Elba 2000 (al secolo l’ arguta penna di Giovanni Muti, immagino..) scrive sul Vs giornale di ieri che … ”La sinistra, verdi compresi, inseguendo lo slogan di un turismo di qualità per un'isola di qualità (parco bene dell'umanità, ecc,) si troverà oggettivamente della parte di chi mangia la torta e prende a calci nella bocca coloro che raccattano le briciole.” L’ argomento di fondo è che il turismo delle 2^ case o extra alberghiero è quello che consente ai ‘poveri di pagarsi vacanze altrimenti proibite dai costi degli alberghi’, consentendo di fare reddito ad una fetta consistente di indigeni.. L’ articolo punta poi il dito su chi, secondo Elba 2000 definisce ‘parassiti’ gli affittuari di case, che Elba 2000 individua in primis nel presidente degli albergatori ... Premesso che come Verdi ci sforziamo di essere pragmatici (cioè il contrario di ideologici) ribadisco quanto detto nell’ introduzione a proposito del modello di sviluppo: definire, OGGI , parassitario il modello di sviluppo elbano non significa affatto definire parassiti i proprietari di seconde case: è un giudizio economico, non morale ! Vuol dire accorgersi che lo sviluppo economico, di cui l’ occupazione ( largamente precaria all’ Elba ) è un elemento fondante, così come la salvaguardia del territorio, non è garantito da un sistema turistico in cui è prevalente un basso utilizzo di mano d’ opera e bassi investimenti (le seconde case, che poi sono anche terze e quarte..). Sviluppo economico sul turismo è un sistema di alberghi (e campeggi..) che dà occupazione e servizi, sforzo per altro vanificato se le spiagge, il mare o le strade sono sporchi..se manca l’ acqua, se i trasporti sono cari, ecc. Dire questo non significa negare il ruolo che per il turismo (e il reddito locale) ha avuto e potrà avere il sistema delle case in affitto. Mi pare una visione manichea, per non dire ideologica, ma soprattutto che fa ridere, quella di chi divide gli elbani tra i ricchi (gli alberghi) e i poveri (i proprietari di seconde case..). Al di là delle battute, il problema ci pare un altro, ed è quello che abbiamo cercato di affrontare nel convegno: la crisi economica è anche istituzionale e sarà sempre più anche sociale: come ci attrezziamo ad affrontarla? Tutti insieme, “facendo sistema” diciamo ormai tutti in coro, ma come ? Con 8 Comuni? Lo vogliamo fare o no il Piano regolatore elbano assieme a Regione e Provincia? O continuiamo ognuno per conto proprio verso il radioso futuro dei due milioni di metri cubi per aiutare altri poveri che devono mandare il figlio all’ Università? Vogliamo o no scommissariare il Parco traducendo in azioni positive quel Piano di Sviluppo Socioeconomico- comprensoriale- che giace sconosciuto e inutilizzato ? L’ errore di fondo di Elba 2000 ci pare insomma quello di bocciare la qualificazione del turismo ( perseguita speriamo non solo dalla sinistra e dai verdi ) in nome non si sa di cosa, di un individualismo populista che ha finora socializzato i costi (il consumo del territorio e delle risorse) e privatizzato guadagni (legittimi) per altro sempre più in ribasso? In un patto di tutto il territorio per risollevarsi da una crisi che tocca tutti, tutti dovranno fare la propria parte per riqualificare in senso sociale ed ambientale lo sviluppo , coordinando gli sforzi delle istituzioni e dell’ economia: se così riusciremo a fare si torneranno probabilmente a riempire gli alberghi ed anche le case in affitto , poiché l’ unicità ambientale dell’ Arcipelago è ancora pulsante, sotto la polvere..va fatta brillare e offerta ad un buon prezzo. Su una cosa Elba 2000 ha ragione: la qualificazione deve uscire dallo slogan (e dovrà , come ricordava anche il prof Santoro, occuparsi dell’ identità culturale e sociale degli individui): sarà questo il vero banco di prova delle nuove amministrazioni pubbliche. Ps (30 persone un sabato di luglio nella sala della Provincia sono ‘ un’ assenza di pubblico’ che vorremmo avere altre volte…casomai all’ Apt, così sembrano molte di più)
rizzoli carlo testina