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Meneghin difende il suo maxiserbatoio

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 09 luglio 2004

Sarei grato mi fosse consentito replicare a quanto ha scritto il Sig. Maurizio Serini il 08.07.04 con la nota "A proposito di acqua e di bacini" e che ringrazio per l'attenzione riservatami. Innanzitutto devo comunicare che, purtroppo, non sono affatto ingegnere. Ho però avuto la fortuna di lavorare per molti anni con un incarico non secondario nella progettazione, costruzione e soprattutto nella gestione di acquedotti e ho la sfrontatezza di affermare che conosco abbastanza la materia. So benissimo cosa significa disperdere acqua potabile nel terreno, e quando dico che, in determinate circostanze, è impossibile evitare la dispersione, lo faccio a ragion veduta. Conoscenza dell'Elba. Io credo di conoscerla non tanto e non solo per le frequentazioni da mè fatte ma soprattutto per la numerosa documentazione tecnica che da anni vado raccogliendo e consultando e perché mi è stata cortesemente fornita da uffici pubblici locali, e perché l'ho ricuperata da pubblicazioni ufficiali e da Internet. Credo che, ai fini di vederci chiaro sul problema idrico elbano, sia questa la conoscenza più importante. Quando il Sig. Serini dice che colui che ha il coraggio di proporre bacini di contenimento all'Elba non conosce l'Elba, dimostra invece che è lui a non conoscere quanto è stato già fatto a tale proposito. Ad esempio se conoscesse l'ottimo progetto redatto alcuni anni or sono dal prof. Megale dell'Università di Pisa, progetto che, ad esclusione del sottoscritto nessuno nomina mai né all'Elba né fuori, vedrebbe come si può realizzare un bacino sotterraneo di ben 2.000.000 di mc. senza danneggiare minimamente il bellissimo ambiente elbano. Si tratterebbe infatti di circondare con diaframmi verticali di impermeabilizzazione profondi circa 40 m la piana di Marina di Campo onde evitare l'ingresso dell'acqua marina e la fuoriuscita di quella potabile. Lo ripeto si tratta di un progetto pregevolissimo. Il Sig Serini dimostra di non conoscere neanche il mio progetto, che tuttavia critica, progetto che è stato fatto oggetto di un apposito convegno tenuto all'Hotel Airone di Portoferraio tempo fa, che è stato fornito a tutte le autorità locali e che è visibile su altratecnica.3000.it Se lo avesse consultato avrebbe visto che, considerato che a tutt'oggi ha ottenuto solo conferme, è possibile costruire un serbatoio di capacità sufficiente per immagazzinare le abbondanti acque piovane e far fronte ai fabbisogni senza danneggiare il territorio ma con opere interamente sotterranee. Aggiungerei che di tale progetto si è interessata una importante Società di Milano della quale, se richiesto, posso fornire gli estremi per verificare quanto stò dicendo. Tale Società, esperta nella costruzione di bacini sotterranei come quello da mè proposto, esaminato il progetto e ritenutolo degno di attenzione, ha inviato dei suoi tecnici che hanno approfondito l'aspetto economico dell'opera arrivando, con apposita relazione e preventivo sommario di spesa, alla conclusione che il ricavato dalla vendita del granito risultante dagli scavi del serbatoio/galleria si potrebbero coprire gran parte delle spese di costruzione. Dirò di più. Ogni anno si sono spesi all'Elba 7-8 miliardi delle vecchie lire per trasportare con le bettoline 50.000 mc di acqua potabile. Ebbene se tale spesa, come da mè dichiarato ripetutamente, fosse stata anticipata una sola volta, si sarebbe potuto costruire una prima parte della galleria/serbatoio per una capacità di 100.000 mc e quindi avere per tutti gli anni passati e futuri a disposizione non i 50.000 mc delle bettoline ma il doppio e gratis. Occorre affermare con convinzione che in territori come quello elbano è senza dubbio nel sottosuolo che bisogna ubicare i servizi risparmiando la superficie. Valga, tra i moltissimi esempi che potrei citare, quello di Como che ha recentemente spostato il suo enorme impianto di depurazione della fognatura che tanto fastidio dava alla città, ubicandolo sotto la montagna con risultati