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Centrosinistra a Capoliveri: sarà vera vittoria?

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 17 giugno 2004

Circa un quarto di secolo. Praticamente una generazione. Tanto c'è voluto per rivedere una giunta di centrosinistra al potere a Capoliveri. Oddio, centrosinistra per modo di dire: forse non sarà un centrodestra camuffato, ma continuiamo a pensare che l'operazione politica sia pur sempre un suicidio per una sinistra che sta perdendo inevitabilmente la sua identità. Tuttavia sarà Ballerini colui che guiderà Capoliveri negli anni che vedranno compiersi il suo primo secolo di vita comunale e iniziarne un altro. Ma ha vinto la lista fritto misto o hanno perso i Barbetti-boys? Partiamo dai battuti. E' vero che Claudio Della Lucia verrà ricordato come colui che perse quella che sembrava la roccaforte inespugnabile del centrodestra non solo elbano, ma le cause della sconfitta non possono essere imputate del tutto a lui. Paradossalmente la sua disfatta è stata provocata proprio da chi gli ha tirato la volata fino all'ultima ora: Ruggero Barbetti. Prima di tutto perché, come spesso accade, il passaggio di consegne da un leader carismatico e accentratore a un delfino di minor rango porta alla disfatta: un po' quello che succede in alcuni regimi totalitari alla morte del dittatore. Secondo perché Della Lucia si è trovato sul groppone l'eredità di una passata amministrazione responsabile della disastrosa condizione economica in cui aveva abbandonato il comune, delle grandi opere incompiute e dei modi sempre più spudorati con cui gestiva la cosa pubblica: in campagna elettorale si è potuto presentare con una ben magra dote da spacciare agli elettori, e a ben poco sono valsi i tentativi di darsi una pennellata di uomo del cambiamento. Terzo perché erano francamente improponibili sia la compagine che l'accompagnava che il quasi comico programma presentato (anch'essi chiaramente espressione di Barbetti). Le uniche cose che hanno pesato sul candidato sindaco sono state un rapporto non proprio profondo con la maggioranza dei capoliveresi e lo scarso carisma politico, una cosa che non si compra certo al supermercato. Dalla parte dei vincitori il discorso è un tantino più complesso. E' innegabile che la lista fritto misto di Ballerini fosse studiata esclusivamente per vincere le elezioni, e poi. quel che viene, viene. La sua costituzione è stata incentrata su una così larga intesa, che andasse a raccattare da Rifondazione comunista a pezzi sbandati di Alleanza nazionale, con in mezzo i Ds compatti e una fetta rilevante dell'elettorato di Forza Italia: praticamente tutti i partiti dell'arco costituzionale tranne forse l 'Udc e la gran parte di An. E' anzi quasi strano che non si ponesse come obiettivo l'80%! Il vero trionfatore delle elezioni non è il candidato sindaco. Paolo Ballerini infatti si è distinto più per la stima personale e professionale che si è guadagnate sul campo che per un autentico spessore politico, che anzi è quasi nullo. Durante le sue uscite pubbliche si è concentrato quasi esclusivamente sul suo curriculum vitae (con un irritante abuso di prima persona singolare) e pochissimo sui vari aspetti politici, limitandosi a enunciazioni vaghe e inconcludenti. I veri vincitori non sono neanche i vari componenti della lista, pur essendoci fra di loro alcune persone valide, ma di culture politiche agli antipodi le une dalle altre. Il vero vincitore è stato Carlo Cardelli, colui che si è rivelato veramente l'ago della bilancia di questa tornata elettorale e che, c'è da giurarci, farà pesare eccessivamente la sua forza sulla coalizione. L'ex vice di Barbetti ha ottenuto un ottimo successo personale e portato la destra delusa sotto l'ala di Ballerini, ma è riuscito soprattutto a ottenere ampio spazio nel gruppo (troppo per un fuoriuscita dell'ultima ora) e ridurre i silenti Ds a suoi paggi. Con l'incarico di vicesindaco ormai in tasca ci sarà un'autentica incoronazione a padrone assoluto di Capoliveri, sotto l'egida di un Ballerini sindaco a tempo perso: nessun vice si è mai trovato a gestire poteri così ampi, neanche l'Adriano Luperini dei tempi d'oro (il che è tutto dire). Non è semplice dire se questa giunta rappresenterà un'alternativa o una svolta rispetto al passato. Alcuni segnali, inutile negarlo, non sono buoni. Intanto il contegno dei dirigenti Ds, pronti a scattare come vipere in campagna elettorale per ogni bagattella o voce fuori dal coro: vogliamo sperare che sia stato solo nervosismo da "prestazione elettorale" e che in futuro questo non si trasformi in un "nessuno disturbi il manovratore". Poi i diversi punti oscuri della campagna elettorale: ad esempio, quando la sinistra incazzata, in un incontro con la lista, ha chiesto che venisse presa una posizione chiara sulla questione morale e un impegno a non farsi portatori di interessi particolari: stiamo ancora aspettando risposta. Infine per la difficoltà di affrontare scelte e nodi cruciali per una maggioranza così diversa ed espressione di un elettorato variegato. Alla luce di tutto ciò, la domanda è una sola: è vera vittoria?


Innamorata capoliveri spiaggia

Innamorata capoliveri spiaggia