Ho seguito con molta attenzione, e in alcuni momenti anche con apprensione, il caso della lista Portoferraio Domani. Questa si è dimostrata un importante laboratorio politico non solo per l’Isola d’Elba, ma per l’intera Regione Toscana, qui si sono legati tutti i partiti di centrosinistra con i movimenti e le associazioni. Un’esperienza che ha il suo pari nella dotta Bologna. A mio avviso, però, è necessario uscire dalle mura medicee, andare “oltre il Ponticello”, in altre parole pensare e agire in modo comprensoriale. Questo significa convocare subito, senza i consueti rinvii autunnali, un’assemblea programmatica di tutto il centrosinistra elbano: eletti, partiti, movimenti, associazioni e singole personalità, vale a dire le professionalità, le competenze, quindi le menti pensanti, di cui è così ricco il riformismo isolano. Sarà questa l’occasione per passare dal laboratorio portoferraiese all’officina elbana. Cioè dall’elaborazione teorica al luogo dove forgiare le proposte pratiche per un governo unitario del comprensorio, una sede dove affrontare, fuori dei rigidi schemi di appartenenza partitica, le problematiche legate allo sviluppo economico e al lavoro. Oggi ci sono le condizioni concrete per passare dalle idee locali ai fatti comprensoriali: negli otto comuni dell’Isola le liste provinciali del centrosinistra hanno superato il 50% e il 75% della popolazione è amministrata da sindaci progressisti. Il centrosinistra elbano è ormai una forza di governo maggioritaria e, di fronte alla crisi che sta attraversando il nostro SEL (sistema economico locale), c’è da rimboccarsi le maniche per creare “la nuova l’isola”. Le altre terre di Toscana, e quindi anche le zone della costa livornese e grossetana, stanno realizzando, di concerto con gli studi e i piani regionali e provinciali, idee molto intelligenti nel settore del turismo, di contro la nostra Perla del Tirreno rischia di perdere il cosiddetto treno di Campiglia (quello che chi lo piglia lo piglia e chi non lo piglia lo piglia nel …). Ecco perché propongo di dare vita a un’Officina, cioè ad un luogo permanente dove forgiare proposte concrete per fare uscire l’Elba dalla decadenza ideale e progettuale di questi ultimi anni. Si tratta di porre alla base delle scelte l’elbanità come valore, in altre parole mettere a reddito le risorse umane, naturali e culturali specifiche di questa terra, e quindi trasmettere ai cittadini, ai lavoratori, ai giovani disoccupati/precari e alle imprese nuove speranze e nuove certezze, fare sì che gli elbani guardino il loro domani in modo certo positivo.
marchetti lorenzo parco minerario