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Controcopertina: Uscire dal teatrino della politica

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 29 luglio 2004

C’è un interrogativo che in questi giorni ricorre di frequente: le neo elette amministrazioni isolane sono o no di centrosinistra? Forse, a causa della mia formazione politica (ho sempre e solo militato nel PCI-PDS-DS), affermo a chiare note che non mi affascina assegnare certificati, patentini o premi “fedeltà” ai sindaci e amministratori comunali o assessori provinciali appena eletti. Ritengo molto più utile cercare di comprendere qual è il blocco sociale che si è costituito intorno ai sindaci eletti all’Elba il 13 giugno, o per meglio dire, a quali strati sociali appartengono quegli elettori che hanno detto no alle liste che si richiamavano al Polo, o Casa delle Libertà qual si voglia. Questo è l’unico modo per capire, e quindi consolidare, la primavera elbana, cioè quel vasto movimento di donne e uomini che nei mesi scorsi ha detto basta all’antipolitica sintetizzata nello slogan “l’Elba agli elbani”. In definitiva: chi sono gli effettivi protagonisti di questa nuova fase di cambiamento? E chi l’ha prodotta? Bisogna partire da qui per leggere, e quindi capire in modo oggettivo, il quadro istituzionale determinato dal voto dello scorso 13 giugno. All’Isola d’Elba è nato un movimento che pretende un rinnovamento vero, non solo nelle scelte strategiche di governo, ma nella prassi politica e amministrativa quotidiana. Questa è la nuova Isola, quella preoccupata di uscire della grave crisi morale ed economica che sta attanagliando il nostro comprensorio, quella che guarda con speranza al proprio futuro, quella che esprime i valori da me sintetizzati con il termine “elbanità”. Corre pertanto l’obbligo morale, civile e politico di guardare avanti e, prima di parlare d’organigrammi, di presidenze e assessorati, è indispensabile esplicitare la nuova “Idea di Isola”. Questa è la strada da seguire nell’interesse di tutti coloro che amano e vivono intensamente questo territorio. Tutto il resto è noia. Purtroppo i segnali che arrivano sono di ben altro segno. I partiti rischiano di allontanarsi dai cittadini, troppo spesso si serrano nelle loro stanze con il Cencelli sottomano. Il rimedio, a mio avviso, è solo uno: discutere apertamente e liberamente, fuori dagli stretti legami di appartenenza partitica. La sede idonea sono gli stati generali dei progressisti dell’Elba, cioè i gruppi consiliari, i partiti, i movimenti, i comitati, le singole personalità. Io chiedo la loro convocazione da più di un mese. Finora sono rimasto inascoltato, ma da riese duro e tenace, affermo che questa è l’unica strada per evitare il desueto teatrino della politica. Necessita, pertanto, partire dall’Isola che vogliamo, anzi che dobbiamo costruire e sulla base di un progetto condiviso che sia la sintesi degli impegni assunti con gli elettori nei singoli comuni. Solo allora si possono scegliere le donne e gli uomini giusti, capaci di fare squadra, solidali e coesi, con le idee chiare sull’avvenire della nostra comunità, in grado di confrontarsi con i diversi livelli istituzionali senza eccessi di protagonismo, ma anche “senza il cappello in mano”. Donne e uomini che nella pratica di governo abbiano, e dimostrino coerentemente di avere, una chiara e sincera visione comprensoriale per le gestioni, i problemi e le loro soluzioni. In definitiva che siano in grado di guardare oltre il ponticello del loro municipio.


ottone panorama

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