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Meoni o il poeta maledetto di Carpani

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 07 agosto 2004

Egr. Direttore, Come postilla al Suo magnifico “Sciambere Leggendario” vorrei aggiungere una considerazione personale sul grande e nuovo evento della “Festa del Viticcio”. Sono ottimista che questo evento contribuirà senz’altro a risolleverà le sorti del turismo nostrano, diventando il clou della mondanità a Portoferraio. Come ha giustamente sottolineato, il culmine sarà raggiunto ovviamente con la lettura delle poesie del Meoni recitate da Arnaldo. Tuttavia, mi sembra doveroso preparare i gentili spettatori, essendo uno “storico” conoscitore (o come suol dirsi della “prima ora”) della complessa poetica del Meoni, che avranno l’onore di parteciparvi a capire che cosa si devono aspettare. Tutto ciò al fine di prevenire spiacevoli contestazioni arricchite con insalata capricciosa, tonno e pomodori. L’attento ascoltatore, all’udire dei carmi del Meoni, s’evincerà che il pessimismo Meoniano surclassa quello Leopardiano, tanto che il grande poeta di Recanati al confronto si debba ritenere un vero e proprio buontempone! I più attenti si accorgeranno altresì che la nobile ispirazione risente pesantemente di quella proveniente dal filone dei poeti maledetti della scuola francese, ma è comunque arricchita (e qui c’è l’elemento davvero “originale” della sua poetica) da quel “grado di alcolicità”, particolarmente elevato, che traspare in ogni sua composizione. Per questo, i versi del Meoni sono di difficile impatto ma si apprezzano maggiormente, e sono quindi più godibili, solo dopo ripetute sbornie lettrici. Solo dopo questa ubriacatura letteraria, l’ascoltatore percepirà che il "novello" poeta Mauro Meoni potrà “con pieno merito” essere inquadrato nella vite (pardon…vita) quotidiana di tutti coloro che hanno perso ogni speranza d’entrare nella porta della società conformista, astemia ed incapace di reagire. Con queste premesse, sono sicuro che tutti i partecipanti saranno come rapiti da questa stupefacente sbornia poetica, che renderà leggendaria appunto la “Leggenda del Viticcio”. Festosi saluti Antonio Caro Antonio E' vero che di norma il corsivo "A Sciambere" viene scritto dal Direttore ma non è il caso questo dell'articolo (esilarante) a cui lei fa riferimento, che invece era dovuto ad Alex Beneforti. In realtà il pezzo è uscito firmato dall'autore, ma non è male ripeterlo.


Mauro Meoni

Mauro Meoni