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Turismo - Che fare per superare la crisi

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 30 giugno 2004

Tutti per uno e uno per tutti di Lorenzo Marchetti – Direzione DS Isola d’Elba C’è una giusta preoccupazione da parte degli operatori turistici elbani che vivono la realtà economica nella più profonda depressione. Che fare? Il mio modo di ragionare mi porta ripetere, e lo farò fino alla noia, che per uscire da questa brutta crisi si devono concertare le scelte programmatiche, coordinare e armonizzare gli strumenti urbanistici e economici, dare una direzione unitaria al comprensorio. Mi spiego meglio. La forte tensione economica che vive la nostra Isola, una situazione che peraltro non trova riscontro nel recente passato, è figlia del motto “ognuno per sé e Dio per tutti, dove Dio, probabilmente, ha declinato l’incarico perché gravato da impegni ben più pesanti: guerre, carestie, pestilenze ecc., e “ognuno per sé”, cioè il municipalismo esasperato e lo scontro istituzionale, è rimasto da solo. Una solitudine che ha fatto più danni della grandine e da cui sono nati tutti i mali recenti e passati. Dalle urne del 13 giugno è uscita una nuova filosofia per i governi locali della nostra isola: “tutti per uno, uno per tutti”. Fra l’altro, in questi giorni, si stanno versando fiumi d’inchiostro sulla crisi del settore turistico, si affidano incarichi progettuali, si presentano studi, si avanzano proposte. Ma chi li metterà in pratica? A quale organismo istituzionale affidare il compito? E quali strumenti programmatori avrà a disposizione? Il buon senso mi porta a sostenere che si deve partire dalla comunità montana-unione dei comuni. Mentre, nell’attesa della nascita del comune unico e dei nove municipi (il cui processo deve comunque partire subito!), si deve procedere al coordinamento degli strumenti della programmazione urbanistica ed economica comunale per garantire all’Isola d’Elba uno sviluppo equilibrato e compatibile, vale a dire una crescita economica sostenibile. Voglio qui ricordare, in modo particolare ai nuovi amministratori elbani, come una pianificazione che si rispetti e quindi sia in grado di “uscire dai cassetti”, in altre parole che non resti sulla carta ma sia attuata, deve nascere da un’ampia concertazione istituzionale (livelli provinciali, regionali o ministeriali) e sociale (associazioni imprenditoriali e dei lavoratori). Tutto questo perché lo sviluppo economico e sociale della nostra isola richiede una pianificazione unitaria che coniughi urbanistica, turismo e cultura, e quindi valorizzi la filiera produttiva sole-mare, collina, natura, storia, gastronomia di qualità, artigianato artistico, viticoltura, sport del mare. Questo disegno, per concretizzarsi, ha bisogno di un'unica regia comprensoriale composta da amministratori che fanno “squadra”. Solo così “L’Elba può”, cioè può farcela ad uscire da questa brutta crisi economica e guardare al futuro con fiducia. Tutto dipende dalle energie, umane e organizzative che sono in campo. Formiamo giovani qualificati di Roby Veltroni Attraversiamo senza dubbio l'anno che definitivamente palesa una marcata tendenza recessiva che, a livello elbano, è in atto già da un tempo di per sé troppo lungo. Un'interessante reazione, questa volta, arriva dalla Banca dell'Elba che, a livello dirigente è fortemente caratterizzata, e non potrebbe essere diversamente, dall'imprenditoria turistica. Ci sarebbe da chiedersi perché si è fortemente voluto che solo questa imprenditoria altamente ciclica ci fosse. La Banca dell'Elba si propone sostanzialmente come una vera e propria cabina di coordinamento turistico quantomeno sotto l'aspetto squisitamente economico finanziario. Non a caso, l'attività alberghiera di molti soci e dirigenti della banca, unita alla possibilità di sondare il terreno a livello economico e la capacità di misurare i flussi finanziari possono senza dubbio rappresentare il luogo ideale per dare inizio ad una nuova fase di coordinamento di tutti gli operatori dell'isola d'Elba. Un forte apprezzamento per quanto proposto dalla Banca deriva anche dalla consapevolezza che dovranno essere gli stessi Lavoratori (finalmente, questa volta, con la lettera maiuscola al pari degli Ospiti, è già un successo!?!, altre volte dimenticati, certe altre volte bistrattati: parlo degli uni e degli altri!) a prendere parte al progetto. Proprio dai Lavoratori, i quali potrebbero anche organizzarsi e scegliere un loro rappresentante in questo "laboratorio"; al di fuori della