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L’isoletta verde&blu&gialla

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 22 luglio 2004

La parte alta del massiccio del Monte Capanne è una macchia blu, zona A di riserva integrale, ma comunque accessibile attraverso i sentieri segnalati. Lassù è la natura a dettare la legge, “guardare ma non toccare”, la monarchia è assoluta, il sovrano ha spalle di granito. E’ inclusa anche la parte alta della Nivera con una popolazione di tassi già individuata e protetta dalla Regione. La zona B, la più estesa del territorio che ricade nel Parco, se si osserva la carta riguardante l’isola d’Elba, è zona di conservazione, dove sono vietati interventi di trasformazione. E’ zona boschiva, costituita prevalentemente da lecci e sughere, non antropizzata. Rimangono in atto le norme che disciplinano la raccolta di funghi e altre specie botaniche. La zona C è la frangia gialla, è zona di protezione dove viene incentivato il recupero di attività agricole preesistenti insieme ad attività di ecoturismo. I piccoli alberghi ubicati in quella fascia potranno ampliarsi del 20% fino ad un massimo di 300 mc senza però aumentare la recettività, potranno soltanto dotarsi di ulteriori e migliori servizi al fine di proporsi per un turismo ecologico. Altri immobili posti dentro il Parco potranno portare miglioramenti ampliandosi per un 30%, per un massimo di 80mc, anch’essi senza però aumentare la ricettività. Gli incentivi dati all’ecoturismo hanno anche lo scopo di spostare la pressione turistica finora sopportata dalle coste, diversificando la domanda con la possibilità di usufruire di strutture agrituristiche. Anche gli stimoli a ripristinare le originarie attività agricole avranno il duplice scopo di tutelare il patrimonio ambientale e incoraggiare i prodotti tipici che potrebbero avvalersi anche di un marchio di qualità del parco nazionale dell’Arcipelago, a questo proposito anche i castagni saranno recuperati come alberi da frutto. Ci sono poi le zone colorate di marrone che si riferiscono ai compendi minerari di Capoliveri e del versante riese. Il Commissario del Parco Ruggero Barbetti parla di “polmone di opportunità” per l’Elba, rassicurando che non saranno costruite nuove strutture e che le zone saranno fruibili per visite ai parchi minerari dai turisti che già risiedono in altre parti dell’isola. Un Parco minerario raggiungibile anche dal mare sarà, negli intenti di Barbetti, un volano per l’economia. Se anche avvenisse il temuto passaggio dal Demanio al Coni il Commissario dichiara che “cambiando l’interlocutore non cambierà il progetto, è il Parco che disciplina quelle aree”. I confini tra le varie zone – spiega il consulente del Pnat Umberto Mazzantini – saranno certi e visibili, seguiranno i tracciati degli antichi sentieri”. Il Comandante del Corpo Forestale dello Stato Francesco Pennacchini sottolinea che la zonazione è stata fatta “sul campo”, avvalendosi di strumentazioni tecnologiche, ma sempre verificando l’esatta corrispondenza sul terreno di rocce e sentieri. Il Piano adesso avrà un iter che il Commissario Barbetti ha definito innovativo perchè sottoposto alle osservazioni preliminari di istituzioni, associazioni di categoria e ambientaliste fino al 10 settembre (in effetti si inaugura il genere di "commissariamento partecipativo"), e si pone come sostrato importante per l’ intervento di pianificazione strutturale comprensoriale intorno al quale si stanno riunendo i sindaci elbani. Il Piano del Parco e i suoi allegati con la mole di studi e analisi del territorio costituisce quella che Mazzantini ha definito “un’enorme enciclopedia dell’Arcipelago.”


carta parco piano

carta parco piano