Torna indietro

Seconde case, albergatori e carrozzoni

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 15 luglio 2004

Chiamato in causa da Rizzoli e da Paternò, nei loro commenti relativi all'intervento di Elba 2000 sulle seconde case, ritengo doveroso chiarire alcuni importanti passaggi, perché hanno a che vedere con persone note e che ricoprono ruoli istituzionali di primo piano. Intanto, bisogna porre molta attenzione a non personalizzare le polemiche. Io non ho nulla contro il dott. Gentini. Anzi, gli dovrei solo gratitudine per l'appoggio (che è andato ben oltre il suo compito istituzionale di direttore dell’Apt) che ha dato all'Agenzia Caprai, dove io ho lavorato per più di 20 anni. Quando questa piccola agenzia progettò per prima, sull'isola, il turismo sociale all'Elba (cioè pacchetti offerti, in bassa stagione, a parrocchie, aziende, sindacati, scuole e associazioni di anziani, ecc.) fu accusata di voler degradare l'immagine dell'Elba con il turismo popolare. L’Elba, secondo alcuni albergatori, doveva essere riservata ai vip. Quindi, come si vede, questa della compatibilità del turismo povero con l'immagine che alcuni hanno dell'Elba è una vecchia polemica. Ebbene, il dott. Gentini, in quell'occasione, ci sostenne con il materiale e anche scrivendo sul giornalino "Elba notizie", che noi spedivamo in tutta Italia a poi in tutta Europa . La sua firma sul giornale diventava , per quello che diceva e per il suo ruolo, una garanzia del prodotto che proponevamo. E questo fu molto importante per il successo del programma, che ancora oggi viene riproposto, senza sostanziali modifiche, dai nuovi tour operator. Anche per questi fatti sono pronto a credere al Dott. Gentini quando afferma, a proposito della battuta sui parassiti, che si è espresso male; così come ha ragione quando afferma di non aver chiamato chi affitta case evasore fiscale. Noi, infatti, non lo abbiamo mai detto. Lo ha detto Antonini. Nulla di personale neanche nei confronti di Antonini che conosco da 20 anni, da quando gestiva La Conchiglia di Marciana Marina. Antonini è una persona sveglia (altrimenti non lo avrebbero fatto presidente), ma deve capire che essere a capo della più potente categoria elbana, chiamata ad esprimersi ormai su tutto, non è un compito che può essere preso alla leggera, perché quello che dice trova eco sui giornali e può creare problemi in giro. Anche seri. Non dovrebbe, per esempio, prendere per oro colato i dati raccolti negli articoli della stampa locale o da fonti ambientaliste per partire in guerra contro questo o quell’altro settore della società. L'associazione può fare di meglio. Ha i mezzi, per esempio, per far analizzare i problemi più gravi da esperti seri e poi, dati certi alla mano, intervenire. Lo consiglierei, anche, di non avventurarsi in una polemica su chi evade all'Elba. Chiariti questi punti, il mio intervento potrebbe terminare qui, rimandando ai prossimi documenti le osservazioni sui temi sollevati negli interventi di Rizzoli, Rossi, Paternò, Totaro. Solo osservazioni, perché quello che cerchiamo di fare è, soprattutto, sollevare problemi e fornire un piccolo contributo al dibattito. E non dare riposte definitive, perché non ne abbiamo. Vorrei solo aggiungere qualcosa per Carlo Rizzoli, che pensa di "scommissariare” il Parco per farlo funzionare. Il Parco lo puoi anche “sbarbettizzare”, ma rimarrà sempre un carrozzone. Quando veniva invocata l'istituzione del Parco per la tutela ambientale, noi dicevamo che invece avrebbe provocato una pressione speculativa nelle aree fuori del Parco : "l'Elba sarà divisa in due zone una distrutta dei cinghiali e l'altra dai sindaci cementificatori". Il risultato, adesso, è sotto gli occhi di tutti. Noi ritenevamo che fosse necessario, vista la particolarità dell'Elba (che ha, com’è noto, una rete di strutture turistiche sparse sul territorio), una legge speciale che prevedesse, innanzitutto, la tutela totale dell'intero territorio dell'isola, oltre ad un maggior coinvolgimento delle popolazioni locali. I segnali e i pannelli del Parco e alcune attrezzature vengono distrutte, secondo noi, perché vengono percepite come simbolo di una prevaricazione, perché indicano agli elbani, con elegante arroganza, la zona loro sottratta, dove scorrazzano adesso, con costosi fuori strada, guardie forestali, guardie del wwf, guardie volontarie del Parco , ecc. Zone in cui l'elbano si sente un intruso e viene controllato, scrutato e multato con centinaia di euro alla minima infrazione. Il Parco, per l'Elba, fino ad oggi, è stato una sciagura: ha contribuito alla crisi del turismo e ha corrotto le coscienze di gran parte della classe politica elbana, abbagliata dalle sue poltrone e dai suoi miliardi. G. Muti Ps. Dimenticavo .... ringrazio per gli apprezzamenti sui testi di Elba 2000, ma devo confessare, qualora non fossero solo atti di cortese indulgenza, che purtroppo non è merito mio, ma di Michele Lotti, che smussa le durezze che emergono della lingua della mia infanzia (il riese puro del Buchino) e lo depura da insidiose contaminazioni imputabili ad una eccessiva frequentazione delle lingue straniere.


cartello parco 3

cartello parco 3