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Controcopertina: Buone notizie dalla flora elbana

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 22 giugno 2004

E' bastato una primavera ricca di pioggia perché la natura si risvegliasse in mille colori. Ogni seme caduto ha trovato le condizioni favorevoli per germogliare: prati, rocce, spiagge e persino tra un pezzo di cemento e l'altro, improvvisamente tutto è diventato colore. Un rigoglio che attesta la grande varietà della flora presente all’Elba (oltre 1.200 specie finora classificate che fanno della nostra isola il sito con la più alta biodiversità vegetale dell’intera toscana) e del quale ci siamo resi concretamente conto durante le ricerche fotografiche per il settore flora del sito www.legambientearcipelagotoscano.it nel quale sono già in linea le foto di oltre 500 specie di piante e fiori ed altre saranno inserite nei prossimi giorni. Lungo i fossi trasformati in torrenti, anche a bassa quota, sono apparse specie che generalmente colonizzano la montagna elbana, come l'Anemone appennina, ed altre che per vivere e fiorire hanno bisogno di un ambiente particolarmente umido e raramente riescono a portare a termine il loro ciclo vitale: il Crescione (Nasturzium officinalis) ricoperto di fiorellini bianchi si è mescolato alla Veronica acquatica (Veronica anagallis aquatica) dai delicati fiori lilla, affondando le radici nell'acqua corrente e nella zona umida di Schiopparello lo stagnetto si è riempito di Ranuncoli striscianti (Ranunculus repens) e di Iris gialli di palude (Iris pseudacorus), mentre lungo tutta la spiaggia i frutti della posidonia testimoniavano la buona salute del mare. La falciatura dei prati, in ritardo rispetto alla primavera scorsa, ha permesso alle orchidee di protrarre la loro fioritura più a lungo del solito: Orchidee farfalla (Orchis papilionacea), del genere Serapias, del genere Ophrys e poi Giglioni (Anacamptis pyramidalis) e Gigli caprini (Orchis morio) presenti anche ai bordi delle strade più trafficate. Nei boschi ombrosi sono spuntati numerosi i Limodori: orchidee comuni all'Elba, meno usuale è però vederle fiorite dal primo all'ultimo fiore, perché in condizioni climatiche avverse la pianta presenta spesso boccioli seccati prima di aprirsi ed a causa di questa caratteristica il suo nome scientifico è Limodorum abortivum. La Rughetta di mare (Cakile maritima) ha colonizzato persino le spiagge più inospitali, tra una barca in secca e l'altra, mentre la Crucianella marittima e soprattutto la Santolina delle spiagge (Otanthus maritimus), diventata ormai rara, sono di nuovo tornate a coprire ampi spazi delle dune di Lacona, tra i tondi cuscinetti di Camomilla marina (Anthemis maritima), i buffi fiori gialli dello zigolo delle sabbie (Cyperus capitatus) e ciuffi di foglie del giglio di mare (Pancratium maritimum): difficile è credere che sotto a tanta vegetazione ci sia solo sabbia. PIANTE RARE E PIANTE “NUOVE” Abbiamo verificato una notevole presenza di specie raramente segnalate nei libri della flora elbana, come il Latte di gallina arabico (Ornithogalum arabicum), diffuso solamente nelle isole maggiori, a Ischia, a Malta, in Corsica, all'Elba e al Giglio. Si tratta di una liliacea del genere Ornithogalum, genere presente soprattutto con numerosi esemplari di Latte di gallina comune (ornithogalum umbellatum) e di Latte di gallina spigato (o. narbonense) diffusi su quasi tutto il territorio italiano. Altre specie molto comuni, come la Borragine (Borago officinalis) e il Rosolaccio (Papaver rhoeas) sono comparse con colorazioni inusuali: rosa chiaro per la Borragine e bianco candido per il Rosolaccio. E molto importante è la scoperta di piante divenute rare o ritenute scomparse, come quella dell'Iperico perfoliato (Hypericum perfoliatum), che, al contrario della comunissima Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) ci risulta segnalato recentemente in un solo punto dell'entroterra della piana di Lacona nel libro sulla flora elbana di Lacona di Adamoli e Rigon. Ma la cosa più importante è la scoperta di specie che, a quanto ci risulta, non sono mai state segnalate nell'arcipelago. La prima è uno Zafferanetto (Romulea), piccola pianta della famiglia delle iridacee: tutte le specie di questo genere sono di difficile osservazione poiché presentano foglie filiformi, a volte invisibili tra il resto della vegetazione. Una volta terminato il periodo della fioritura, che avviene generalmente all'inizio della primavera, ma con temperatura mite anche in inverno,le piante sembrano scomparire, come inghiottite dal terreno. La specie osservata dovrebbe essere uno Zafferanetto ramoso (Romulea ramiflora), per la colorazione dei fiori più simile alla specie diffusa nella Francia meridionale e in Liguria che alla subspecie ramiflora, dai fiori bianchi, più volte fotografata all'Elba. Da un primo esame effettuato dal Dr. Garbari dell'Università di Firenze è emersa la possibilità che si tratti di una sottospecie, ma solo un esame più approfondito sarà in grado di determinarlo. Ci sono poi, tra le piante esotiche importate e ormai naturalizzate al punto di diventare infestanti, due Acetoselle, segnalate con due particolarità rare. La prima, l'Acetosella gialla (Oxalis pes-caprae), di provenienza sudafricana, è stata segnalata per la prima volta in Toscana nel 1923. Definita oggi come la pianta più comune all'isola di Malta, anche all'Elba è ormai molto diffusa e addirittura infestante. Una varietà pleniflora di questa specie però, classificata come rara anche nel repertorio della flora di Malta, è stata trovata alla fine dell'inverno in due località diverse del comune di Portoferraio. La varietà pleniflora non è contemplata nell'elenco floristico del Pignatti e non ci risulta che sia mai stata segnalata all'Elba o nell'arcipelago. La seconda, l'Acetosella rizomatosa (Oxalis articulata), proviene invece dal Sudamerica. I suoi fiori sono di colore rosa intenso e come l'acetosella gialla è ormai naturalizzata all'Elba. La si trova dovunque, dagli incolti ai margini delle strade, dalla piana alla montagna. Nessuna segnalazione precedente ci risulta però della presenza all'Elba di una variazione a fiori completamente bianchi. Con questi presupposti si può dunque affermare che la flora elbana sia in ottime condizioni e che si meriti tutta la nostra attenzione, perché si tratta di un patrimonio di biodiversità invidiabile, ricchissimo di endemismi e rarità e che riserva continue sorprese, forte eppure anche fragile, che si può facilmente proteggere e ancora più facilmente distruggere, magari col passaggio di una ruspa.


borago officinalis borragine

borago officinalis borragine

latte di gallina

latte di gallina

papavero bianco

papavero bianco

romulea

romulea

oxalis articulata

oxalis articulata