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Tornando a quella lettera

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 01 luglio 2004

Occorre ritornare alla lettera a firma Nocentini Tiziano che abbiamo pubblicato ieri per riflettere su due particolari aspetti: il modo perfettamente anonimo col quale c'è pervenuta (tanto da farci dubitare all'inizio anche sulla sua autenticità), ed il fatto che diverse persone (oltre i colleghi dell'informazione che una qualche ragione comprensiva ce l'avevano) hanno cercato di capire CHI ce l'aveva spedita. Qualcosa non ci è piaciuto. A tutti, compresi i cittadini indagati (innocenti quindi fino a prova contraria), deve essere garantita la libertà di inviare comunicazioni personali, ma una comunicazione inviata a centinaia e centinaia di persone non può definirsi certo "privata", specie se ad inviarla è un personaggio divenuto, magari suo malgrado, estremamente pubblico. Abbiamo avuto una brutta anzi una pessima sensazione: quella della insistita ricerca di chi aveva dato alla stampa un documento che non doveva giungerci, destinato a restare in un circolo (per quanto grande) chiuso. (Qualcuno che aveva violato un patto o consegna o consuetudine?) Non abbiamo aggiunto un rigo di commento alle affermazioni contenute nello scritto, non lo facciamo oggi. Segnaliamo di avere una fortissima avversione a tutto ciò che è chiuso, segreto, riservato, e poca dcomprensione per le logiche d'azienda, di clan, di circolo, di partito, di loggia. Tutto ciò che in ristretto o in grande è "esclusivo" nega di fatto con l'informazione la partecipazione, azzoppa la democrazia. Non ci piace, neppure un po'.


carta penna calamaio

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