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Controcopertina: La questione diessina e la Comunità Montana del prossimo futuro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 18 giugno 2004

Riceviamo una telefonata di una persona solitamente moderata attenta alle vicende portoferraiesi, ma da parecchio defilata rispetto alla pratica politica. Ci rimprovera di “non averla fatta diacciare”, di essere immediatamente dopo le elezioni usciti con un fondo molto duro (e qualche errore di tastiera) sulla situazione interna dei DS e zone collegate. E’ vero, forse potevamo pure risparmiarcela, come suggerisce chi ci telefona, potevamo lasciare che il centrosinistra si gustasse in pace per qualche ora un risultato storico. Saremmo comunque rimasti fermi su una convizione che abbiamo e che è stata rafforzata dai risultati delle elezioni: i DS a Portoferraio sono contemporaneamente un grande serbatoio di suffragi ed un nano politico, poco capace di dialogare con gli interlocutori. L'epilogo positivo non deve far dimenticare che la Quercia ha rischiato di far fallire l’alleanza organica di centrosinistra, anche se probabilmente PORTOFERRAIO DOMANI (senza stravincere) avrebbe vinto pure senza il contributo dei riformisti diessini. Per fortuna non è andata così, a Portoferraio il popolo progressista non ha patito lo scempio di una totale divisione del fronte dettata solo da interessi di affermazione personale o di clan. Ma la questione diessina resta e resterà fino a quando le anime dei Democratici di Sinistra si separeranno, o fino a quando si sceglierà una nuova dirigenza della Sezione Portoferraiese e della Zona che goda della fiducia o almeno della piena legittimazione da parte di tutte le componenti interne. Se i DS riusciranno nei prossimi mesi a caratterizzarsi come unico soggetto, torneranno al centro della scena, se le energie politiche della quercia saranno rivolte a capire quale dei suoi rami è più frondoso, il prodotto sarà la solita implosione: la nullità di proiezione esterna che inevitabilmente si trasformerà in un punto di debolezza per le neo-elette amministrazioni del centrosinistra. Ciò premesso veniamo alla Comunità Montana, ed alle correnti voci di una nuova Presidenza Danilo Alessi. Una indicazione abbondantemente logica, Danilo Alessi per iniziare è stato già presidente di una CM in una stagione lontana (una esperienza positiva, interrotta su mandato dei craxiani che oggi ritroviamo ancora nel fronte del centrodestra battuto) e tutta impostata alla crescita di una coscienza politica e di una cultura del comprensorio. Logico anche che qualcuno pensi che la seconda carica amministrativa dell'Elba, essendo il Sindaco di Portoferraio espressione della Margherita, vada ad un diessino, e le urne hanno indicato chiaramente chi nei DS dell'Elba abbia il maggior consenso personale. E' normale quindi si faccia il nome di Alessi. Ma il primo dei consiglieri eletti a Portoferraio ha invitato alla cautela su questa ipotesi, e non lo ha fatto solo (crediamo) perchè l'esperienza ci dice che chi entra Papa in Conclave ne esce Cardinale, per timore insomma di vedersi bruciato da una candidatura frettolosa. Il centrosinistra (ed in questa espressione comprendiamo l'ampio schieramento di culture che ha vinto a Portoferraio e nel resto dell'Elba) prima di indicare un nuovo presidente della C.M. deve chiarirsi sui contenuti del programma di capire cosa dev'essere e cosa deve fare l'Ente Comprensoriale prima di indicare il più adatto a guidarlo. Non si tratta tanto (o non solo) di mettere le gambe alla versione n. 1234 dello statuto dell'Ente, ma di riempire di contenuti nuovi (ed alternativi rispetto al recente passato, non solo per drittura morale) lo stabile di Viale Manzoni. A nostro parere occorre un'operazione simile a quella che l'Isola e la Città ha innescato sui temi del governo di Portoferraio, un cantiere politico-culturale che inizi dallo studio delle normative e delle attuali competenze della C.M. per giungere a formulare un programma di governo ed un vero "progetto di trasformazione dell'Elba". La C.M. potrebbe uscire da questo processo come punto principale di armonizzazione delle politiche dei diversi Enti che operano sul territorio. L'obiettivo del nuovo ente, pensiamo, non dovrebbe essere quello di proporsi o riproporsi come ente gestore di servizi e serviziucoli, ma piuttosto la realizzazione di una struttura tecnico-politica che prepari e tuteli la rivoluzione elbana prossima ventura, quella "semplificazione istituzionale" che prima di giungere al mitico "Comune Unico" deve transitare, necessariamente, per accordi tra i comuni nella erogazione dei servizi e nella gestione dell' "unico" territorio isolano. Non più quindi un orticello clientelare buono per assicurare laute indennità di carica e assunzioni di improbabili contadini, ma un soggetto politico forte e prestigioso e fortemente improntato alla razionalizzazione, alla pianificazione. Qualcosa che serva ad esaltare la specificità delle isole nell'isola, che sono la reale ricchezza dell'Elba, ed a guarire dal campanilismo e dal localismo che sono il cancro che la rode.


danilo alessi al telefonino

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