Le foto color seppia del libro “Quelli eran giorni …” che verrà presentato domenica 11 alle ore 22 nella Piazza della Chiesa di Marciana Marina sono un tuffo nel tempo, per rivivere e rendere immortali certi momenti che oggi è inevitabile ricordare con nostalgia, nonostante non siano passati poi molti anni. Forse perché se n’è andato Nilo, il fornaio della piazza, col cappellino bianco e le sue battute sagaci; o forse perché non c’è più Aldo del Bar, dal respiro affannoso, a servire la mitica cioccolata calda e nemmeno le stradine del Vicinato risuonano più del fischio assordante di Don Zeni, che di matrimoni ne ha celebrati tanti, per 50 anni. Le foto sono una carrellata su un recente passato, sullo sfondo di paesi che ricordano le scene dei film del neorealismo. In primo piano la sposa, il padre e la damigella d’onore; dietro, i parenti e gli amici in fila per due, le donne strette nei loro taierini eleganti, con tanti “bamboli” intorno che seguono il corteo nuziale fino alla chiesa dove, trepidante, attende lo sposo. Tra le pagine del libro dediche, ritagli di giornali, poesie di poeti elbani, tra cui Manrico Murzi, di recente insignito dall’Unesco del titolo di “Ambasciatore della cultura”, allievo di Ungaretti e lui stesso poeta ermetico, autore di molti libri di poesie, tra cui: “Di porto in porto”, “Forme nell’aria”, “Si va a simboli”, “Di mare un cammino”. Manrico, giornalista, traduttore ed ora anche Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana per meriti letterari e opere umanitarie - si ricorda l’impegno per gli aiuti alla popolazione bosniaca e di Sarajevo - parlerà a ruota libera delle nozze, della tradizioni del paese e commenterà le immagini delle spose del Novecento, riprese dal libro, che scorreranno su uno schermo gigante. “Quelli eran giorni …” è edito dal Comitato Elbano Michele Cavaliere per l’aiuto ai leucemici – Onlus – ed il ricavato della vendita andrà per sostenere la ricerca contro la leucemia e le malattie del sangue. Elvio e Maria Cavaliere, genitori di Michele che ha perso la battaglia per la vita, non si danno per vinti e appena possono cercano di aiutare chi si trova in difficoltà, sostenuti dagli altri componenti del Comitato. Per finire, la serata si concluderà con una sfilata delle ragazze del paese che indosseranno gli abiti da sposa delle loro mamme e delle donne che hanno dato il loro contributo all’organizzazione della manifestazione. Gli abiti da sposa, una quarantina in tutto, risalgono a un periodo che va dagli anni ’50 agli anni ’70, mentre la scenografia, estrosa e creativa, sarà affidata a Guido Bonacci che trasformerà la piazza in una grande cattedrale all’aperto. Per l’occasione, è gradito l’abito bianco.
matrimonio Marciana Marina