Il solido materialismo con il quale ci hanno allevato ci ha messo al riparo dalle tagliole dell'irrazionalità, dalle consultazioni oroscopare, dalle stronzate new-age di ogni forma e colore, dai venditori di fumo e di illusioni vestiti da santoni, terapeuti, maghi dei poveri (di spirito). Ciò premesso iniziamo però a pensare che l'adagio popolare "anno bisesto, anno funesto", che apparentemente non avrebbe nessuna giustificazione, per quanto riguarda l'Elba qualche sostanza ce l'abbia. Non siamo ancora a due terzi d'anno compiuti e qui in questo 2004 bisestile è successo di tutto: dalla crisi turistica che tutti un po' temevano un po' auspicavano ("Ci vorrebbe un po' di crisi - abbiamo sentito dire mille volte - perchè si incominci a fare le cose seriamente!") ma che nessuno in fondo credeva prima o poi arrivasse sul serio, agli amministratori tecnici e imprenditori ingabbiati, ad una cronaca nera martellante cosparsa di eventi luttuosi. Tanto che ormai i cronisti elbani che una volta entravano in fibrillazione per un incendietto, uno "strofinone pe le tere" con una gamba rotta, ormai hanno messo su una pelle cuoiosa di un tale spessore che, sotto la rapina a mano armata, qualsiasi cosa riferiscano loro è comunque "una cazzata". S'incomincia a sentire la nostalgia della normalità e perfino della noia, anche perchè, "anno bisesto anno funesto" a rompere la noia sono solo fatti negativi e per il resto l'Elba resta una morta gora culturale a progettualità zero. Non ci resta che ridere con il Cicino per le sue fantastiche leggende nuove di zecca, con Attilio per le sue vignette, col Meoni per la sua lucida follia, sperando che, visti i risultati delle "persone serie", l'isola la salvino i buffi (che non vuol dire tonti). E non ci resta che attendere che termini questo anno bisesto - anno funesto.
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