classica rappresentanza sindacale, potrebbero arrivare le idee migliori e sicuramente più facilmente attuabili e forse molto più innovative. Pensate a quanti dipendenti alberghieri lasciano l'Elba per la stagione invernale e rientrano sull'isola per la successiva stagione estiva: abbiamo mai chiesto loro cosa hanno visto, cosa hanno imparato, come hanno lavorato, quali tecniche hanno visto applicare in contesti sicuramente diversi ma di egual caratura e in egual settore? Ritengo che il miglioramento del rapporto prezzo/qualità dei servizi investa principalmente il Lavoratore, che ormai viene ritenuto, almeno a livello teorico, non più un mero elemento da incasellare tra i fattori produttivi ma un soggetto fondante e fondamentale di una realtà aziendale matura e al passo coi tempi. Certo di questa realtà mi chiedo quanto abbiano puntato le istituzioni, le associazioni di categoria, il mondo produttivo elbano sulla formazione delle figure professionali, in particolare di quelle residenti all'Elba. Quante borse di studio abbiamo assegnato ai diplomati più promettenti licenziati dalle nostre scuole superiori? Perché non si è preso in considerazione l'insegnamento della lingua tedesca sin dalle classi elementari? Abbiamo incentivato in qualche modo i giovani elbani allo studio delle tecniche turistiche? Quanti corsi di aggiornamento professionale sono stati organizzati e pubblicizzati in maniera incisiva? Abbiamo offerto ai nostri giovani laureati dei masters al termine dei quali potrebbe essere loro garantito un periodo di stage (meglio se incentivato a livello economico) in aziende alberghiere o addirittura all'interno delle stesse associazioni di categoria? In conclusione ritengo che uno dei punti deboli che caratterizza l'offerta elbana sia proprio da riferirsi ai mancati investimenti nella formazione, nel non aver puntato sulle risorse umane disponibili in gran numero e nel non aver ritenuto il lavoratore Lavoratore. Annoto positivamente questo passo avanti, come ho annotato che gli elbani, non solo quelli turismolegati, hanno con il voto più recente, puntato su scelte politicamente alternative ma allo stesso tempo su forze significativamente più giovani. L'idea quindi che modestamente vorrei avanzare è quella di investire puntando sui giovani, formare una nuova classe dirigente altamente qualificata, guardando oltre il domani, senza porre correttivi del momento spesso più costosi e che non incidono significativamente sulle tendenze. Non correre ai ripari ma puntare con coraggio sul futuro e sull'individuo rendendo quest'ultimo consapevole della sua centralità in questo progetto grazie alla fiducia che sapremo riporre sulle sue potenziali capacità. Prezzi troppo alti, e mancanza di una visione d'insieme di Marco Sartore - Marciana Spett.le Elbareport, raccolgo l'invito espresso dal Sig. Raffaele Sandolo nel suo dettagliato articolo odierno, in quanto ritengo di possedere "un cuore colmo d'amore per l'Elba": unito ai commenti di tecnici ed esperti del settore, anche il contributo di un semplice cittadino può, a volte, risultare costruttivo. Premetto che, seppur residente ormai da molti anni all'Elba, provengo dalla Liguria e che, quindi, ho vissuto una gestione del turismo molto professionale e incentrata su tutto l'arco dell'anno e non soltanto sulla cosidetta "stagione". Dispongo, quindi, di un valido termine di paragone grazie al quale è piuttosto semplice valutare i concetti espressi nell'interessante articolo sopra menzionato. Alcune constatazioni permettono di dare concretezza alle idee lì presentate, quella concretezza che poi segna le linee decisionali del comune cittadino che si appresta a scegliere l'uno o l'altro posto per la propria vacanza. In primo luogo, e ancor prima di valutazioni sull'offerta turistica in termini di benessere, chi va in vacanza considera quanto dovrà più o meno spendere. E chi valuta di venire all'Elba subisce, per prima cosa, l'impatto con biglietterie spesso esose, che praticano talora prezzi da brivido. Laddove, come nello scorso periodo pasquale, una coppia di turisti deve pagare 150 Euro per traghettare, non ci si deve meravigliare se quella coppia non tornerà o se non consiglierà ad altri di recarsi sulla nostra splendida Isola. Quei turisti penseranno che una modica integrazione di denaro avrebbe permesso loro di trascorrere una settimana in Mar Rosso, volo e pensione compresi. A questo aspetto bisogna aggiungere che, spesso, i prezzi al consumo qui praticati non sono allineati con il resto delle località vacanziere. Giustificare