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Inaugurata la mostra di Salvador Dalì, "piacere e complessità di un genio"

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 19 giugno 2004

Basta giungere a metà della gradinata della salita Napoleone e si arriva all’infinito. Come la mujer desnuda subendo l’escalier messa all’ingresso della mostra, il percorso porta più che in cielo, ti fa arrivare faccia a faccia con il sogno, con la folle scommessa di dare un volto al vapore sottile che esce da dentro o con la forma molle di un pensiero che passa come un uccello. Salvador Dalì, all’interno della sala San salvatore del Centro de Laugier di Portoferraio ti scaraventa lontano, senza salvagente e senza passaporto. Ed è un ispido naufragare. Il percorso della mostra per il centenario della nascita del maestro catalano è di quelli che fanno dimenticare il posto e l’ora, dentro il chiostro della antica caserma francese di Cosmpoli il cellulare non ha segnale, ma nessuno se ne accorge. Dalì attende sulla porta, poi ti ingoia in una dimensione parallela e quando ti risputa nel mondo sei diverso, con addosso una maglia di lana che ti protegge dagli spifferi della banalità, e ti ritrovi con una invidiabile andatura da conchiglia che non avresti mai sospettato di possedere. “Perché salire è più importante che arrivare”, Dalì dà anche un valore all’impegno che diventa la consolazione per ciò che non si è mai raggiunto. La mostra organizzata dalla Pac, Promozione Attività Culturali di Milano/Portoferraio, nella persona della dottoressa Dora Comneno d’Otranto e la referente per l’Elba, dottoressa Simonetta Parrini, in collaborazione con la Fondazione Metropolitan di Milano,e con il contributo del Comune di Portoferraio, dell’Associazione Albergatori Isola d’Elba, dell’APT e del Consorzio Elba Promotion, dei Comuni di Capoliveri, Porto Azzurro, Rio Marina, Marciana, la Banca dell’Elba, la Provincia di Livorno, il Monte dei Paschi di Siena è stata inaugurata nel pomeriggio del 18 giugno, dal giorno successivo la mostra resterà aperta tutte le sere dalle 18 alle 23 fino al 29 agosto prossimo. La mostra è come il cassetto freudiano ricorrente nelle varie opere di Dalì, un percorso di curiosità e conoscenza che si apre in mezzo alle spiagge e al sole, e rende l’isola come la scultura palindroma del dragon-cisne- elefante, una realizzazione che se vista da prospettive diverse da cigno diventa e elefante e poi drago. O come la narrazione di Gargantua e Pantagruel zeppa di simboli della fertilità che concimano gli sproloqui onirici. Le allucinazioni di Salvador Dalì illuminano l’estate elbana come un fulmine artistico a ciel sereno, solidificano il mare e la rendono ponte culturale con l’Europa.


dalì salvador conchiglia

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