“La proroga al 31 ottobre per la rivalutazione dei canoni demaniali marittimi che il Governo starebbe per approvare è un primo positivo risultato raggiunto grazie all’impegno di tutte le Regioni a cui la Toscana ha dato un contributo importante”. E’ il commento dell’assessore toscano al bilancio, alla programmazione e alle politiche del mare Marco Montemagni, che oggi a Viareggio ha incontrato i rappresentanti dei balneari, assieme ai rappresentanti di tutti i comuni rivieraschi della Versilia e della provincia di Lucca. “Il rinvio – prosegue l’assessore - è quanto abbiamo chiesto fin dall’inizio in sede sia di Conferenza Stato-Regione sia di Conferenza Unificata. Mi auguro che adesso cessi il balletto del Governo, che ora accoglieva e subito dopo respingeva le nostre proposte, e il confronto possa avviarsi attraverso il tavolo istituzionale Governo-Regioni che è l’altra proposta che facciamo da mesi”. “Insistere nell’aumento da subito, con aumenti fino al 300 per cento – continua Montemagni - penalizzerebbe oltre misura i piani di impresa degli operatori del settore e i clienti già fortemente attaccati dall’aumento del costo della vita, introdurrebbe elementi distorsivi del mercato e finirebbe per configurarsi come una manovra tendente unicamente a fare cassa per il bilancio dello Stato. Una mazzata per il turismo balneare, che è voce importante dell’economia italiana”. C’è inoltre un problema di rapporti istituzionali e ripartizione delle entrate. “I fondi devoluti alle Regioni per le funzioni conferite in materia di demanio marittimo sono esigui – spiega l’assessore - La Toscana ha investito del proprio: per il mantenimento dei beni demaniali con opere a difesa delle coste, di ripascimento e di manutenzione, abbiamo stanziato nel triennio 2003-2005 oltre100 milioni di euro di fondi nostri. Come Regioni riproponiamo con forza la questione della ripartizione dei proventi del canone di concessione, oggi di esclusiva spettanza dello Stato.” “La rivalutazione dei canoni – conclude Montemagni - deve però essere il frutto di un tavolo di lavoro a cui le Regioni necessariamente partecipino. Un tavolo che affronti il tema dei canoni sia con riferimento alle attività turistico ricreative sia agli altri utilizzi delle aree demaniali, con un’operazione di perequazione fondata su dati di consistenza e di gettito certi”.
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