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Il Naufrago

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 18 giugno 2004

Il naufrago è tornato …è triste. Che cosa avrà? Certo, nessun marinaio può avere dubbi, naufragare è una disgrazia. I suoi compagni d’avventure sono scomparsi se li è ingoiati il mare dell’oblio , come se non fossero mai esistiti: impossibile ricordare con precisione il tono della loro voce mentre cantavano brindando in coperta spartendo vittorie e bottini. Ma quelle voci e quei volti appartengono ormai al passato remoto, alla vita precedente del naufrago, prima che il suo ritorno all’isola l’obbligasse a tentare di nascere un’altra volta. Ad attenderlo non c’erano riflettori ormai spenti nessuno ha palesato grandi dimostrazioni di nostalgia, ma chi lo ha intravisto si è lasciato andare solo a distratti sospiri richiesti dalla decenza. Qual’è la più grande colpa che lo ha costretto al naufragio,: il comando della nave e dei marinai , i costumi, le istituzioni, i rituali non riconosciuti della pietà e della proprietà, le forme d’amore, l’attenzione e il dialogo , persino il senso dello humour. Ma oggi dopo il naufragio tutto questo può essere cancellato..., salvato dagli affanni selettivi della memoria dei conterranei. Cercherà di rinascere nella sua isola, in questo limbo una volta beato del Tirreno, dove si trova nella condizione semi-innocente e perfetta cercando d’inventare nuovamente tutto. Certo le sue fantasie assomigliano moltissimo al mondo spietato di coloro che s’è lasciato alle spalle, anche se, questa volta, è lui e solo lui a porre la prima pietra d’ogni umano monumento del proprio esistere. Ma il naufrago è triste, Quando ricorda il passato si mette a sospirare. Guarda l’antica fortezza e non riesce a trovare consolazione. Rimpiange, forse le luci, i fasti , i proclami oppure i vecchi e osannanti compagni , vorrebbe tornare ma , gli mancano simili e complici? O, forse, preso da una saggezza senile preferirebbe star da solo, La sua casa, il giardino, , lo sguardo sperduto sul continente lontano….. Il naufrago silenziosamente volge lo sguardo al mare dalla bianca punta che sporge sulla scogliera lontano la luce di un faro sembra un ex voto per una grazia mai ricevuta..la saggezza e l’umiltà. Il naufrago-ex-re è triste, o, forse, soltanto nostalgico. Che cosa gli manca? Lo domanda a se stesso: che cosa mi manca? Di che cosa ho ancora bisogno? Sospira e non osa rispondersi. Perché, prima ancora di pronunciarla, già conosce la risposta. Perché ciò che rimpiange, ciò che gli manca, ciò che ormai non arriverà più …….è un altro volto…… Per ricominciare


mare ghiaie maltempo

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