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I Pompieri là dove osava Mago Chiò

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 16 luglio 2004

Autoscala dei Vigili del fuoco di nuovo in funzione, questa volta l’emergenza non è di quelle da far accendere le sirene, ma l’operazione è comunque spettacolare e non meno delicata. Ci sono tre bandiere agonizzanti, sfilacciate dai ventacci che spazzano le Fortezze. Occorre rimuovere quei moncherini eroici aggrappati al Bastione della Cornacchia, e sostituirli con giovani tessuti più lucidi e resistenti. I Pompieri si arrampicano all’incirca per 20 metri, l’autoscala è accecante nel sole che la colpisce da dietro, un capannello di curiosi si copre dal riflesso con una mano sulla fronte e segue i due pompieri portati su dal benefico mostro tecnologico che tiene nonne e nipoti con il naso per aria. Forse lo stupore è lo stesso che generavano tanti e tanti anni fa le arrampicate folli, lungo gli spigoli dei bastioni, di Francesco Grassi detto Mago Chiò (o Chio Mago come usava firmarsi) antesignano del free-climbing che usò queste fortezze come palestra per le sue imprese continentali (la scalata della cupola del duomo fiorentino, quella della felsinea Torre degli Asinelli) o solo per il gusto di porre la megalomane firma sulle munite mura di casa. Ma il lungo braccio d'acciaio si stende e vince in altezza il bastione, ora i due ragazzi nel cestello si sporgono a sciogliere e rifare i nodi dei nuovi drappi. Non si sa bene di quali bandiere si tratti, quelle vecchie sono stinte, quelle nuove devono ancora imparare a sventolare. Non sono antenne, neppure trasmettitori, però per quei paletti di metallo personalmente nutriamo molta diffidenza, tutte le bandiere che non siano quelle con i colori dell'iride, hanno in fondo un cuore di filospinato. Meglio le cascate di capperi con i fiori bianchi di velluto vischioso aperti sul mondo. E’ l’estetica senza frontiere.


pompieri autoscala bandiere fortezze

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