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Le gallerie dell'acqua

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 13 luglio 2004

Carissimo Serini (spero me lo permetta anche lei). Mi auguro che l’interesse per l’argomento acqua tolleri l’insistenza nel trattarlo. Dalla sua ultima traggo alcune cose buone ed altre inesatte. Primo: lei dice che io sostengo solo il mio progetto. Non è vero. Sia nel mio elaborato progettuale sia nella mia precedente nota ho citato un altro lavoro da me giudicato pregevole: quello del prof. Megale. Quello che io sostengo a spada tratta si condensa in due cose : - la costruzione di un grande serbatoio come condizione unica per risolvere quel problema che tutti gli altri interventi ( nuovi pozzi, acqua dalla Val di Cornia, dissalatori, risparmio idrico, desalinizzatori, bacini superficiali, riutilizzo acque reflue ecc. ecc) non risolveranno mai o lo risolveranno con oneri economici elevatissimi e, in qualche caso, con danni all’ambiente. Secondo punto: il serbatoio deve essere ricavato nel sottosuolo. Questi, a mio avviso i due concetti basilari sui quali deve indirizzare la risoluzione del problema. Che poi lo si faccia con la mia galleria, lo si faccia con i diaframmi del prof Megale oppure lo si faccia con quella tecnica che sta riscotendo grandi favori all’estero e che, sempre previi approfondimenti tecnici, potrebbe essere utilizzata anche all’Elba e cioè la ricarica artificiale della falda. Come le sarà noto in Francia ed in Inghilterra è in atto da anni la procedura di pompare nel sottosuolo durante le stagioni piovose, enormi quantitativi di acqua per poi andarla a ricuperare nei periodi di bisogno. Anche questa tecnica potrebbe andar bene magari ad integrazione di altre. Quello che io sostengo non è che la mia soluzione sia l’unica, io dico solo che è migliore delle altre, di più sicuro risultato. Ovviamente il mio è solo un progetto di larga massima che, vista la delicatezza dell’ambiente, deve essere approfondito. Conoscevo benissimo il problema della zona franosa. A Portoferraio alla sede della provincia mi avevano fatto vedere il progetto per la sistemazione di una gravissima frana. Quando lei dice che il tracciato della mia galleria attraversa aree non granitiche ed altre franose, non tiene presente una precisazione riportata nel progetto stesso che è questa. Il tracciato da me indicato è di larga massima e deve essere definito in sede di progettazione esecutiva. Ma una cosa è detta a chiare lettere: La galleria, proprio perché è un serbatoio a piccola sezione trasversale ma a grandissima estesa longitudinale, ha la caratteristica essenziale di poter svolgersi comunque e dovunque alla sola condizione che sia orizzontale. Quindi è chiaro che, fatti gli opportuni accertamenti essa devierà ogni qualvolta sia necessario senza che per questo abbia ad esserne diminuita la funzionalità. Se poi essa venisse eseguita per stralci (molto importante il primo da 100.000 mc) si potrebbe di volta in volta verificare ed aggiornare il tracciato trovando via via soluzioni migliori. La cosa che lei dice e che io trovo, contrariamente a lei, molto buona, è il rinvenimento delle falde durante l’eventuale scavo della galleria. So già la reazione che susciterà in lei questa affermazione. Le dico solo che, su questo argomento, geologi che conoscono molto bene l’Elba mi assicuravano che la mia affermazione, basata su documenti che avevo consultato, circa questa eventualità non sarebbe affatto vera perchè, insistevano, il granito elbano è privo di fessurazioni e quindi con la galleria non si incontrerà alcuna falda. A parte che si tratta sempre di un argomento da approfondire con adeguate indagini, resta il fatto che il mio progetto è basato proprio sull’incontrare falde durante lo scavo della galleria. Ciò costituirebbe, con tutti gli inconvenienti cui lei accenna, il miglior modo per approvvigionarsi di ottima e fresca acqua potabile. E qui conosco esattamente le reazioni che questa affermazione può suscitare e alle quali rispondo che anche in questo argomento come in tutti gli altri, bisogna giudicare la convenienza dei benefici rispetto ai danni provocati, Risponderò anche con un esempio reale. Quando hanno sottopassato il Gran Sasso con delle gallerie hanno provocato danni gravissimi alla falda, giustamente criticati da tutte le associazioni ambientaliste. Però oggi come oggi il risultato reale è che le gallerie autostradali forniscono la bellezza di 1,5 metricubi di acqua al secondo (millecinquecento litri al secondo!) il che significa, di fatto, alimentare un’area vastissima e popolatissima con ottima acqua naturalmente potabile, fresca ed a costo zero. Io non dico che auspico succeda lo stesso all’Elba dico solo che se con la galleria incontrassimo buone falde di acqua naturalmente potabile, fresca, in quota atta ad essere distribuita senza sollevamento meccanico, ciò rappresenterebbe un dato da esaminare attentamente per i notevoli vantaggi che presenta, fermo restando che, se si ritenesse invece di non doverla utilizzare, esistono i mezzi per impermeabilizzare la roccia prima di iniziare la perforazione e quindi di eliminare in partenza ogni inconveniente. Sicuramente come dice lei resteremo ambedue con le nostre idee. Questo non è del tutto negativo. Io sono convinto che in tutte le cose il confronto fra diversi modi di pensare eviti tanti errori e alla fine contribuisca a migliorare la risoluzione dei problemi. Purtroppo mi sembra di constatare che quelli idrico elbano è lungi dall’essere risolto. La mia esperienza (purtroppo ho la bella età di 72 anni e ne ho viste tante prima di arrivare qui) mi dice che la seguente sarà la fine del rifornimento idrico elbano: Arriverà, cosa giustissima, l’ ATO il quale non potrà far altro che, in fretta e furia, raccattare le carte esistenti, rimescolarle un po’, pensare e dire di aver migliorato il tutto e continuare come prima senza una risoluzione vera del problema. Aggiungerei che sarei felice di poter conoscere quel progetto in elaborazione cui lei accenna, magari ricevendo qualche elaborato privatamente, questo soltanto per la passione che nutro per il problema idrico in genere, ovviamente augurandomi, per gli stessi suoi motivi, che rimanga anch’esso lettera morta.


acqua rubinetto

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