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Qualcuno volò sul nido del falco

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 14 luglio 2004

Nel mese di Marzo, gli abitanti del quartiere Altesi Nuovi, furono attratti da alcuni combattimenti aerei tra una coppia di falchi e alcuni gabbiani che stazionano nella zona dell’Ospedale, notando che la coppia dei rapaci, trovava poi rifugio tra le canne fumarie dell’imponete edificio, da lì il sospetto che vi avessero costruito il nido, infatti con il passare del tempo le uscite in volo non avvenivano più in coppia ed i falchi si alternavano a custodire la propria dimora. Alla fine di giugno una bella sorpresa, dalla balza che unisce le due grandi canne fumarie sono apparse due testoline, che con il loro pigolio attiravano l’attenzione dei genitori, che con regolarità rientravano al nido stringendo nel becco piccole prede per il sostentamento dei loro pulcini. Ogni sera, quando i piccoli falchi facevano bella mostra di se stessi, cominciando a fare i primi movimenti delle ali, in via Mazzini era sorto un punto di osservazione. Grazie alla cortesia di una signora che aveva messo a disposizione il proprio binocolo, non solo i passanti, ma tutti i bambini del vicinato, cercavano di cogliere i progressi di crescita di quella bella famigliola. Ma ecco che questa mattina, intorno alle 10,30 un ripetersi di versi striduli ed acuti squarciavano l’aria, subito chi era a conoscenza della presenza dei falchi ha pensato a qualche combattimento con un gabbiano più audace, ma poi guardando sul tetto dell’Ospedale, tra le due canne fumarie si è vista la testa di un operatore, con tanto di elmetto giallo. Adesso il nido è deserto, cosa ne sarà dei due pulcini? Saranno riusciti a spiccare il volo? Se ciò fosse avvenuto, mamma e papà falco non sarebbero rimasti fino al tardo pomeriggio saltando da una antenna e l’altra degli edifici circostanti, lanciando i loro gridi di richiamo. Saranno caduti e trasformatisi in prede per i gatti della zona? O forse adesso sono chiusi in una gabbia, dove gli sarà impedita la gioia di librarsi nell’aria? Ma la domanda che più mi assilla è perché scacciarli? Quali danni provocavano? A chi davano noia? Una cosa è certa, sicuramente erano meno fastidiosi degli sciami di gabbiani, che dopo aver rovistato nei cassonetti della zona, si appollaiano sui davanzali delle finestre dell’Ospedale in attesa che qualche ammalalo gli lanci un pezzo di pane e che nel loro svolazzamento bombardano di escrementi acidi le autovetture parcheggiate nel piazzale sottostante. In questi anni non facciamo altro che parlare di difesa dell’Ambiente e sviluppo del Parco, ma non possiamo imporre a volatili così padroni del senso di libertà, dove devono nidificare, quale è la loro zona di caccia e sostentamento. La natura ha le proprie regole e se una coppia di falchi decide di fare il proprio nido in un anfratto di un dirupo, sulla sommità di un campanile o tra le canne fumarie dell’Ospedale è perché quel posto è stato ritenuto idoneo e sicuro per la continuazione della specie. Dante Leonardi Caro Dante Ti ringrazio per la gentile indignazione con cui ci hai raccontato questa storia, che comunque sara certo letta da chi di dovere. Sappiamo infatti di avere tra i nostri più attenti lettori quelli che, con una divisa indosso, per professione si occupano della difesa delle specie viventi. Non credo si faranno sfuggire l'occasione per cercare di saperne un po' di più su questa storia, e se nel caso, di chiedere conto a chi avesse eventualmente violato la legge.


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