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Urbanistica ed “Oikonomia”

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 18 luglio 2004

Riferendosi al piano regolatore unitario , durante la conferenza stampa di venerdì, l’ Assessore regionale Riccardo Conti ha fatto un’ affermazione importante: ha detto, infatti, che “questa è anche una grande opportunità per l’Elba di voltare pagina, è una esperienza innovativa in Toscana, ma anche in Italia. In questo modo l’Elba dà un messaggio culturale che le servirà anche come trampolino promozionale.” Viene ribadito cioè che fare scelte innovative e di qualità, è per l’ Elba la miglior pubblicità e se, come sembra, l’ estensore del Piano Regolatore Elbano, (ci piace chiamarlo così) sarà un big dell’ urbanistica , siamo tutti in grado di capire il messaggio positivo che passerà fuori dall’ Elba, oltre che i vantaggi per la vita quotidiana di chi all’ Elba ci vive sempre ( ci aspettiamo infatti molti servizi ai cittadini, un territorio a loro misura.. ). Vogliamo, in questa occasione, ricordare una grande studiosa delle peculiarità delle isole italiane, la dirigente di Italia Nostra, Gin Racheli, che ci ha lasciati da pochi anni; in uno dei suoi tanti libri , (“Isole e Insularità futura” , 1996 ) si soffermava sul legame intrinseco tra lo sviluppo e l’ ambiente, legame rintracciabile nell’etimologia stessa della parola greca oikonomia ( “oikos” , dimora, e “nomos”, regole ): il governo cioè del luogo ove si vive, dell’ ambiente. Lo faceva in un capitolo dedicato al rischio ( per i microcosmi isole ) della monocoltura –intesa come asse univoco dello sviluppo- , citando per l’ Elba, ad es., quella della vite , la cui crisi portò, com’ è noto , alle grandi emigrazioni elbane dei primi decenni del secolo. L’ economia integrata, quella di chi abitando l’ isola usava tutto dell’ isola per il proprio sostentamento , è la strada, ci dice, per evitare i rischi connessi alla monocoltura (le acciaierie ieri, il turismo oggi: che preveggenza!): “ Chi abitava l’ isola, pescatori, legnaioli, cacciatori, pastori, monaci, confinati, navigatori di passaggio, banditi, esuli, vi ricavò di che campare ; i proventi erano “economici” non nel senso limitativo della moneta, ma nel senso più esatto ed ampio del sostentamento che integrava l’ utilizzo di tutte le risorse dell’ isola, e non di una sola per quanto abbondante fosse”. Ai giorni nostri, con la monocultura turismo in crisi, sarà quindi strategico, nel disegno del territorio del prossimo Piano Regolatore Elbano, prevenire il rischio monocultura, (che non significa rinunciare al turismo solemare, ma integrarlo, anche con i turismi diversi …) , pensare all’ agricoltura ed al suo rilancio, alla pesca, alla biodiversità , alla cultura e all’ educazione come risorse per le quali attrezzare il territorio, per vivere di esse.


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