Nel 1963, 41 anni fa, sbarcarono sull’isola 45.362 auto (dati Eve), ben 20 mila in meno delle 66mila arrivate soltanto nel mese di luglio scorso. Dieci anni più tardi, già raddoppiavano gli arrivi di turisti, 687.803, e triplicavano quelli delle auto, 120.829. Oggi sbarcano a Portoferraio 3milioni di persone l’anno e circa 800mila auto. Come direbbe Catalano, il principe televisivo dell’ovvietà, l’unico fattore certo ai giorni nostri è che le invasioni massicce, e senza precedenti nella plurimillenaria storia dell’arcipelago, non hanno fatto crescere di un centimetro l’Elba, né le principali vie di comunicazione si sono allungate o sono diventate autostrade. Peraltro, se i traffici marittimi sono centuplicati, le compagnie di navigazione sono rimaste sempre le stesse e soltanto due con buona pace del mercato libero, dei prezzi e della competitività, e i porti sono immersi da anni in un eterno cantiere. L’esponenziale migrazione specie estiva, pari per popolazione a quella di metropoli come Roma o Milano, provoca inevitabilmente immani problemi di vivibilità e di convivenza e mette a dura prova gli equilibri ambientali. Sarebbe interessante che, oltre ai numeri sugli andirivieni con il continente, si potessero avere cifre e confronti con il passato sull’offerta dei servizi, sul livello di ospitalità e sul rapporto qualità-prezzi. Di sicuro, lo stato di salute dei servizi è pessimo, anche se le bellezze elbane hanno retto abbastanza bene a 40 anni di assalto sfrenato del turismo consumistico e usa e getta. Oggi come ieri, la crisi idrica tormenta la stagione estiva salvo le tregue concesse da Giove pluvio. Ma oggi rispetto a ieri, montagne di rifiuti assediano e soffocano i paesi isolani. Oggi la rete delle fognature, più o meno quella di ieri, è sull’orlo del collasso e la difesa del mare pulito e delle spiagge senza gabbie inquieta i sonni degli elbani. Il traffico delle auto ingolfa le strade ed è alla disperata caccia ai parcheggi. Da tempo, il dibattito sul numero chiuso è stato archiviato così come non ha incontrato molti consensi l’idea di un governo unico degli affari isolani. Comprensibilmente ogni Sindaco è geloso della propria autonomia e delle proprie prerogative sul territorio. Rimane il problema che un conto è soddisfare i bisogni di quattro anime (d’inverno), un altro avere a che fare con la moderna cultura vacanziera di centinaia di migliaia di turisti con tante pretese e indisponibili a qualsiasi rinuncia.
Marmorica metà toremar porto