Sappiamo che anche alcuni personaggi passati alla storia per la loro religiosità e devozione hanno avuto dei momenti di dubbio, hanno tentennato, quando non hanno temporaneamente smarrito la fede nello stesso esistere del creatore. Se ciò è accaduto (com'è accaduto) come non comprendere le ambasce di un umile scriba oltremarino, carco d'anni, forzato da un'isola che tutta insieme s'è messa ad impazzare, a scrivere notizie su notizie a getto continuo, senza riposo, ferie, vieppiù senza mercede? Come non comprendere che costui si appresti a fare ritorno a casa dove lo aspetta un giornale infinito, e che con la testa incassata tra le spalle, gli occhi a terra con un angoscioso pensiero nelle meningi che il caldo ancora non obnubilò si domandi: "Su cosa cazzo lo scrivo l'A Sciambere di oggi?" Ma poi un leggero stridio di freni lo distoglie dal cupo elucubrare assieme alla richiesta che gli giunge da un'auto che lo ha affiancato: "Scusi .. per andare verso Portoferraio devo passare da Porto Azzurro?" Il nostro allora si rianima e sorride al foresto dimandandante, che incredibilmente si trova in piena Portoferraio e con una buona carta stradale dell'Elba in mano. Fornisce la più ovvia delle indicazioni: "Guardi che a Portoferraio c'è già" e reprime l'irridente commento: "Topografia non è istoriare le più intime parti delle signore", ma respira più libero e leggero. Anche oggi qualcosa da raccontare.