certi prezzi utilizzando termini di paragone come Portofino (o altre mete prestigiose) non sempre sortisce l'effetto sperato di far automaticamente assurgere la nostra località a quei livelli, anzi, più probabilmente, causa un ulteriore deflusso di presenze, a causa del minor incentivo a rimanere. Tanto più, in quei casi in cui a prezzi elevati non corrisponde adeguato servizio reso. Pertanto, prima ancora di commentare la gestione del turismo sull'Isola, appare lampante che non esiste una forza elbana tale da contrapporsi a questo "status" e tale da imporre una tutela del turista, con tariffe adeguate in termini di rapporto qualità/prezzo sia per traghettare, sia per alloggiare e sia in termini di prezzi al consumo locali. Questo concetto porta, conseguentemente, ad osservare che all'Elba c'è una suddivisione degli operatori di categoria in mille Associazioni, talvolta composte da poche decine di soci. Lo smembramento in piccole particelle viene giustificato, popolarmente e comunemente, con la sicura acquisizione di vantaggi da parte dei singoli partecipanti all'iniziativa ma, nella realtà dei fatti, indebolisce gli stessi associati e tutti gli altri colleghi proprio perché impedisce la nascita di uno strumento di forte presenza, tale da poter far sentire la voce degli addetti al turismo nelle sedi appropriate. In altre parole, la piccola Associazione X non potrà mai battere i pugni sul tavolo in una concertazione, mentre lo potrebbe comodamente fare una forza che accomuni tutti gli esercenti (non cito volutamente alcuna realtà esistente proprio per offrire un contributo del tutto distaccato e asettico, unicamente costruttivo). Dicevo sopra "i colleghi": già, perché in un luogo turistico dovrebbe esser chiaro che tutti, ma proprio tutti, beneficiano già della mera esistenza altrui, per non parlare poi degli eventi e delle manifestazioni che si vengono a creare. Ad esempio, in luoghi turistici ben funzionanti è normale che un commerciante privo della determinata merce, o il bar che non offre la bruschetta come la vorresti tu, ti suggerisca dove andare, a quale collega rivolgerti e come raggiungerlo. Si, perché sa che la soddisfazione di te cliente darà un ritorno anche a lui che quella bruschetta non ti vende in prima persona. Questo concetto, che ho voluto esemplificare scherzosamente, non sembra radicato all'Elba, sebbene ci siano numerose eccezioni degne di tutto il nostro rispetto. In altri termini, alla collegialità del turismo viene solitamente (e almeno apparentemente) fatto prevalere l'egoismo del singolo e fugace "incasso". Mi sono permesso questo giudizio, che io per primo riconosco essere criticabilissimo e non circostanziato, solo per riassumere alcuni commenti sentiti in giro. Ma, si sa, "vox populi, vox dei".... Riguardo al cosidetto "allungamento della stagione", osservo che la riviera ligure (mio termine di paragone, come ho detto) non possiede particolarità territoriali o peculiarità tali da renderla migliore dell'Elba, anzi. Eppure là la stagione è a tutto tondo, piena di iniziative che si susseguono scandendo esse stesse l'incalzare dei mesi: così congressi scientifici e convegni prendono il posto di inziative culturali o di spettacolo in quei periodi in cui l'afflusso del turista "che si vuole divertire" scemerebbe, garantendo una continuità che è fonte di benessere per tutti. Quindi non credo che ci si debba inventare granché, se la volontà di "allungare la stagione" esiste davvero. Ma esiste davvero ? Il campanello di allarme che l'autore dell'articolo ha voluto sottolineare è tanto più vero in quanto anche fatti di triste cronaca quotidiana come la guerra mediorientale, di per sé motivo di incremento del turismo locale in ogni paese occidentale a causa dei timori per viaggi esotici, non sono riusciti ad innescare alcun effetto volano sul turismo dell'Elba. Questo fatto, forse più di altri, dovrebbe far riflettere gli addetti ai lavori. Mi scuso per l'assoluta carenza tecnica di questo mio intervento che, comunque, spero possa essere di ausilio a qualcuno senza esser tacciato di qualunquismo o, peggio, di indesiderata intrusione. Io credo infatti fermamente che il bene del turismo elbano sia bene anche mio, sebbene io operi, professionalmente, in tutt'altro campo che nulla, col turismo, ha a che vedere direttamente.


laconella spiaggia panorama mare

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biodola spiaggia panorama bagnanti

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ape

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