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Il giallo del Polluce

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 05 agosto 2004

Del Polluce si cercherà di recuperare la tazza del “water”, e le macchine a vapore. E’ venuto alla luce anche un cofanetto con scritto “capelli di Napoleone”. E così la beffa si aggiunge alla più epocale delle razzie, compiute in circostanze ancora poco chiare a sud dell’Isola d’Elba, al largo di Capo Calvo. Il relitto Polluce è stato sventrato e saccheggiato, le briciole del suo scheletro disperse a 100 metri di profondità, dell’antico immenso tesoro rimangono strane stalagmiti grigie, rimasugli di monete che sembrano tutt’uno con le rocce sottomarine. Nella serata di rievocazione in costume della leggenda della principessa di Naregno la proiezione della pellicola sul relitto della nave carica d’oro affondata nel 1841 ha mostrato tutta la miseria di un pasticciaccio internazionale. Una banda di avventurieri inglesi, poi condannati con un lavoro di intelligence tra Carabinieri e Scotland Yard, è potuta rimanere indisturbata dalla fine del gennaio 2000 e per tutto il mese di febbraio sulla perpendicolare del Polluce a rovesciare manciate di fango e monete sul ponte di un mezzo navale, affittato a Genova per il recupero del relitto. Così come si chiede nell’interrogazione parlamentare presentata dal Senatore Marco Lion al Ministro dei Beni Culturali “la banda” potrebbe essere stata in possesso di una autorizzazione a procedere. Ma autorizzazione emessa da chi, e per fare che cosa? Ancora non sono state fornite risposte alle domande formulate dal Senatore: la Soprintendenza aveva dato o no l’autorizzazione a procedere? E se sì, è possibile che tale autorizzazione si riferisse al recupero di lingotti di alluminio di tutt’altro relitto, affondato nel 1916 nelle acque siciliane, con la quale la “banda” ha mascherato le attenzioni rivolte al Polluce? E se così fosse, è possibile che un qualsiasi controllo durante quel mese di razzia, non rilevasse che le coordinate elbane erano ben diverse da quelle del relitto siciliano? Dal filmato proiettato presso l’Hotel Le Acacie di Naregno nella serata del 4 agosto sembra perciò di capire che le cascate diamanti, smeraldi e rubini siano finite altrove. Dopo il saccheggio qualcosa è stato e può essere ancora legalmente recuperato, ma è chiaro che si tratta di spiccioli e souvenir kitch che andranno come premio di consolazione ad un museo che sarà allestito nel comune di Capoliveri.


polluce

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