Torna indietro

Strascichi del carteggio "Moglie del tenente Colombo"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 04 agosto 2004

Carissima Patrizia, Non ho nulla da aggiungere alla tua bellissima e fulminante lettera. Non sostenevo “l’immagine di questa donna premurosa, che sta silente al fianco di un uomo che grazie a lei può esprimere tutta la sua genialità”, perché non credo alla genialità maschile: e infatti avevo distinto fra il loro “ingegno” e il genio femminile. Ma osservavo che “in fondo in questo nostro mondo organizzato dai maschietti per lenire la loro noia, ancora non è venuto il tempo della verità, e tutto deve funzionare secondo le regole del gioco da loro inventato”. Come vedi siamo d’accordo. Per quel che mi riguarda aspetto con ansia che le cose cambino, ma temo che non sarà facile: gli uomini non sono tanto felici, sai; perché la felicità è inscindibile dall’amore, e noi tendiamo ad amare noi stessi, per timore di non essere poi tanto amabili. E le persone non felici stanno sempre in difesa. La nitroglicerina del tuo uovo l’hai mostrata bene nella tua lettera. E io sono ben contento di rifletterci sopra. Con gli occhi di un uomo, però, perché “con gli occhi dalla parte delle donne” preferisco lo facciano loro, se no si ritorna al giochino di sempre. Mi spiace che tu non voglia perfezionare il Tenente. Ma ce lo possiamo tenere anche così. Quanto al nostro diventare padri, bisognerebbe nascere donne. Ciao e grazie. Luigi Caro Rossi, finalmente un bel dibattito sui massimi sistemi, dopo tanti dibattiti sui minimi sistemati o da sistemare. Certo il raffinato Totaro s’è un po’ arruffianato con le donne; ma si sa, è maschio e figlio, e quindi invoca la mamma. La Piscitello, dal canto suo, si rammarica perché le donne sono escluse dal potere e confinate nella frustrazione delle mura domestiche, come se la moglie del Consigliere che noi conosciamo dovesse essere più frustrata del marito che da una vita non conta nulla; e così quella dell’altro Consigliere e assessore che ha dovuto ingoiare dei rospi da campionato; e così quella dell’altro Consigliere ubiquo che doveva assurgere a chi sa quali fasti e gli è toccato espatriare (come a tutti i profeti); o in genere quelle dei tanti che, in maggioranza e in opposizione, hanno da amministrare debiti e scegliere quasi nulla. Per non parlare delle mogli dei “perché io no?”, e dei “Vengo anch’io. No, tu no!”… Le donne, d’altra parte, controllano quasi in esclusiva il più importante centro di potere della società, la scuola (dalle materne ai licei: orami perfino nei testi di legge si scrive “le insegnanti”; se i maschi chiedono la loro quota di posti, tre o quattrocentomila se ne vanno a casa), e controllano quasi del tutto l’educazione in famiglia; e, a quel che dice il Totaro, so’ bone solo a creare “scarafoni” che non piacciono altro che a loro (così nessuno li vuole e se li tengono per sempre). Altro che consiglieri comunali, che sono quattro e non contano nulla. Forse le donne dovrebbero essere un po’ meno mamme mammone, e lasciare che i figlioli maschi imparassero da presto a battere le corne contro le loro frustrazioni, e a cercare di venirne fuori senza fare danni a sé e a tutti. Però è anche certamente vero che il potere maschile non le vuole fra i piedi, o le sopporta male. Insomma. I problemi sono ancora più grossi di come le nobili animelle intellettuali li vedono, e soprattutto le soluzioni ci paiono belle lontane. E poi: la donna, la donna, la donna. E l’omo?!? Benignamente


Peter Falk Tenente Colombo 1

Peter Falk Tenente Colombo 1

Peter Falk tenente colombo 2

Peter Falk tenente colombo 2