amministrazioni Comunali tutte a svolgere maggiore attenzione e supporto collaborativo alla locale sezione volontaria ENPA dell'Elba, abbiamo l'obbligo pressante di sottolineare che il grande numero di ospiti che sbarcano all'Isola in compagnia dei loro cani impone di sollecitare le Amministrazioni (tanto sensibili al ritorno economico del flusso turistico) affinchè si rendano finalmente conto, quanto meno, della necessità morale se non dell'obbligo Istituzionale, di intervenire nell'emergenza con qualche provvedimento immediato, pur se transitorio, almeno per quanto riguarda qualche ricovero con funzioni di - canile -, l'adozione di protocolli di contenimento della - leishmaniosi - tuttora inesistenti in zona endemica della malattia come l' Elba, e qualche area recintata, o qualche concessione post-pomeridiana sulle spiagge libere, per attività motoria dei cani. La Sezione ENPA dell'Isola d'Elba Gli amici dell'ENPA ci consentano (e ce lo devono consentire visto che siamo sempre stati dalla loro parte), ma quello slogan non è solo crudo, è anche sciocco e politicamente sbagliato, perchè pone chi lo condivide in un ghetto fondamentalista, perchè fa allontanare gli animalisti non tanto dai "perbenisti" che da forcaioli come in fondo di solito sono, potrebbero pure essere d'accordo, ma proprio dai loro principali interlocutori: i progressisti e prima di tutto coloro che rispettano la natura in tutte le sue forme, minerali vegetali ed animali compreso l'homo sapiens sapiens. La galera a vita, la punizione senza speranza è una barbarie in sé, una pratica contraria al dettato della nostra Costituzione, seconda per crudeltà solo a quell'altra manifestazione di inciviltà di stato che è la pena di morte, applicata solo da nazioni nelle quali il rispetto della persona umana è un optional. Certe parole (galera e vita) sono particolarmente pietre, e gli amici dell'ENPA (come i giornalisti di Repubblica) farebbero bene ad usarle con cautela. Ciò premesso siamo in perfetto accordo con tutte le affermazioni dell'ENPA sul grave problema che viene denunciato, e per rendere circolare il ragionamento ci domandiamo a che punto stia il progetto della struttura canile da realizzare e gestire con l'aiuto dei detenuti di Porto Azzurro. Ci pareva una buona idea su due fronti: quello di risolvere un problema di sofferenza zoologica, che una banda d'incapaci che si spaccia per classe di amministratori non è riuscita a risolvere da anni, e quello di restituire un poco di affettività a chi ne riceve tanto poca, lenendo un sofferenza umana.


gattino

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cani

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