Caro Conti, immaginati questa scena: “martedì 22 luglio ore 17,30 - porto di Piombino - arriva il treno da Campiglia, i passeggeri scendono accaldati e appesantiti da pacchi, borse e valige al seguito, si affannano verso il traghetto della Toremar, sono ormai a poche decine di metri dall’obiettivo, ma il comandante della motonave Panasia dà l’ordine di mollare gli ormeggi e parte alla volta di Rio Marina”. Ai poveri utenti non resta altro che aspettare il prossimo traghetto, anche se quella era l’ultima partenza giornaliera sulla linea A3. Nessun’altra motonave attendeva quel punto d’ormeggio, quindi aspettare cinque minuti non avrebbe sconvolto il buon funzionamento del porto piombinese. Questa è una triste realtà a cui coloro che devono raggiungere l’Isola d’Elba rischiano di abituarsi. Io sono fra i tanti elbani che nei primi anni settanta parteciparono a manifestazioni, cortei e scioperi per ottenere la pubblicizzazione dei servizi marittimi; e quando furono messi in linea i nuovi e confortevoli traghetti, li ammirava considerandoli una mia conquista. Ritengo quindi di avere le carte in regola per dire che un comandante così poco attento ai problemi dei cittadini non può cancellare l’impegno che gli equipaggi e il personale delle agenzie Toremar rivolgono verso il servizio pubblico cercando di andare incontro alle esigenze dei passeggeri e delle comunità dell’Arcipelago. Mi rivolgo a te, sia perché apprezzo la tua sensibilità verso un settore così delicato quale la mobilità, sia perché la legge riserva alla Regione Toscana un posto nel CdA di Toremar, anche se il maggiore azionista di quella società è Fintecna, cioè il Ministero dell’Economia. Sollecito pertanto un tuo intervento affinché sia risolto, una volta per tutte, il coordinamento fra i tre vettori in concessione (ferrovia, nave, autobus). Consentimi, infine, di dirti con tutta franchezza che deve essere risolta un’altra assurdità. Cioè che il rappresentante della Regione Toscana in seno a Toremar sia indicato dalle comunità servite dalla Società, individuando una persona di esperienza che conosce le necessità del servizio, perché qui vive e lavora. In altre parole uno che se le cose non vanno nel modo giusto, rischia di prendere metaforicamente qualche “calcio negli stinchi” dai cittadini utenti. Cordialmente,
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