Abbiamo riletto un par di volte la frase del ministro dell'economia (ad interim) e straziatore di congiuntivi (ad libitum) Silvio con rispetto parlando Berlusconi. "Occorre tagliare le tasse perchè in tal modo si riducono le entrate e se si riducono le entrate per forza bisogna tagliare tutte le spese. Come si vede un risultato utile da una parte e dall'altra". Una logica astringente, come il limone, più che stringente. Il nostro odia le tasse (soprattutto perchè dovrebbe pagarle) e considera una jattura le spese dello Stato, seguendo il suo ragionamento la ricetta per il pieno successo sarebbe quindi azzerare le tasse ed azzerare le spese dello Stato. Il fatto che poi ci sarebbe da chiedere che cazzo di stato sarebbe uno stato senza entrate e senza uscite, in cui ovviamente i servizi sarebbero tutti privati ed a pagamento, compresi quelli scolastici, pensionistici, ospedalieri, e, perchè no? di polizia e giudiziari, è un particolare irrilevante per questo Modigliani di Arcore. Siamo sicuri che se, proseguendo con questa logica noi cercassimo di convincere i nostri concittadini che la migliore maniera di educare al risparmio sarebbe tagliare i salari, qualcuno chiamerebbe il 118, altri ci rivolgerebbero fini e spiritosi motti a partire dal classico: "unbèpiù!" (modera le tue libagioni etiliche). E non è la prima bizzarria economica che ci sentiamo ammannire da questo signore che qualche mese fa ci invitava ad ipotecare le nostre case per consumare, rilanciare il mercato, ad inchiodarci perchè le aziende (diverse sono sue) potessero riprendere a vendere e tirare. Ci viene in mente una cosa accaduta moltissimi anni fa (quando eravamo lattanti) nella Portoferraio del dopoguerra. Era stata organizzata una festa nel corso mdella quale si faceva musica, si ballava e funzionava un buffet ed un bar a pagamento. Quello che aveva organizzato però notò che dopo una briosa partenza la festa si stava smosciando. Chiese allora al vecchio cameriere il perchè e quello gli rispose: "Non lo vedi che non consuma più nessuno? Hasnno finito i quadrini!" Con un colpo di genio il responsabile prese allora la cassa e girando per il locale restituì un po' di soldi a tutti; la festa riprese quota ma economicamente fu un disastro. L'autore del gesto si guadagnò la simpatia di chi ballava ma non quella dei fornitori che non furono pagati. Un tipo divertente certo, forse raccontava pure barzellette, ma a nessuno venne mai in mente di candidarlo come Presidente del Consiglio e Ministro dell'Economia.