stupefacenti. Problema della regolazione della pressione all'Elba. L'ufficio tecnico della Comunità Montana dell'Elba mi ha gentilmente fornito il profilo schematico della rete di condotte principali dell'Isola d'Elba. Assicuro che la regolazione della pressione che il sig. Serini risolve molto semplicisticamente "in maniera mirata e capillare senza andare ad incidere sulle portate delle condotte utilizzando delle semplici valvole stabilizzatrici" non è affatto così semplice ma, come dicevo prima, si può fare solo in minima parte ed in certe aree ben delimitate. Una regolazione completa, unica possibilità per avere delle perdite contenute, richiederebbe opere così costose e complicate da non essere giustificate né come costruzione né come gestione. Senza dubbio c'è maggior convenienza a conservare, previa razionalizzazione e sostituzione delle condotte in cattivo stato, l'attuale sistema idrico sopportando l'onere, alla fin fine meno gravoso, delle perdite tenuto presente che, qualora si utilizzassero le acque locali, i costi di produzione dell'acqua sarebbero notevolmente inferiori di quelli che attualmente il Cigri fa pagare all'Elba. Altro argomento la utilizzazione delle acque reflue depurate. Anche in questo campo bisogna stare attenti. Perché la cosa sia economica non deve trattarsi di una miriade di piccoli impianti di trattamento delle acque disseminati in giro per l'Isola ma di pochi impianti di notevoli dimensioni e portate. Questa è la sola condizione perché sia più conveniente, come costruzione ma sopratutto come gestione, utilizzare le acque della fognatura rispetto alle altre (leggi grande serbatoio sotterraneo). Ebbene dire che all'Elba si può procedere a tale utilizzazione senza tener presente che le fognature elbane, sempre a motivo della configurazione del bellissimo territorio, sono frazionate in mille piccoli sistemi tutti separati uno dall'altro, per non parlare poi della seconda rete di distribuzione delle acqua grezze che si renderebbe necessaria, significa ignorare tale determinante problema. Un esempio significativo è quello del lago di Garda. In tale territorio, per evitare l'inquinamento del lago ed altresì per avere una depurazione economica delle acque reflue, hanno costruito un grande anello che circondando tutto il bordo del lago per una estesa enorme, raccoglie tutte le acque reflue e le trasporta ad un unico impianto sito a Peschiera dove ha luogo la depurazione che viene fatta, nota bene, con un unico grande impianto. Fare una cosa simile all'Elba e cioè circondare tutta o quasi tutta l'Isola per unificare le fognature è pura follia così come è errato pensare, se non in minima parte, di riciclare le acque reflue nella attuale situazione fognaria. Altro argomento: il risparmio idrico. Se attuato, ma ho seri dubbi in proposito, all'Elba produrrebbe soltanto una momentanea riduzione della bolletta pagata dall'utente senza alcuna diminuzione sostanziale del consumo globale perchè l’acqua risparmiata nei consumi svanirebbe in maggiori perdite. L'Ente gestore, visti i minori introiti a parità di consumo totale, si vedrebbe costretto ad aumentare le tariffe e quindi tutto tornerebbe come prima. In conclusione, nel mentre affermo di sapere benissimo che l'acqua è un bene mondiale, ribadisco che in ogni campo e quindi anche in quello del rifornimento idrico bisogna stare con i piedi per terra ed adottare in ogni realtà i rimedi che si adattano alla realtà stessa. L'Elba è un territorio difficile che richiede una soluzione speciale che vi si adatti in modo esemplare. Tale è, in base ad opinioni ormai consolidate, il grande serbatoio-galleria da 2.000.00 di mc di capacità. Se poi nella distribuzione dell’acqua potabile l'unico problema fosse rappresentato dalla dispersione nel terreno di un quantitativo eccessivo d'acqua locale e quindi di costo molto contenuto e per di più attuato senza disservizi per l'utenza, credo sarebbe il male minore. Errato invece perdersi in interventi che rappresentano solo dei palliativi o, ancora peggio, in operazioni sbagliate in partenza.


leg spreco acqua

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