Tra quanti ci leggono e non sono giovanissimi saranno in molti a ricordare "Pappagone", la macchietta creata dal grande Peppino De Filippo che rappresentava un sempliciotto che storpiava le parole, e che se ne usciva con espressioni particolari. Una delle più frequentemente usata era la domanda: "Ma allora siamo vincoli o sparpagliati?", come per chiedersi: "Stiamo tutti dalla solita parte o restiamo alla Rossi (Vasco) ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso per i cazzi suoi?" La notizia (positiva) con cui abbiamo aperto questo giornale (si farà un unico piano strutturale elbano, gestito da un unico ufficio urbanistico) ci dice che da oggi noi siamo un po' più vincoli e un pochino meno sparpagliati. Ma una cosa ci ha fatto riflettere: il giustificato entusiasmo con il quale il Sindaco di Portoferraio ha annunciato il raggiungimento di un accordo intercomunale, sulle indicazioni della regione, ispirato dal buon senso. Se la normalità deve essere fonte di giubilo, abbiamo pensato, allora vuol dire che siamo ancora troppo sparpagliati e poco vincoli. E preso atto che due erano gli enti recalcitranti abbiamo cercato di capire i perchè, le ragioni dell'assenza dei comuni di Porto Azzurro e Campo nell'Elba. Per Porto Azzurro ci siamo arresi dopo lungo speculare, la politica vaporina è così riservata e criptica che è difficile da capire, anzi talvolta sarenno portati a pensare che Papi non si fa capire perché, in fondo, non si è ancora capito per proprio conto. Per Campo un barlume di spiegazione logica ci sarebbe. Peria ha annunciato infatti il nuovo corso urbanistico come "una bomba". Orbene dopo la bomba al fosforo di mercoledì trovata mercoledì alla Foce e quella d'aereo annunciata Giovedì agli Olmi, forse i campesi si sono un pelino rotti i coglioni di avere a che fare con le bombe.
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