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L’astrattismo primordiale di Hagl.

Scritto da : Daniele Palmieri
Pubblicato in data : mercoledì, 28 luglio 2004

Si resta incuriositi dai quadri di Fritz Hagl, tedesco naturalizzato all’Elba di recente scomparso. Delle tele esposte alla Telemaco Signorini fino al 30 luglio colpiscono i paesaggi di roccia erosa dal vento, scogli dai cui archi si intravede il mare, che il blu intenso sprofonda in un effetto tridimensionale di notevole impatto visivo. Roccia simile a ossa che il tempo ha consumato. Quadri fissati in un’epoca primordiale dove raramente appare qualche essere vivente: un pesce, un gabbiano, un corpo di donna inseriti in un ambiente arido, quasi di morte. Tutto il resto è fermo, è la creazione della natura ai suoi albori; la roccia, l’acqua, gli elementi plasmanti del cosmo, i fiumi che rompono lo spazio di un dedalo di vie immaginarie, che si diramano su improbabili cartine geografiche viste dall’alto. Vie che portano verso un’astrazione fantasiosa e surreale, che lascia libero l’osservatore di interpretare e leggere le macchie di colore secondo la propria sensibilità e immaginazione creativa, stimolata dalle lacerazioni dei quadri di Hagl.


quadro di hagl 1

quadro di hagl 1