Si è svolto, sotto lo sguardo vigile del professor Adolfo Santoro (primario di psichiatria presso l'Asl dell'Elba), un incontro organizzato dai Verdi per un'analisi della situazione politica dopo la vittoria delle sinistre alle elezioni amministrative. Dopo l'equilibrata presentazione di Rizzoli e due ottimi interventi (anche per la loro concretezza) di Franceschetti, che pensa ad un'Elba al centro del Mediterraneo per quanto riguarda lo sport-out door, e Marta Volta, che ci ha parlato di urbanistica ed infanzia, si è passati ad affrontare il problema del momento: la crisi del settore turistico. Sono intervenuti il presidente dell'associazione albergatori, Mauro Antonini, e il dr. Umberto Gentini, tornato a dirigere l'Apt. Analizzando la crisi che colpisce l'industria turistica hanno rivelato di averne scoperto la causa: si tratta degli elbani che affittano le seconde case ai turisti. Una rivelazione di simile importanza è stata umiliata dall'assenza di pubblico, ma non dalla foga dei relatori. “Questi parassiti”, ha urlato Antonini, “dispongono di 15 mila appartamenti(?!) e possono ospitare fino a 60.000 persone, cioè più di quante ne possono ospitare gli alberghi. Questi parassiti devono essere colpiti perché non pagano una lira di tasse”. Il dr. Gentini ha aggiunto che questi elbani sono doppiamente parassiti perché, oltre a non pagare tasse, non contribuiscono all'impegno pubblicitario e mettono anche fino a 12 persone dove non ce starebbero più di 4, e quindi la gente se ne va scontenta, non ritorna più. L'interesse di Santoro su questi argomenti era palpabile perché lui capiva che non si poteva risolvere la crisi turistica, cioè far venire più turisti, facendone nello stesso tempo venire di meno (cioè non facendo arrivare quelli delle seconde case che, secondo i numeri forniti, sarebbero circa il 40 per cento del totale). Né si poteva sostenere che i turisti delle seconde case non ritornano più e degradano l'immagine dell'Elba (perché raccontano in giro che le case fanno schifo) e contemporaneamente affermare che queste case sono sempre strapiene (fino a 12 in una stanza). Come era contraddittorio sostenere che gli elbani consumano troppo acqua, cioè 670 litri al giorno, tre volte il consumo dei toscani, e poi sostenere che la regione deve realizzare la seconda condotta dalla Val di Cornia perché l'acqua non è sufficiente. Queste posizioni non hanno bisogno di commenti. Ma, al di là delle contraddizioni, dei paradossi, della confusione più totale e della leggerezza, dell'involontaria comicità con cui vengono trattati questi temi e rivelate cifre, l'intenzione è molto chiara: schiacciare gli elbani parassiti che affittano ai turisti. Si può "capire" la posizione del presidente degli albergatori, anche se dispiace notare questo ripiegamento della categoria su se stessa, nella nebbia dei propri interessi corporativi. Incomprensibile invece appare la posizione dell'Apt, ente pubblico, che accusa gli elbani che affittano ai turisti di essere dei parassiti, dimenticando che sono comunque dei contribuenti e quindi hanno concorso a formare la somma che la regione ha dato per la promozione dell'Elba e concorrono a fare lo stipendio di chi parla. Su questi temi sarà necessario ritornare. Per il momento, rileviamo il sostegno che la sinistra sta dando ai miliardari albergatori contro il turismo povero, cencioso (lumpen, come direbbe Marx), fatto di famiglie con pochi soldi costrette ad affittarsi un appartamento o due per pagarsi le cure negli ospedali del continente o per mandare i figli all’università o, più in generale, per integrare stipendi e pensioni da fame che non consentirebbero di vivere in uno dei luoghi più cari d’Europa. E questi appartamenti vengono affittati a famiglie altrettanto povere che non potrebbero certo permettersi una vacanza in albergo. La sinistra, verdi compresi, inseguendo lo slogan di un turismo di qualità per un'isola di qualità (parco bene dell'umanità, ecc,) si troverà oggettivamente della parte di chi mangia la torta e prende a calci nella bocca coloro che raccattano le briciole. Il turismo non è solo un'industria che, giustamente, mira al profitto, ma anche un bene a cui anche le fasce più povere della società hanno diritto di accedere. L'incontro si è chiuso con un intervento del prof. Adolfo Santoro, chiarissimo e gradevole come sempre.
palma nana e schiuma di mare