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Coluccia: l'unità del centrosinistra non doveva essere messa in discussione

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 26 giugno 2004

Pur cercando di comprendere le motivazioni e le ragioni che animavano parte delle componenti del cosiddetto movimento di Rinascita riese non ho mai condiviso la prospettiva della costituzione di una lista che si contrapponesse a quella di Rio Democratico o che dividesse il centrosinistra a Rio nell’Elba. Questa posizione, sempre contestatami dal movimento, era motivata dal semplice fatto che una divisione del centrosinistra a Rio Nell’Elba non avrebbe favorito altro che la scesa in campo del centro destra, alimentandone le speranze di vittoria. Questo lo ho sostenuto pubblicamente e privatamente, non segretamente, fin dall’inizio, dalla famosa cena ed in tutte le altre occasioni d’incontro che ho avuto, sia con organismi del mio partito, sia in incontri, quali quelli occasionali che vi sono stati con persone del cosiddetto movimento (occasionali non segreti, poiché non ho mai accettato d’incontrarmi ufficialmente con tutto il comitato, non a caso ero criticato per questo atteggiamento di distacco). La proposta delle primarie per la scelta del candidato a sindaco nasceva dalla volontà di tentare di ricomporre unitariamente, all’interno del centrosinistra, una paventata frattura e la mia disponibilità a concorrere con le primarie era limitata a questo obbiettivo. Quando la scelta del centrosinistra e del mio partito è stata quella di riconfermare il sindaco uscente, coerentemente a quanto sempre sostenuto fin dall’inizio, ho ritirato la mia disponibilità (cinque anni fa dovetti per ragioni personali non candidarmi, pur avendo ricevuto l’attestato di fiducia del direttivo della sezione ds). Quello che successivamente il Comitato ha deciso di fare, di trovare un altro capolista, di costruire una lista con quelle caratteristiche di ambiguità politica, che elettoralmente può aver anche pagato, ma che alla lunga mostrerà tutta la sua debolezza ed aridità politica (non si potrà sempre agitare l’antipartitismo o l’antipolitica), sono state scelte dei capi del movimento ed a loro devono ricondursi le responsabilità. Un consiglio che voglio dare è quello di analizzare con serietà e tranquillità le ragioni di una sconfitta accettando democraticamente il responso elettorale e rispettando la volontà popolare, senza caccia alle streghe o ai cosiddetti elettori traditori. Ne di esacerbare i toni o di dividere artatamente il Paese con una linea da scontro frontale. Se si guarda al bene comune ed all’interesse del Paese c’è spazio, anche con una seria opposizione democratica, di concorrere alla sua realizzazione: credo che molti degli elettori che hanno sostenuto il movimento e la lista ed anche molti dei candidati della stessa, abbiano avuto queste intenzioni. Questo potrà voler dire che anche da parte della vincente maggioranza del centrosinistra, come del resto è già stato dichiarato, dei ds e mia personale, ci sarà la dovuta e necessaria attenzione e dialogo per poter dare risposta e soddisfazione a quelle legittime aspettative e speranze di quella parte dell’elettorato (moderati, cattolici e sinistra radicale) che il comitato ritiene di rappresentare. Poi… chi ha più filo tesserà.


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