Un emendamento approvato oggi, in Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama al decreto legge sulla funzionalità di alcuni settori della pubblica amministrazione, ha fatto cadere l'istituto dell'intesa tra le Regioni e lo Stato per la nomina dei presidenti e dei componenti dei consigli direttivi dei parchi. La norma, approvata durante l'esame del decreto che dovrà essere ora esaminata dall'Aula, è stata subito contestata dai Verdi e in particolare dal senatore Sauro Turroni, che parla di «nuovo colpo di mano contro l'ambiente». «È una norma incostituzionale - ha dichiarato Turroni - introdotta sul volere del ministro Matteoli che, nella sua costante azione di sfascio nei confronti dell'ambiente e delle leggi che lo tutelano, trova ancora la resistenza delle Regioni alla nomina dei suoi amici, privi delle competenze necessarie, ai vertici dei parchi. Già Matteoli era stato 'bastonatò da numerose sentenze del Tar e anche della Consulta che avevano annullato suoi provvedimenti illegittimamente monocratici. La ragione principale di questo colpo di mano è da ricercare nelle nomine dei vertici dei parchi della Toscana, principalmente quello dell'Arcipelago, e dell'Emilia Romagna, per i quali Matteoli aveva faticato a far accettare i suoi soliti accoliti». «Siamo al tentativo di occupazione politica delle aree protette nazionali. Il ministro sta facendo il contrario di quanto aveva dichiarato - affermano i senatori Ds Fausto Giovanelli e Nuccio Iovene. - Il tentativo di espellere le regioni dalla nomina dei Presidenti dei Parchi, abrogando l'istituto dell'intesa tra lo Stato e le regioni interessate, è un attacco frontale alla legge quadro sulle aree protette ed è un inverecondo tentativo di occupazione politica e di governo centralizzato dei parchi nazionali. Nonostante il taglio di risorse e i commissariamenti, i parchi si sono rivelati sempre di più una ricchezza strategica per l'Italia. Lo stesso disegno di legge delega, attualmente in discussione al Senato, prevede la conferma delle finalità fondamentali della legge quadro. Il ministro Matteoli - spiegano i senatori - nella sua prima dichiarazione programmatica al Parlamento ha affermato, come risulta chiarissimo dagli atti, di voler rafforzare e non cancellare il ruolo degli enti locali nei parchi. Sta facendo esattamente il contrario di quello che ha detto. Se andrà avanti su questa strada penso che avrà un'altra confitta, che si aggiunge alle molte già ricevute ogniqualvolta è stata chiamata in causa la Corte costituzionale, dall'elettrosmog al condono. Se Matteoli andrà avanti su questa strada può aspettarsi una richiesta di dimissioni da parte delle opposizioni» Dura anche la reazione del Presidente della Regione Toscana Claudio Martini: “E’ l'ennesimo colpo che viene dato al ruolo istituzionale delle Regioni da un governo ed una maggioranza che sparlano di federalismo. Tutto ciò dovrebbe far riflettere coloro che al federalismo tengono veramente”. Così Claudio Martini ha commentato la notizia dell'emendamento approvato oggi, in Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, al decreto legge sulla funzionalità di alcuni settori della pubblica amministrazione con cui si è sostanzialmente fatto decadere l'istituto dell'intesa tra le Regioni e lo Stato per la nomina dei presidenti e dei componenti dei consigli direttivi dei parchi. “Mi auguro - aggiunge Martini - che nell'esame del decreto in Aula, venga stoppato il maldestro tentativo del governo di stravolgere le relazioni istituzionali. Porrò la questione di un’immediata risposta domani stesso nella conferenza delle Regioni”.
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