Barbara Gelain nasce a Milano. Vive e lavora all’Elba da oltre 30 anni. Artista totalmente autodidatta, ha allestito la sua prima personale, “di ombre e di luce”, nel 2001 nei locali della Torre del Martello a Portoferraio. La mostra riscosse notevole successo fra il pubblico dei visitatori e l’artista fu invitata ad esporre le proprie opere a Trieste e a Monaco di Baviera. Ha continuato così nel suo percorso di artista lavorando per una galleria d’arte all’isola d’Elba e nel dicembre 2002 ha esposto alla sala espositiva Telemaco Signorini in una mostra collettiva di artisti elbani. Nel Maggio del 2003 espone per la prima volta presso la sala espositiva Telemaco Signorini con una mostra dal titolo “la sublimazione dell’essere” e nel dicembre 2003 ancora con una collettiva di artisti elbani. Nell’Aprile del 2004 inizia una collaborazione artistica con il pittore tedesco Klaus Hilmer il quale esporrà alla sua mostra un opera caratterizzate dalla fusione delle due arti pittoriche, ha appena chiuso i battenti una rassegna delle sue opere di nuovo esposta alla Telemaco Signorini. Il suo percorso artistico, che comprende musica e pittura segue la sua crescita spirituale. Il complesso e perfetto funzionamento del corpo umano, così come la capacità insita in esso di elevarsi spiritualmente in un eterno viaggio di automiglioramento, vengono espressi nelle forme di corpi femminili dai tratti eterei, ma allo stesso tempo fedeli il più possibile alle forme originali. L’esasperazione delle curve corporee e delle sporgenze ossee, rivelano una febbrile ricerca dell’essenziale, che si esprime spesso nella totale nudità. Ogni particolare è esaltato dall’uso della luce: anche un busto scheletrico diventa necessario per far risaltare le rotondità che lo compensano. Le sue creature si muovono lievi nell’universo, spesso sollevate da ali immense, simbolo dell’elevazione spirituale, della sublimazione dell’essere, fino a congiungersi armoniosamente con lo spazio cosmico e diventarne parte integrante. Spazio che non si chiude con la cornice, ma sconfina in essa, ad indicare un eterno movimento in espansione verso l’infinito. Ritmo incessante di una vita potente e pulsante e di ogni sua manifestazione fisica e non. Una forza vitale che trova espressione completa nella leggerezza dei tratti e nella maestosa plasticità corporea dei soggetti rappresentati.
la fenice
memento audere semper gelain quadro