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Soria risponde a Mazzantini ragionando dell'Isola Piatta

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 16 luglio 2004

Caro Umberto, ti rispondo perché la stima che ho per te me lo impone. E comincio dal film. E’ sicuramente vero che te e io abbiamo visto film diversi, non foss’altro per il fatto che eravamo in sale diverse: tu nella saletta del Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, io in quella più grande e fredda –e anche meno piacevole– dei grandi cinema romani, con ministri della Giustizia, delle Finanze e dell’Ambiente, con i loro direttori generali (Demanio, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Lavori Pubblici, ecc.), con gli assessori regionali, con Presidenti e assessori provinciali, e col Presidente dell’Ente Parco, a parlare –io per conto del Comune di Campo– degli assetti del territorio della Pianosa. Sul tavolo, allora, c’erano progetti, non ticket; e ci si confrontava su quelli: e con Tanelli c’è stata certo una dialettica serrata, ma che ha prodotto come importante risultato l’intesa programmatica del 2000. Se poi nel Direttivo del Parco il rappresentante del Comune di Campo faceva filibustering, penso che fosse per impedire che eventuali decisioni prese in quella sede, non competente a discutere delle questioni istituzionali né a dare interpretazioni sui poteri, recassero ostacolo ai lavori che si svolgevano a Roma e a Firenze. Quanto ai “tentativi di forzare la situazione”, devo dire che fino a quando mi sono occupato di Pianosa non ne ho visti a livello istituzionale, anche se non sono mancate rivendicazioni più o meno insensate da parte di forme diverse di associazionismo che vantavano prerogative e diritti infondati. Non ho preso alcuna “inopinata posizione” sulla “scelta del Comune di Campo di mettere un ulteriore balzello di 5 euro per l’accesso ad una gran parte di Pianosa”, limitandomi a richiamare quanto affermato dal Sindaco. Ma il tuo ragionamento è totalmente sbagliato: dietro quel muro ci sono beni e competenze e poteri ancora indistinti e indivisi fra Demanio dello Stato, Ministero di Grazia e giustizia e Comune di Campo (che dunque non si ritiene “padrone” di nulla –e figurati poi se appartiene alla mia cultura l’idea di “padrone”); ma sicuramente non del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che su quel territorio ha il dovere di tutela e salvaguardia (come sul Perone, però) e nulla più: e mi pare che la nota del Ministero dell’Ambiente pubblicata oggi da “Elbareport” chiuda definitivamente il problema. La decisione della chiusura della Pianosa stabilita ieri dal Presidente del Parco appartiene alle sue prerogative solo perché può esercitare un controllo diretto e immediato sulla fascia di mare che circonda l’Isola, e quindi ne può impedire l’attraversamento a mezzi navali privati; ma non ha alcun riguardo allo sbarco se non perché può determinare, con il consenso del Comune di Campo, la compatibilità ambientale del numero dei visitatori autorizzati. La disposta (oggi) riapertura delle visite con la riduzione del ticket spettante al Parco ricade invece nel parere negativo dato dal Ministero e sopra ricordato. “Potremo discutere anni di questo –e lo abbiamo fatto– ma probabilmente io e Gian Paolo rimarremmo della stessa diversa opinione”, dici. Ma il problema non è di opinioni, è di legittimità o meno, e questo non riguarda né me né te. Spero che l’accenno alla volontà di “attirarsi alleati e simpatie politiche e per tentare di uscire da un vicolo cieco” sia uno scherzo o una spiacevole svista, perché non è da te volare così basso, e comunque non mi appartiene né la volontà né la necessità di avere alleati e simpatie politiche (di chi? E per cosa? Non cerco prebende e non sono abituato al consenso, come ben sai). Potrei sprecare allusioni comunque insulse sul diverso feeling che tu ed io abbiamo con Barbetti. Ma quello che m’importa è richiamare la correttezza della lettura di tutta questa vicenda. La situazione di Pianosa non è stata mai risolta perché i problemi relativi agli assetti proprietari del territorio non sono ancora stati definiti con il Demanio (vedi interrogazione parlamentare del sen. Mugnai). E “tutti i numerosissimi momenti di polemica e di scontro su Pianosa che hanno costellato la storia del Parco” hanno origine dalla presunzione del Parco di “possedere” la Pianosa, presunzione contro la quale il Comune ha sempre fatto resistenza testarda a difesa degli interessi della Comunità campese. E se a questo riguardo abbassasse la guardia, come cittadino membro di quella Comunità sarei il primo a chiedergliene conto.


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